Il nuovo ordine dei BRICS
Raiffeisen Capital Management: azionario emergente frenato da rendimenti USA e dollaro
Raiffeisen Capital Management fa il punto sui Mercati Emergenti: sentiment peggiorato ad agosto, Cina alle prese con i problemi di immobiliare e finanza, Sud globale verso più partecipazione e meno sfruttamento
di Stefano Caratelli 4 Settembre 2023 14:00
Dati USA favorevoli hanno sostenuto un umore positivo sui mercati azionari in tutto il mondo, con alcuni indici dei Paesi Emergenti a nuovi massimi record, come in India, Turchia e Ungheria. Nelle ultime settimane, gli investitori internazionali hanno continuato a investire nelle azioni dei Paesi Emergenti, principalmente ancora in Asia, mentre le obbligazioni hanno continuato a registrare lievi deflussi netti, ma a luglio hanno guadagnato leggermente. Anche i mercati delle materie prime hanno registrato forti guadagni, recuperando parte delle perdite subite da inizio anno. Ma ad agosto, il sentiment è di nuovo sensibilmente peggiorato soprattutto per il forte aumento dei rendimenti dei titoli di Stato USA, che ha dato anche impulso al dollaro.
Raiffeisen Capital Management, nel suo Aggiornamento sui Mercati Emergenti a cura del Team Cee & Global Emerging Markets, spiega che l'aumento dei rendimenti USA e il rafforzamento del dollaro sono notoriamente una combinazione sfavorevole per i mercati dei Paesi Emergenti, e dovrebbero anche essere gli elementi chiave per capire come sarà l'andamento dell’azionario emergente nel breve periodo. Se i rendimenti USA continueranno a salire, secondo Raiffeisen potremo aspettarci nuovi problemi per le azioni in tutto il mondo, ma è anche possibile che l'aumento dei rendimenti non continui, in quanto sembra trainato non tanto dalle aspettative di inflazione quanto dall'elevato fabbisogno di finanziamento del governo USA e dalla limitata capacità di assorbimento dei mercati.
Mentre in ampie parti del mondo si continua a lottare con un'inflazione troppo alta, la Cina ha il problema contrario, nota Raiffeisen, ricordando i problemi nel settore immobiliare e finanziario, con la conseguenza di forti riduzioni dei tassi e ulteriori stimoli fiscali. Ma aggiunge che è probabile che nel prossimo futuro determinino solo una ripresa della crescita moderata. Il contesto deflazionistico in Cina, insieme ai tagli dei tassi, sta continuando a mettere sotto pressione lo yuan rispetto al dollaro, che in passato non è stata una costellazione favorevole nemmeno per la maggior parte delle altre valute emergenti.
Secondo l’analisi di Raiffeisen, probabilmente saranno necessari significativi tagli dei tassi e una sensibile ripresa del commercio globale per fornire alle azioni emergenti impulsi al rialzo forti e duraturi. Ma è piuttosto improbabile, almeno fino a fine anno, anche se i mercati azionari possono reagire positivamente anche molto prima di visibili miglioramenti fondamentali. Nel lungo periodo invece sarebbe estremamente utile anche una svolta al rialzo dell’andamento della produttività, che negli ultimi anni è diminuita ed è stata uno dei principali fattori della persistente performance inferiore alla media dei mercati emergenti.
Raiffeisen sottolinea che soprattutto nuove tecnologie, migliori infrastrutture e un migliore approvvigionamento energetico potrebbero provocare un'inversione di tendenza positiva. Scetticismo invece sulla possibile moneta comune dei BRICS. Specialmente dalla Russia, ma anche da altri paesi BRICS, di recente si è sentito dire chiaramente che il progetto attualmente non viene perseguito, come nemmeno una rapida sostituzione del dollaro o in generale una politica contro l'Occidente. I BRICS vogliono invece rafforzare tra di loro il commercio e le transazioni finanziarie nelle valute nazionali, lavorare per migliorare il quadro economico e ottenere una maggiore indipendenza dalle istituzioni finanziarie occidentali.
