La view
Fed e Bce, ecco cosa aspettarsi sui tassi di interesse secondo Ethenea
Per la decisione della Bce sarà decisiva l’inflazione, come anche per la Fed, che potrebbe decidere di fare una pausa in attesa dei dati sulla tendenza economica
di Stefano Caratelli 11 Settembre 2023 12:00
Gli effetti della stretta monetaria sul mercato del lavoro statunitense e la discesa dell’inflazione rendono poco probabile un rialzo dei tassi della Fed a settembre, che potrebbe invece avvenire a novembre o dicembre. La crescita economica debole e l’alta inflazione in Europa rendono invece plausibile un nuovo aumento dei tassi da parte della BCE. È l’analisi di Volker Schmidt, senior portfolio manager di Ethenea Independent Investors che rileva come i banchieri centrali USA abbiano lasciato aperta la porta a ulteriori rialzi nel caso in cui l'economia statunitense dovesse guadagnare slancio.
La performance economica sembra aver sorpreso in positivo. A metà agosto la Fed di Atlanta ha alzato a sorpresa la stima della crescita annuale del PIL al 5,9%, circa tre volte il tasso neutrale stimato, dopo uno dei cicli di rialzo dei tassi di interesse più brevi della storia degli Stati Uniti, effettuato proprio con l'obiettivo di domare l'economia. Dato il focus della Fed sulla lotta all'inflazione e sulla piena occupazione, c’era molta attesa i dati sul mercato del lavoro USA che hanno dato segnali che il tanto atteso rallentamento potrebbe essere arrivato, con meno posti creati delle attese e anche una disoccupazione che ha ricominciato a salire.
Schmidt rileva che gli ultimi dati mostrano che gli effetti della stretta monetaria iniziano a farsi sentire mentre l'inflazione è già scesa a circa il 3%, ed è ciò di cui la Fed ha bisogno per mettere in pausa i rialzi dei tassi, che sono già ben al di sopra il tasso d'inflazione. L’esperto di Ethenea non si aspetta quindi un altro rialzo ma osserva che ciò non pone fine al dibattito su un ulteriore rialzo a novembre o dicembre. Oltre al PIL, altri dati mostrano che l'economia rimane forte, come la spesa dei consumatori, principale motore dell'economia USA, aumentata notevolmente in estate. E insieme all'aumento dei prezzi delle materie prime e in particolare del petrolio potrebbe avere un effetto inflazionistico e alimentare il dibattito su ulteriori rialzi dei tassi negli ultimi mesi dell'anno.
Per quanto riguarda la BCE, Schmidt osserva che i principali membri dell’Esecutivo hanno evitato di dare una chiara indicazione sulla decisione di settembre, citando la rappresentante tedesca Isabel Schnabel che ha sottolineato che la crescita economica è stata più debole del previsto, mentre l'inflazione rimane ostinatamente alta. Al 5,3%, sia l'inflazione di fondo che quella complessiva rimangono ben sopra l'obiettivo del 2% della banca centrale, ciò depone chiaramente a favore di un altro rialzo dei tassi, secondo l’esperto di Ethenea.
E’ anche chiaro, prosegue l’analisi di Schmidt, che l'inflazione scenderà significativamente a circa il 3,5% nei prossimi mesi per gli effetti base. I prezzi di elettricità e gas in Europa sono esplosi un anno fa e ora sono ben al di sotto quei livelli. Alla prossima riunione la BCE presenterà la nuova previsione di inflazione, che a giugno era stimata in media al 3% nel 2024 e al 2,2% nel 2025. Qualsiasi aumento, sottolinea l’esperto di Ethenea, rende più probabili ulteriori rialzi dei tassi, e dato che l'inflazione è ritenuta "ostinatamente alta" immagina un leggero aumento nei valori previsti e quindi un altro rialzo dei tassi.
LA CRESCITA USA SORPRENDE IN POSITIVO
La performance economica sembra aver sorpreso in positivo. A metà agosto la Fed di Atlanta ha alzato a sorpresa la stima della crescita annuale del PIL al 5,9%, circa tre volte il tasso neutrale stimato, dopo uno dei cicli di rialzo dei tassi di interesse più brevi della storia degli Stati Uniti, effettuato proprio con l'obiettivo di domare l'economia. Dato il focus della Fed sulla lotta all'inflazione e sulla piena occupazione, c’era molta attesa i dati sul mercato del lavoro USA che hanno dato segnali che il tanto atteso rallentamento potrebbe essere arrivato, con meno posti creati delle attese e anche una disoccupazione che ha ricominciato a salire.
MA GLI EFFETTI DELLA STRETTA COMINCIANO A FARSI SENTIRE
Schmidt rileva che gli ultimi dati mostrano che gli effetti della stretta monetaria iniziano a farsi sentire mentre l'inflazione è già scesa a circa il 3%, ed è ciò di cui la Fed ha bisogno per mettere in pausa i rialzi dei tassi, che sono già ben al di sopra il tasso d'inflazione. L’esperto di Ethenea non si aspetta quindi un altro rialzo ma osserva che ciò non pone fine al dibattito su un ulteriore rialzo a novembre o dicembre. Oltre al PIL, altri dati mostrano che l'economia rimane forte, come la spesa dei consumatori, principale motore dell'economia USA, aumentata notevolmente in estate. E insieme all'aumento dei prezzi delle materie prime e in particolare del petrolio potrebbe avere un effetto inflazionistico e alimentare il dibattito su ulteriori rialzi dei tassi negli ultimi mesi dell'anno.
INFLAZIONE EUROPEA BEN SOPRA L'OBIETTIVO DELLA BCE
Per quanto riguarda la BCE, Schmidt osserva che i principali membri dell’Esecutivo hanno evitato di dare una chiara indicazione sulla decisione di settembre, citando la rappresentante tedesca Isabel Schnabel che ha sottolineato che la crescita economica è stata più debole del previsto, mentre l'inflazione rimane ostinatamente alta. Al 5,3%, sia l'inflazione di fondo che quella complessiva rimangono ben sopra l'obiettivo del 2% della banca centrale, ciò depone chiaramente a favore di un altro rialzo dei tassi, secondo l’esperto di Ethenea.
ATTENZIONE ALLE NUOVE STIME DELLA BANCA CENTRALE
E’ anche chiaro, prosegue l’analisi di Schmidt, che l'inflazione scenderà significativamente a circa il 3,5% nei prossimi mesi per gli effetti base. I prezzi di elettricità e gas in Europa sono esplosi un anno fa e ora sono ben al di sotto quei livelli. Alla prossima riunione la BCE presenterà la nuova previsione di inflazione, che a giugno era stimata in media al 3% nel 2024 e al 2,2% nel 2025. Qualsiasi aumento, sottolinea l’esperto di Ethenea, rende più probabili ulteriori rialzi dei tassi, e dato che l'inflazione è ritenuta "ostinatamente alta" immagina un leggero aumento nei valori previsti e quindi un altro rialzo dei tassi.