Titoli di Stato
Il rendimento del Btp decennale supera il 4,5%
Un’occasione per chi investe ma un problema per il Tesoro. Il rendimento ha raggiunto il livello record dal 2013, a fine 2023 le emissioni di nuovi titoli saranno di 300 miliardi
di Fabrizio Arnhold 22 Settembre 2023 10:32
A inizio giornata il differenziale di rendimento tra il Btp decennale e il titolo di pari durata tedesco ha aperto a 181 punti base, contro i 180 del precedente closing. Scende lievemente il rendimento del decennale benchmark italiano al 4,49% dal 4,55% dell’ultimo riferimento. Si tratta di un livello di rendimento che resta sui livelli di dieci anni fa.
Lo spread in area 180 punti non è un livello che preoccupa più di tanto. Solo per fare qualche esempio, quando arrivò Draghi a Palazzo Chigi, il differenziale si attestava a 230 punti. Con il governo Meloni il riferimento non ha fatto registrare grosse oscillazioni. Il rendimento a quota 4,5%, però, implica un paio di considerazioni. Una per i risparmiatori e l’altra per lo Stato che emette i titoli per finanziarsi.
Il Tesoro a fine 2023 avrà emesso oltre 300 miliardi di nuovi titoli. Mentre cresce l’interesse per la prossima emissione del Btp Valore - il titolo verrà collocato tra il 2 e il 6 ottobre, con i tassi che saranno comunicati a fine settembre -, bisogna considerare che questi tassi che attirano gli investitori rappresentano un conto da pagare, anzi ripagare, per lo Stato.
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Con i tassi di due anni fa, “avremmo avuto 14-15 miliardi in più da mettere sul fisco”, ha commentato qualche girono fa il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il governo è alla ricerca di soldi per la manovra ma il costo del debito in aumento rappresenta un ulteriore ostacolo. In un contesto attuale con le banche centrali che probabilmente manterranno tassi elevati a lungo e con l'inflazione da tenere a bada, il debito pubblico rischia di soffire un po'. Mentre la corsa ai Btp da parte degli investitori continua.
SPREAD SOTTO CONTROLLO
Lo spread in area 180 punti non è un livello che preoccupa più di tanto. Solo per fare qualche esempio, quando arrivò Draghi a Palazzo Chigi, il differenziale si attestava a 230 punti. Con il governo Meloni il riferimento non ha fatto registrare grosse oscillazioni. Il rendimento a quota 4,5%, però, implica un paio di considerazioni. Una per i risparmiatori e l’altra per lo Stato che emette i titoli per finanziarsi.
300 MILIARDI A FINE 2023
Il Tesoro a fine 2023 avrà emesso oltre 300 miliardi di nuovi titoli. Mentre cresce l’interesse per la prossima emissione del Btp Valore - il titolo verrà collocato tra il 2 e il 6 ottobre, con i tassi che saranno comunicati a fine settembre -, bisogna considerare che questi tassi che attirano gli investitori rappresentano un conto da pagare, anzi ripagare, per lo Stato.
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Con i tassi di due anni fa, “avremmo avuto 14-15 miliardi in più da mettere sul fisco”, ha commentato qualche girono fa il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il governo è alla ricerca di soldi per la manovra ma il costo del debito in aumento rappresenta un ulteriore ostacolo. In un contesto attuale con le banche centrali che probabilmente manterranno tassi elevati a lungo e con l'inflazione da tenere a bada, il debito pubblico rischia di soffire un po'. Mentre la corsa ai Btp da parte degli investitori continua.