Ciononostante, aggiunge Raiffeisen, anche in molte capitali occidentali sembra crescere la consapevolezza che emergerà un nuovo ordine mondiale multipolare. Il Sud globale chiederà e probabilmente otterrà, una maggiore partecipazione lasciandosi al contempo sfruttare meno. In fin dei conti, rileva in conclusione l’analisi di Raiffeisen, potrebbe essere un vantaggio per tutti i paesi, a condizione però che non si sviluppi un massiccio confronto economico o addirittura militare a livello globale.
GIOCANO A SFAVORE RENDIMENTI USA E DOLLARO
Raiffeisen Capital Management, nel suo Aggiornamento sui Mercati Emergenti a cura del Team Cee & Global Emerging Markets, spiega che l'aumento dei rendimenti USA e il rafforzamento del dollaro sono notoriamente una combinazione sfavorevole per i mercati dei Paesi Emergenti, e dovrebbero anche essere gli elementi chiave per capire come sarà l'andamento dell’azionario emergente nel breve periodo. Se i rendimenti USA continueranno a salire, secondo Raiffeisen potremo aspettarci nuovi problemi per le azioni in tutto il mondo, ma è anche possibile che l'aumento dei rendimenti non continui, in quanto sembra trainato non tanto dalle aspettative di inflazione quanto dall'elevato fabbisogno di finanziamento del governo USA e dalla limitata capacità di assorbimento dei mercati.
CINA VERSO RIPRESA SOLO MODERATA
Mentre in ampie parti del mondo si continua a lottare con un'inflazione troppo alta, la Cina ha il problema contrario, nota Raiffeisen, ricordando i problemi nel settore immobiliare e finanziario, con la conseguenza di forti riduzioni dei tassi e ulteriori stimoli fiscali. Ma aggiunge che è probabile che nel prossimo futuro determinino solo una ripresa della crescita moderata. Il contesto deflazionistico in Cina, insieme ai tagli dei tassi, sta continuando a mettere sotto pressione lo yuan rispetto al dollaro, che in passato non è stata una costellazione favorevole nemmeno per la maggior parte delle altre valute emergenti.
ALL’AZIONARIO EMERGENTE SERVE UNA SVOLTA NELLA PRODUTTIVITÀ
Secondo l’analisi di Raiffeisen, probabilmente saranno necessari significativi tagli dei tassi e una sensibile ripresa del commercio globale per fornire alle azioni emergenti impulsi al rialzo forti e duraturi. Ma è piuttosto improbabile, almeno fino a fine anno, anche se i mercati azionari possono reagire positivamente anche molto prima di visibili miglioramenti fondamentali. Nel lungo periodo invece sarebbe estremamente utile anche una svolta al rialzo dell’andamento della produttività, che negli ultimi anni è diminuita ed è stata uno dei principali fattori della persistente performance inferiore alla media dei mercati emergenti.
SCETTICISMO SULLA MONETA UNICA DEI BRICS
Raiffeisen sottolinea che soprattutto nuove tecnologie, migliori infrastrutture e un migliore approvvigionamento energetico potrebbero provocare un'inversione di tendenza positiva. Scetticismo invece sulla possibile moneta comune dei BRICS. Specialmente dalla Russia, ma anche da altri paesi BRICS, di recente si è sentito dire chiaramente che il progetto attualmente non viene perseguito, come nemmeno una rapida sostituzione del dollaro o in generale una politica contro l'Occidente. I BRICS vogliono invece rafforzare tra di loro il commercio e le transazioni finanziarie nelle valute nazionali, lavorare per migliorare il quadro economico e ottenere una maggiore indipendenza dalle istituzioni finanziarie occidentali.
VERSO UN ORDINE MONDIALE MULTIPOLARE
Ciononostante, aggiunge Raiffeisen, anche in molte capitali occidentali sembra crescere la consapevolezza che emergerà un nuovo ordine mondiale multipolare. Il Sud globale chiederà e probabilmente otterrà, una maggiore partecipazione lasciandosi al contempo sfruttare meno. In fin dei conti, rileva in conclusione l’analisi di Raiffeisen, potrebbe essere un vantaggio per tutti i paesi, a condizione però che non si sviluppi un massiccio confronto economico o addirittura militare a livello globale.