L'outlook

AllianzGI: ritorno delle obbligazioni, resta qualche dubbio sul rendimento reale

AllianzGI, nell’outlook di Stefan Rondorf, nota che i driver hanno un impatto di breve periodo: bond governativi non ancora del tutto attraenti, l’azionario può offrire di più ma vulnerabile a battute d’arresto

di Stefano Caratelli 8 Settembre 2023 08:00

financialounge -  AllianzGI azioni mercati obbligaizioni Stefan Rondorf
Dopo il recente aumento dei rendimenti le obbligazioni offrono opportunità attraenti? I Treasury USA e i Bund tedeschi a lunga scadenza sono tornati ai livelli del 2011 e per un breve periodo si sono attestati sopra il 4,25% e ben oltre il 2,5%. Per trovare una risposta vanno anzitutto esaminati i driver del recente incremento per capire perché i rendimenti sono saliti così tanto nonostante ci stiamo chiaramente avvicinando alla fine dei cicli di inasprimento dei tassi delle principali banche centrali. Il rendimento nominale dei titoli di Stato ha due componenti: un premio che compensa gli investitori per i rischi inflazionistici e il rendimento reale.

TASSI DESTINATI A RESTARE ANCORA ALTI


Allianz Global Investors, nell’outlook di settembre a cura di Stefan Rondorf, Senior Investment Strategist, Global Economics & Strategy, sottolinea che la recente evoluzione si deve quasi interamente all’aumento dei rendimenti reali, che negli USA sono saliti sino a sfiorare il 2%, mentre in Germania sono passati da molto negativi a vicini a zero. Una normalizzazione dopo anni di politica monetaria estremamente accomodante. Inoltre, gli investitori hanno più fiducia nella resilienza economica, mentre i timori inflazionistici non si sono intensificati, e sono stati rassicurati soprattutto dagli sviluppi negli USA dove i consumi sono ancora solidi e gli incentivi dell’Inflation Reduction Act stanno alimentando un piccolo boom nella costruzione di fabbriche. Se davvero la crescita è più solida, osserva Rondorf, i tassi di interesse dovranno restare alti ancora per qualche tempo.

DEFICIT USA E VENDITE DI FED E BCE GIOCANO A SFAVORE


Il deficit fiscale USA più consistente del previsto probabilmente nel breve termine ha penalizzato i mercati obbligazionari, facendo aumentare l’offerta di bond. Al contempo, la Fed sta vendendo Treasury per un ammontare di circa 60 miliardi di dollari al mese, alimentando ulteriormente l’offerta e prosciugando la liquidità. Anche la Bce e altre banche centrali stanno riducendo gradualmente i bilanci. Infine, la decisione della Banca del Giappone di non intervenire più per contenere i rendimenti a 10 anni allo 0,5% influirà verosimilmente sui flussi di capitale nei mercati obbligazionari, perché nel nuovo regime le obbligazioni giapponesi risultano più interessanti agli occhi degli investitori locali, che potrebbero ridurre le posizioni di copertura in bond europei o statunitensi.

QUALCHE DUBBIO SUL RENDIMENTO REALE, SOPRATTUTTO DEI BUND


L’esperto di AllianzGI nota che tutti questi driver hanno per lo più un impatto di breve periodo, ma un investimento a lungo termine in obbligazioni governative è ragionevole se i rendimenti superano l’inflazione. Guardando ai Bund sorge qualche dubbio. Anche nell’ipotesi favorevole che la Bce manchi il target di inflazione del 2% solo di mezzo punto nel medio periodo, il rendimento attuale dei decennali pari al 2,5% sarebbe appena sufficiente a preservare il potere di acquisto. Negli USA, invece, sembra possibile ottenere un rendimento reale positivo.

L’INVESTIMENTO AZIONARIO OFFRE PIÙ POSSIBILITÀ


Nel complesso sembra che le obbligazioni siano interessanti soprattutto per gli investitori convinti che i tassi torneranno a scendere nell’immediato e i prezzi saliranno, il che potrebbe avverarsi in caso di contrazione economica significativa, a seguito dell’inasprimento delle banche centrali. I mercati obbligazionari non rappresentano più un “rischio senza rendimento”, e ora appaiono molto interessanti, anche se non risultano ancora del tutto attraenti. Le implicazioni di asset allocation, secondo l’analisi dell’esperto di AllianzGI, indicano che gli investimenti azionari offrono maggiori possibilità di conseguire un ritorno che vada al di là del mero mantenimento del potere di acquisto a lungo termine.

MA RESTA VULNERABILE A BATTUTE D’ARRESTO


Dal punto di vista tattico, il ritorno delle obbligazioni sarebbe più elevato in caso di decelerazione economica, che potrebbe preludere a un taglio dei tassi, mentre nel breve periodo i mercati azionari appaiono ancora vulnerabili a battute d’arresto. L’aumento delle valutazioni e le previsioni ottimistiche sugli utili esprimono attese di soft landing. Di recente i dati economici in Europa e Cina sono peggiorati, mentre l’economia USA dà prova di robustezza, ma presto diversi fattori positivi potrebbero iniziare a scomparire.

IL TREND RIBASSISTA DELL’INFLAZIONE POTREBBE SUBIRE SCOSSONI


Nel prossimo futuro, sottolinea in conclusione Rondorf, il trend ribassista dell’inflazione potrebbe subire qualche scossone, frenato dall’aumento del petrolio, dovuto alla riduzione delle forniture decisa sa OPEC+ e da effetti base meno favorevoli. Di recente il dollaro si è nuovamente apprezzato, e potrebbe beneficiare della solida crescita USA e di un contesto di mercato più volatile.

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