Politica monetaria

AllianzGI: la fine dei rialzi dei tassi Usa è vicina, ma non nella prossima riunione

Il weekly outlook di Allianz Global Investors, a cura del senior economist Sean Shepley, analizza il ciclo di inasprimento dei tassi di interesse della Fed, sottolineando che i mercati sono in attesa di una buona notizia per capire che direzione prenderà la banca centrale americana

di Annalisa Lospinuso 17 Settembre 2023 15:00

financialounge -  Allianz Global Investors FED mercati Sean Shepley tassi di interesse
Se fosse una partita a scacchi, saremmo alle mosse finali. Il ciclo di inasprimento dei tassi della Federal Reserve è vicino alla fine e siamo ormai prossimi al picco dei tassi. Il weekly outlook di Allianz Global Investors, a cura del senior economist Sean Shepley, analizza la politica monetaria Usa che, dal 2022, ha dovuto intervenire d’urgenza per bloccare l’inflazione. “La fase finale è iniziata – si legge – ma non crediamo che la partita si concluderà la prossima settimana. La maggior parte dei mercati forse deve aspettare ancora un po’ per una buona notizia che ne determini la direzione”.

LA FASE DI NORMALIZZAZIONE


“A partire da inizio 2023 – scrive Shepley – la politica restrittiva è entrata in una fase di normalizzazione. La banca centrale Usa ha rallentato il passo dei progressivi rialzi del tasso di riferimento, il tasso sui Federal Funds, man mano che il processo di disinflazione prendeva piede. È ormai sempre più evidente che i tassi di riferimento sono prossimi al picco. Tuttavia, secondo noi il processo di inasprimento monetario non è ancora concluso”.

COME LA FED GIOCHERÀ LA FASE FINALE


La Federal Reserve ora può giocare la fase finale in modo attivo o passivo. Un coinvolgimento attivo potrebbe consistere in un ulteriore incremento dei tassi di riferimento al fine di minimizzare il rischio di un’inflazione persistente. “Tuttavia potrebbe anche essere espresso tramite le previsioni fornite dalla Federal Reserve in merito alla crescita, all’inflazione e, di fatto, al tasso di riferimento stesso. A nostro avviso questi potrebbero essere elementi importanti da tenere d’occhio alla prossima riunione”, continua AllianzGI.

LE VARIABILI


Tra le variabili da considerare, ci sono le variazioni alla politica delle altre banche centrali, in particolare della Banca del Giappone, e il livello dei rendimenti delle obbligazioni globali a lunga scadenza. I rendimenti obbligazionari a lungo termine hanno un impatto più sostanziale sull’economia Usa che su altre economie per via delle dimensioni del mercato dei mutui statunitense, che spesso prevede piani di rimborso a tasso fisso della durata di oltre dieci anni. L’aumento dei rendimenti obbligazionari interessa anche le società che contraggono prestiti, poiché intacca il loro potere di spesa.

LE POSSIBILI MOSSE DELLA FED


Pur restando del tutto passiva, la Fed potrebbe comunque inasprire le condizioni monetarie semplicemente non abbassando i tassi di interesse quando l’inflazione scende. “L’incremento dei tassi di interesse reali (che potrebbero essere definiti come la differenza tra i rendimenti obbligazionari nominali e l’inflazione attesa) – scrive il senior economist di AllianzGI – ha un impatto diretto sia in termini di aumento del tasso reale di rendimento richiesto sugli investimenti di capitale nell’economia reale, sia a livello dei portafogli di investimento, poiché fa salire i tassi di sconto a lungo termine. Entrambi gli effetti tendono a provocare una svalutazione degli asset i cui flussi di cassa vengono valutati rispetto ai tassi reali (per evidenziare i diversi impatti, basti pensare che interessano, fra l’altro, infrastrutture, real estate e molte valute, ma anche l’oro). Probabilmente un simile inasprimento passivo durerà per diversi mesi dopo l’ultimo rialzo dei tassi di riferimento della Fed”.

LA VITTORIA NON È ANCORA VICINA


I dati fotografano un’attività economica reale in rafforzamento, mentre le tensioni nel mercato del lavoro e l’inflazione core danno segnali di cedimento. Questo quadro macroeconomico può indurre a pensare che la vittoria sia vicina, ma secondo Allianz Global Investors non si è ancora alla fine. “Spesso, la flessione dell’inflazione dopo un picco è stata interrotta da episodi di risalita – continua il senior economist di AllianzGI – come quello minacciato dal recente rincaro del petrolio. Riteniamo pertanto probabile che la prossima settimana la Fed manterrà i tassi di interesse invariati, che le sue previsioni continueranno a segnalare un ulteriore rialzo prima di fine anno e potenzialmente a ridurre le attese sui tagli dei tassi nel 2024”.

GLI EVENTI DA SEGUIRE


Oltre alla Federal Reserve, la prossima settimana sarà da seguire la riunione della Bank of England e della banca giapponese. “Prevediamo che la Bank of England alzerà i tassi di 25 punti base (pb) e che la Banca del Giappone confermi la politica in essere”, scrive Sean Shepley. I dati più attesi, vale a dire i Pmi flash relativi a Stati Uniti, area euro, Giappone e Regno Unito, saranno pubblicati alla fine della settimana.

Trending