L'analisi
Schroders: ecco come l'India sta crescendo, grazie allo sviluppo tecnologico
Per Jigar Gandhi, India Investment Specialist, oggi la Borsa indiana "offre un'ampia gamma di opportunità azionarie" e ci sono società "che hanno il potenziale per offrire rendimenti superiori a quelli del mercato"
di Davide Lentini 23 Settembre 2023 15:30
Grazie allo sviluppo tecnologico che negli ultimi 10 anni ha avuto una notevole impennata, l’India sta trasformando la propria economia potenziando la capacità di crescere più velocemente di altre grandi economie. Tanto che c’è chi sostiene che a breve sostituirà, almeno in parte, il ruolo avuto fino a oggi dalla Cina nel rapporto produttivo con l’occidente, Stati Uniti in primis. La crescita tecnologica dell’India, non ancora ultimata, inizia ad avere impatti positivi anche sul funzionamento dei mercati dei capitali.
Ma come si è arrivati a questo sviluppo? E quali altri vantaggi porterà? In una approfondita analisi Jigar Gandhi, India Investment Specialist di Schroders, ricorda che “nel 2008 solo un indiano su 25 aveva un’identificazione formale e uno su quattro aveva un conto in banca. Il sistema di identità biometrica unico dell’India, Aadhaar, lanciato nel 2010, è stato il primo sistema digitale progettato con lo scopo specifico di autenticare l’identità individuale. Oggi - spiega Gandhi - più di 1,2 miliardi di indiani hanno un’identità digitale unica e il sistema viene utilizzato per autenticare l'identità di oltre 1,6 miliardi di transazioni al mese. La velocità di adozione di Aadhaar, insieme ad altre iniziative governative, ha portato anche a un forte aumento del numero di conti bancari. Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), più di 470 milioni di adulti indiani hanno aperto un conto bancario tra il 2011 e il 2017”.
Anche i numeri sul divario di genere sono confortanti: la differenza tra le quote di uomini e donne con un conto bancario è scesa dal 17% nel 2011 al 6% nel 2017; quella tra chi fa parte della forza lavoro e chi no, è scesa dal 18% al 9%; tra chi ha un’istruzione secondaria e chi no, dal 29% al 10%; e tra ricchi e poveri è passata dal 14% al 5%. “Tutti questi divari - commenta l’analista di Schroders - sono ora inferiori ai livelli mondiali. La percentuale della popolazione indiana di età pari o superiore ai 15 anni con un conto bancario è balzata a quasi l’80% nel 2017. Secondo le stime della BRI, per raggiungere questa percentuale affidandosi esclusivamente ai processi di crescita tradizionali, per l’India ci sarebbero voluti 47 anni. Con l’aiuto della tecnologia, il Paese ce l’ha fatta in sette”.
L’aumento del numero dei conti bancari ha portato a un’economia più formale e ha aumentato la necessità di rendere più fluidi i processi e la velocità dei pagamenti. L’emergere dei pagamenti digitali, in particolare dell’Interfaccia di pagamento unificata (Upi), dal 2016 ha aiutato l’India a raggiungere il più alto volume di pagamenti digitali al mondo dal 2019 in poi. “L’Upi ha trasformato l’India da un’economia incentrata sul contante a un’economia di pagamenti istantanei senza rivelare i dati bancari alla controparte”, spiega Gandhi.
