Banche centrali
Natixis IM: la Fed resterà in attesa, ma Powell non abbasserà la guardia
Jack Janasiewicz, Portfolio Manager e Lead Portfolio Strategist di NIM Solutions, analizza come la FED possa interpretare gli ultimi dati sull’andamento dell’inflazione con gli indici PCE e CPI che mostrano divergenze
di Stefano Caratelli 20 Settembre 2023 12:13
E’ arrivato il giorno della FED e Powell dovrebbe seguire lo schema atteso: tassi fermi, parlare in modo diretto, sottolineare la flessibilità e la dipendenza dai dati e ribadire che il lavoro non è finito e che si debba andare avanti. Ma per contestualizzare meglio va sottolineato che l'ultimo dato sull'inflazione al consumo in apparenza è più ‘caldo’ del previsto, ma gli investitori non dovrebbero estrapolare un mese e non aspettarsi che modifichi le prospettive. Il processo di disinflazione non è mai stato lineare, si devono aspettare scatti e ripartenze, con una traiettoria a lungo termine verso il basso.
E’ l’indicazione di Jack Janasiewicz, Portfolio Manager e Lead Portfolio Strategist di Natixis IM Solutions che sottolinea come la quasi totalità degli elementi positivi del dato di agosto ruota intorno ai segmenti legati alle assicurazioni auto e alle tariffe aeree, con il primo che sembra in fase di recupero rispetto all'aumento dei prezzi delle auto, mentre il secondo sembra in contrasto con prospettive più morbide. Guardando alle aspettative del mercato, i rialzi dei tassi sembrano essere allontanati, con le probabilità di un rialzo a novembre in calo, scese al 31%, un esempio della dipendenza dai dati della Fed.
L’esperto di Natixis IM osserva che i dati sui consumi e sul mercato del lavoro rimangono più solidi di quanto alcuni vorrebbero, ma ci sono molti segnali che indicano un ammorbidimento. Il mercato del lavoro continua a normalizzarsi esercitando una pressione al ribasso sui salari. Combinando questi dati con le tendenze sottostanti dell'inflazione, secondo Janasiewicz si può capire perché la Fed rimarrà in attesa. I progressi sull'inflazione continuano a muoversi nella giusta direzione ma Powell probabilmente insisterà sul mantra "più alto più a lungo".
Ci si aspetta che il rialzo per un periodo più lungo si manifesti nel Riepilogo delle proiezioni economiche con una revisione al rialzo del cluster del 2024, e questo secondo Janasiewicz si rivelerà l'elemento più importante. E’ probabile che in futuro si assista a una crescente divergenza tra i diversi dati usati per misurare l’inflazione, ma va ricordato che l'obiettivo del 2% della Fed si riferisce specificamente all’indice delle Pesonal Consumer Expenditures (PCE) e non a quello generale dei prezzi al consumo (CPI). Le differenze di composizione tendono a far sì che il CPI core sia più alto di circa 35 punti base rispetto al PCE core.
Ma i mercati tendono a concentrarsi sul CPI e c'è il rischio che il ritmo di disinflazione di questo indice inizi a rallentare mentre il PCE core continua a mostrare una solida disinflazione. Diverse componenti del PCE non vengono percepiti direttamente dal consumatore. Janasiewicz si chiede se la Fed dovrebbe tenerne conto e osserva che qualsiasi consolidamento dei mercati azionari agirà come un freno a questi numeri. Il punto è che PCE e l'CPI probabilmente registreranno divergenze nei prossimi mesi, ma il primo è il punto focale per la Fed, quello che conta, e la tendenza disinflazionistica potrebbe rivelarsi più resistente nei prossimi mesi con questo indice rispetto al CPI.
Il risultato, sottolinea in conclusione Janasiewicz, è che la tendenza disinflazionistica continua, ma non bisognava aspettarsi che fosse lineare. Il mercato del lavoro continua a riequilibrarsi e a normalizzarsi gradualmente, mentre l'inflazione tende a diminuire. Tutto ciò, secondo l’esperto di Natixis IM, contribuisce per il momento a conservare lo scenario di atterraggio morbido, nella previsione che la Fed rimarrà in attesa e continuerà a insistere su un risultato di tassi più alti e più a lungo: non c'è nulla di veramente nuovo, ma solo un segno di sottolineatura della forward guidance della banca centrale.
