L'analisi

J. Safra Sarasin: “Fino a primavera 2024 tassi costanti, poi i primi tagli”

Per Karsten Junius, Chief Economist della banca svizzera, “è improbabile che anche con dati avversi dell’inflazione si possa innescare un nuovo rialzo dei tassi a breve”

di Davide Lentini 15 Settembre 2023 11:44

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È il giorno dei commenti: dopo che ieri il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di aumentare i tassi di interesse per la decima volta consecutiva per continuare la lotta all’inflazione, oggi tocca a reazioni e analisi, anche alla luce dei primi effetti che l’annuncio ha provocato sui mercati. Una decisione non facile, come ha spiegato la stessa presidente della Bce Lagarde, perché “alcuni membri del Consiglio avrebbero voluto una pausa, ma alla fine una forte maggioranza è stata d'accordo” nel ritoccare al rialzo i tassi di 25 punti.

POSSIBILE TAGLIO DEI TASSI ENTRO MARZO


“Sembra che i membri dovish del Consiglio abbiano perso il dibattito. Invece di una pausa hawkish, il Consiglio ha presentato un rialzo dovish che ha scatenato una reazione favorevole al mercato - commenta Karsten Junius, Chief Economist di J. Safra Sarasin -. L'euro si è deprezzato e i rendimenti obbligazionari sono scesi, in quanto i mercati stanno valutando un taglio dei tassi entro marzo. Hanno interpretato correttamente quello che la presidente Lagarde ha poi spiegato essere il paragrafo più importante del comunicato stampa: "Sulla base della sua attuale valutazione - è riportato nel documento - il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse della Bce abbiano raggiunto livelli che, se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, contribuiranno in modo sostanziale al tempestivo ritorno dell'inflazione al target. Le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse della Bce siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario. Il Consiglio continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello e la durata appropriati della restrizione’.”

INFLAZIONE SOTTO IL 2% A FINE 2025


Karsten Junius spiega che “la Bce si aspetta una crescita dello 0,1% nel 2° semestre del 2023, facendo slittare le sue proiezioni di crescita favorevole di due trimestri esatti. Nel 4° trimestre del 2025 l'inflazione headline è prevista all'1,9% e l'inflazione core al 2,2%”.

IMPROBABILE UN NUOVO RIALZO DEI TASSI A BREVE


“Poiché le previsioni sul Pil sono state abbassate meno di quanto avremmo ritenuto necessario e le previsioni sull'inflazione sono piuttosto elevate per il 2024 - continua Junius - è anche improbabile che dati avversi possano innescare un altro rialzo dei tassi a breve. Degno di nota è il fatto che la Bce consideri il meccanismo di trasmissione più rapido rispetto ai cicli precedenti e che ritenga che il calo dei margini di profitto delle imprese consenta un aumento dei salari. Un lungo periodo di tassi costanti e la continuazione dell'attuale stagflazione è il percorso più probabile almeno fino alla primavera del 2024. D'ora in poi - conclude l’analista di J. Safra Sarasin - le discussioni sui mercati verteranno sulla tempistica del primo taglio dei tassi”.

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