A contribuire alla crescita economica dell’India è stato anche il nuovo sistema di dichiarazione dei redditi. L’India comprende 28 Stati e otto territori dell’Unione. Prima del 2017, il sistema di imposte indirette del Paese era guidato dagli Stati. Questo comportava numerose e macchinose dichiarazioni dei redditi per le aziende presenti sul territorio nazionale, con conseguente perdita di entrate. “Ora la Goods and Services Tax (Gst) è un sistema di dichiarazione dei redditi online in cui il back-end garantisce il corretto accredito delle imposte - spiega nella sua analisi Jigar Gandhi, India Investment Specialist di Schroders - Il nuovo sistema ha spostato la frequenza delle dichiarazioni fiscali da trimestrale a mensile, garantendo al governo un flusso di cassa prevedibile e stabile, e ha contribuito ad alleggerire il carico di adempimenti fiscali. Grazie alla tecnologia la circolazione interstatale delle merci è migliorata in modo significativo. Il sistema precedente comportava ingorghi ai confini di Stato sulle autostrade nazionali, ritardando il trasferimento delle merci per giorni. Anche le infrastrutture stradali e ferroviarie in India sono state notevolmente migliorate negli ultimi anni, evidenziando come la tecnologia possa essere utilizzata per le infrastrutture fisiche”.
Con la crescita dell’economia, i mercati azionari in India sono cresciuti di pari passo. “Anche l’infrastruttura di mercato non è immune all’uso della tecnologia - dice Jigar Gandhi – e sta cambiando il modo di investire degli indiani. Da tradizionali acquirenti di immobili, oro e depositi fissi, ora guardano sempre più alle azioni per i loro risparmi”. Non a caso i contributi mensili regolari, chiamati “Piani di investimento sistematici”, in fondi comuni di investimento orientati alle azioni, hanno registrato un aumento costante dal 2016 e ora rappresentano quasi 2 miliardi di dollari al mese. Anche il numero di investitori retail è in costante aumento grazie alla disponibilità di informazioni e di piattaforme online che offrono la possibilità di aprire un conto senza carta. I primi tre agenti di Borsa in base al numero di clienti unici attivi sono operatori fintech di nuova generazione, che rappresentano oltre il 40% della quota di mercato totale. Gli operatori storici hanno modificato i loro modelli di business adottando un modello online. Le transazioni online e i regolamenti paperless, compresi i pagamenti in contanti, hanno superato il sistema offline alcuni anni fa. “Con una popolazione di investitori ampia e in crescita - analizza Gandhi - il rischio di controparte e di mercato aumenta con il tempo necessario per regolare le transazioni. Per questo motivo, le autorità di regolamentazione stanno accorciando i cicli di regolamento delle transazioni da due giorni (T+2) a un giorno (T+1). L’India è uno dei primi paesi al mondo ad averlo fatto. La Securities and Exchange Commission statunitense lo introdurrà solo a metà del 2024”.
Anche il mondo delle start-up in India è in forte crescita, grazie a forti flussi di private equity arrivati nell’ultimo decennio. Secondo l’ultimo conteggio, l’India ha prodotto 108 unicorni (le start-up con una capitalizzazione di mercato superiore a 1 miliardo di dollari) con una valutazione complessiva di oltre 354 miliardi di dollari, secondo Inc42, attive in settori diversi: finanza, i beni di consumo discrezionali, vendita al dettaglio, servizi di comunicazione, difesa e servizi di pubblica utilità. Anche gli operatori storici hanno adottato la tecnologia per crescere e mantenere la propria quota di mercato. “Il mercato azionario ha beneficiato di una rivalutazione delle aziende esistenti e di nuove quotazioni – spiega l’analista di Schroders - I prezzi delle azioni riflettono la crescita degli utili dovuta ai cambiamenti strutturali e macroeconomici. Storicamente, l’India è stata scambiata a valutazioni più elevate rispetto ad altri mercati emergenti, ma con caratteristiche diverse. Per esempio, il Brasile e la Cina sono orientati alle esportazioni, mentre l’India è un importatore netto. Se le valutazioni sono importanti, anche la crescita degli utili e le prospettive a lungo termine della società e della sua attività sono fattori chiave”.
