L'analisi

Cina, il tifone immobiliare non lascerà solo rovine ma anche spazi di crescita

La Financière de l’Échiquier, nel punto della settimana del gestore Alexis Bienvenu, ipotizza il profilarsi di una nuova fase di crescita nella grande economia dopo lo sgonfiamento della bolla esplosa negli ultimi due anni

di Stefano Caratelli 6 Settembre 2023 19:00

financialounge -  Alexis Bienvenu cina La Financière de l'Echiquier mercati
Il tifone Saola, il più potente degli ultimi decenni abbattutosi sul delta del Fiume delle Perle che accoglie megalopoli come Hong Kong, Guangzhou e Shenzhen, non è l’unico ad aver colpito la Cina. Un altro ciclone, lo sgonfiamento della bolla immobiliare, diversamente più potente ma lento, si è riversato sul Paese negli ultimi due anni. Il Covid era riuscito a mascherare solo provvisoriamente la fragilità della dinamica immobiliare, settore che rappresenta quasi il 30% del PIL, o due terzi della ricchezza delle famiglie, attanagliato da una crisi che non fa che peggiorare. I primi allarmi sono scattati nel 2021 quando il colosso Evergrande ha iniziato a non rimborsare alcuni creditori.

IL MIGLIORAMENTO MANCATO DI INIZIO 2023


Ora si profila una nuova era in Cina? Alexis Bienvenu, gestore di La Financière de l’Échiquier, nel suo punto della settimana va alla ricerca di una risposta osservando che avremmo potuto sperare in un miglioramento all'inizio del 2023, quando il rimbalzo per la riapertura e unito a discorsi più accomodanti delle autorità in materia di affitti, aveva portato a immaginare un risanamento. Ma il crollo delle vendite e dei prezzi delle case ha acquisito maggior vigore. Le vendite nell'agosto 2023 di immobili nuovi da parte delle 100 maggiori società sono diminuite del 33,9% sull'anno, mentre con un ribasso dell’8,5% gli investimenti potrebbero sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita del PIL.

VERSO UN PERIODO DI BASSA CRESCITA


Il consensus stima una crescita di solo 5,1% per il 2023, appena sotto l'obiettivo del 5,7% delle autorità. Evergrande ha presentato di recente istanza di fallimento in USA e il più grande promotore immobiliare, Country Garden, minaccia di non onorare alcuni rimborsi. Nuove misure di sostegno sono state annunciate, le banche hanno ricevuto istruzioni di abbassare i tassi sui mutui e i requisiti di riserva in valuta sono stati allentati. Ma le autorità reagiscono in ritardo e con parsimonia. Secondo Bienvenu potrebbe anche essere un segnale di saggezza politica volta a evitare un eccesso di stimoli, residuo di una politica del passato che ha finito per portare alla bolla. I mezzi di stimolo della Cina sono limitati per l’indebitamento stratosferico seguito alla crisi globale del 2008, passato dal 160% del PIL nel 2008 al 360% nel 2022.

LE AMBIZIONI DI LUNGO TERMINE DI XI JINPING


Secondo l’esperto di La Financière de l’Échiquier si può ipotizzare, anche se è impossibile averne certezza, che la scelta di Xi Jinping di non aumentare troppo l’indebitamento rifletta un'ambizione a lungo termine, quella di stabilizzare le finanze pubbliche, a livello locale soprattutto, a costo anche di affrontare una grave crisi immobiliare, ma fermandosi a un punto di rottura sistemico. Bienvenu cita un’analisi di Société Générale secondo cui le banche cinesi, ben capitalizzate in apparenza, dovrebbero essere in grado di far fronte alla crisi. Una scelta rischiosa per l'autorità, ma una salvezza forse a lungo termine, soprattutto per chi probabilmente punta a essere rieletto alla fine del 2027.

MANCATO GUADAGNO PER LA CRESCITA GLOBALE


Una Cina che si sta spopolando, la cui crescita scenderebbe strutturalmente sotto il 5%, forse al 4% o addirittura al 3% nei prossimi anni, rappresenta un mancato guadagno per la crescita globale, osserva l’esperto di La Financière de l’Échiquier, non da ultimo per le industrie occidentali che contano sui consumatori cinesi, e per gli acquisti cinesi di obbligazioni estere, che hanno chiaramente aiutato l'Occidente a indebitarsi.

NON SOLO ROVINE MA NUOVI SPAZI PER LA CRESCITA


Le conseguenze di questo tifone finanziario che fa poco rumore si stanno ancora manifestando, ma non sono tutte negative, secondo Bienvenu. Una Cina che fa meno faville potrebbe essere percepita come un concorrente meno pericoloso per il dominio Usa e facilitare il confronto, e potrebbe anche contribuire a concentrare l'attenzione globale su questioni più mirate, come la transizione energetica in cui la Cina sta compiendo sforzi che molti altri Paesi non fanno. Il tifone immobiliare cinese, è la conclusione dell’esperto di La Financière de l’Échiquier, “non lascerà quindi solo rovine bensì nuovi spazi in cui intervenire per una nuova era di crescita”.

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