IN CALO LE PROBABILITÀ DI UN RIALZO A NOVEMBRE
E’ l’indicazione di Jack Janasiewicz, Portfolio Manager e Lead Portfolio Strategist di Natixis IM Solutions che sottolinea come la quasi totalità degli elementi positivi del dato di agosto ruota intorno ai segmenti legati alle assicurazioni auto e alle tariffe aeree, con il primo che sembra in fase di recupero rispetto all'aumento dei prezzi delle auto, mentre il secondo sembra in contrasto con prospettive più morbide. Guardando alle aspettative del mercato, i rialzi dei tassi sembrano essere allontanati, con le probabilità di un rialzo a novembre in calo, scese al 31%, un esempio della dipendenza dai dati della Fed.
CONSIDERARE LE TENDENZE SOTTOSTANTI DELL’INFLAZIONE
L’esperto di Natixis IM osserva che i dati sui consumi e sul mercato del lavoro rimangono più solidi di quanto alcuni vorrebbero, ma ci sono molti segnali che indicano un ammorbidimento. Il mercato del lavoro continua a normalizzarsi esercitando una pressione al ribasso sui salari. Combinando questi dati con le tendenze sottostanti dell'inflazione, secondo Janasiewicz si può capire perché la Fed rimarrà in attesa. I progressi sull'inflazione continuano a muoversi nella giusta direzione ma Powell probabilmente insisterà sul mantra "più alto più a lungo".
LE PROIEZIONI DELLA FED L’ELEMENTO PIÙ IMPORTANTE
Ci si aspetta che il rialzo per un periodo più lungo si manifesti nel Riepilogo delle proiezioni economiche con una revisione al rialzo del cluster del 2024, e questo secondo Janasiewicz si rivelerà l'elemento più importante. E’ probabile che in futuro si assista a una crescente divergenza tra i diversi dati usati per misurare l’inflazione, ma va ricordato che l'obiettivo del 2% della Fed si riferisce specificamente all’indice delle Pesonal Consumer Expenditures (PCE) e non a quello generale dei prezzi al consumo (CPI). Le differenze di composizione tendono a far sì che il CPI core sia più alto di circa 35 punti base rispetto al PCE core.
ATTESE DIVERGENZE DEGLI INDICI CPI E PCE
Ma i mercati tendono a concentrarsi sul CPI e c'è il rischio che il ritmo di disinflazione di questo indice inizi a rallentare mentre il PCE core continua a mostrare una solida disinflazione. Diverse componenti del PCE non vengono percepiti direttamente dal consumatore. Janasiewicz si chiede se la Fed dovrebbe tenerne conto e osserva che qualsiasi consolidamento dei mercati azionari agirà come un freno a questi numeri. Il punto è che PCE e l'CPI probabilmente registreranno divergenze nei prossimi mesi, ma il primo è il punto focale per la Fed, quello che conta, e la tendenza disinflazionistica potrebbe rivelarsi più resistente nei prossimi mesi con questo indice rispetto al CPI.
RESTA LO SCENARIO DI ATTERRAGGIO MORBIDO
Il risultato, sottolinea in conclusione Janasiewicz, è che la tendenza disinflazionistica continua, ma non bisognava aspettarsi che fosse lineare. Il mercato del lavoro continua a riequilibrarsi e a normalizzarsi gradualmente, mentre l'inflazione tende a diminuire. Tutto ciò, secondo l’esperto di Natixis IM, contribuisce per il momento a conservare lo scenario di atterraggio morbido, nella previsione che la Fed rimarrà in attesa e continuerà a insistere su un risultato di tassi più alti e più a lungo: non c'è nulla di veramente nuovo, ma solo un segno di sottolineatura della forward guidance della banca centrale.