La previsione

La Financière de l’Échiquier: “Tassi alti ancora per un po’, ma poi sarà necessaria una discesa”

Secondo Enguerrand Artaz “le banche centrali dovranno ben presto pensare di compiere un ultimo passo se non vogliono ritrovarsi intrappolate sulle alture nella bufera: iniziare il taglio dei tassi”

di Redazione 19 Settembre 2023 11:15

financialounge -  Enguerrand Artaz La Financière de l'Echiquier mercati tassi
Dopo il rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce, c’è attesa per la decisione delle altre banche centrali, soprattutto la Fed. Gli analisti si interrogano su cosa emergerà dalla riunione di questa settimana. Secondo La Financière de l’Échiquier “non dovrebbe aumentarli”. “Sebbene permanga un leggero dubbio quanto alla riunione di novembre, la Fed - spiega Enguerrand Artaz, gestore di LFDE - dovrebbe aver già concluso il suo ciclo di rialzi, come emerge dagli ultimi dati macroeconomici . All'inizio del mese, la Banca d'Australia ha mantenuto il tasso di riferimento invariato per la terza volta consecutiva e sembra, anch’essa, aver voltato pagina rispetto alla stretta monetaria. E l'elenco non è esaustivo. Dopo un anno e mezzo di tassi d'interesse in costante aumento, i grandi della finanza mondiale sembrano aver raggiunto la vetta”.

I TASSI RESTERANNO ALTI PER UN PO’


Secondo il gestore de La Financière de l’Échiquier, però, “la scalata non è finita: in un primo momento le banche centrali manterranno i tassi di riferimento al livello elevato nel frattempo raggiunto. Si tratta di un esercizio di equilibrismo su un crinale, il tempo di verificare che la tempesta inflazionistica abbia davvero perso vigore, evitando nel contempo di essere disarcionati dalle raffiche di un rallentamento economico che si rafforzano col passare dei mesi. È una situazione scomoda - spiega Artaz - che la Bce, che ha fortemente rivisto le sue aspettative di crescita economica al ribasso per il 2023 e il 2024, potrebbe presto dover affrontare. Il motore economico tedesco è entrato in recessione nel secondo trimestre, i consumi delle famiglie sono depressi in tutta l'Eurozona e le prospettive per le imprese sono mediocri, nonostante un mercato del lavoro ancora solido”.

POI SARA’ NECESSARIO PENSARE A UNA DISCESA


Per l’analista de La Financière de l’Échiquier, la situazione negli Usa appare più comoda per la Fed. “La maggior parte degli investitori si aspetta che la Banca centrale riesca a contenere l'inflazione - commenta Enguerrand Artaz - consentendo all'economia un atterraggio morbido. In realtà, però, l'economia statunitense è arroccata su un pinnacolo estremamente friabile. Dopo aver raggiunto le vette più alte grazie ai massicci piani di stimolo post-Covid, si troverà ora di fronte a un trittico pericoloso: i consumi sono destinati a rallentare bruscamente nei prossimi mesi, il sostegno al bilancio a diminuire e il mercato del lavoro a incrinarsi. Di fronte a queste nubi che si addensano all'orizzonte economico - secondo LFDE - le banche centrali dovranno ben presto pensare di compiere un ultimo passo se non vogliono ritrovarsi intrappolate sulle alture nella bufera: la discesa. Gli scenari possibili sono due. O, in quello ideale, l'inflazione continua ad arretrare senza che l'economia subisca una frenata troppo brutale, nel qual caso le banche centrali potranno intraprendere una discesa in corda doppia abbassando gradualmente i tassi in modo da mantenere quelli reali vicini alla neutralità. Oppure, in un’ottica più pessimistica, l'economia finirà per sganciarsi, nel qual caso le banche centrali dovranno riprendere a rassicurare attivando meccanismi ad hoc per rallentare la discesa, e garantire che l'atterraggio sia il meno duro possibile”.

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