“Sebbene il mercato azionario indiano possa essere volatile e apparire costoso rispetto ad altri mercati, ha fornito rendimenti superiori nel corso del tempo - conclude Jigar Gandhi, India Investment Specialist di Schroders - L’India è un mercato azionario ampio e profondo, con un’ampia gamma di opportunità azionarie. Riteniamo che queste condizioni rappresentino una buona opportunità per gli stock picker attivi di individuare le società che hanno il potenziale per offrire rendimenti superiori a quelli del mercato”.
IL SETTORE BANCARIO: LA CHIAVE PER L’INCLUSIONE FINANZIARIA
Ma come si è arrivati a questo sviluppo? E quali altri vantaggi porterà? In una approfondita analisi Jigar Gandhi, India Investment Specialist di Schroders, ricorda che “nel 2008 solo un indiano su 25 aveva un’identificazione formale e uno su quattro aveva un conto in banca. Il sistema di identità biometrica unico dell’India, Aadhaar, lanciato nel 2010, è stato il primo sistema digitale progettato con lo scopo specifico di autenticare l’identità individuale. Oggi - spiega Gandhi - più di 1,2 miliardi di indiani hanno un’identità digitale unica e il sistema viene utilizzato per autenticare l'identità di oltre 1,6 miliardi di transazioni al mese. La velocità di adozione di Aadhaar, insieme ad altre iniziative governative, ha portato anche a un forte aumento del numero di conti bancari. Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), più di 470 milioni di adulti indiani hanno aperto un conto bancario tra il 2011 e il 2017”.
RIDOTTO IL DIVARIO DI GENERE
Anche i numeri sul divario di genere sono confortanti: la differenza tra le quote di uomini e donne con un conto bancario è scesa dal 17% nel 2011 al 6% nel 2017; quella tra chi fa parte della forza lavoro e chi no, è scesa dal 18% al 9%; tra chi ha un’istruzione secondaria e chi no, dal 29% al 10%; e tra ricchi e poveri è passata dal 14% al 5%. “Tutti questi divari - commenta l’analista di Schroders - sono ora inferiori ai livelli mondiali. La percentuale della popolazione indiana di età pari o superiore ai 15 anni con un conto bancario è balzata a quasi l’80% nel 2017. Secondo le stime della BRI, per raggiungere questa percentuale affidandosi esclusivamente ai processi di crescita tradizionali, per l’India ci sarebbero voluti 47 anni. Con l’aiuto della tecnologia, il Paese ce l’ha fatta in sette”.
PROCESSI PIÙ FLUIDI E PAGAMENTI PIÙ VELOCI
L’aumento del numero dei conti bancari ha portato a un’economia più formale e ha aumentato la necessità di rendere più fluidi i processi e la velocità dei pagamenti. L’emergere dei pagamenti digitali, in particolare dell’Interfaccia di pagamento unificata (Upi), dal 2016 ha aiutato l’India a raggiungere il più alto volume di pagamenti digitali al mondo dal 2019 in poi. “L’Upi ha trasformato l’India da un’economia incentrata sul contante a un’economia di pagamenti istantanei senza rivelare i dati bancari alla controparte”, spiega Gandhi.
IMPOSTE, LOGISTICA E TRASPORTI: UN MERCATO UNICO
A contribuire alla crescita economica dell’India è stato anche il nuovo sistema di dichiarazione dei redditi. L’India comprende 28 Stati e otto territori dell’Unione. Prima del 2017, il sistema di imposte indirette del Paese era guidato dagli Stati. Questo comportava numerose e macchinose dichiarazioni dei redditi per le aziende presenti sul territorio nazionale, con conseguente perdita di entrate. “Ora la Goods and Services Tax (Gst) è un sistema di dichiarazione dei redditi online in cui il back-end garantisce il corretto accredito delle imposte - spiega nella sua analisi Jigar Gandhi, India Investment Specialist di Schroders - Il nuovo sistema ha spostato la frequenza delle dichiarazioni fiscali da trimestrale a mensile, garantendo al governo un flusso di cassa prevedibile e stabile, e ha contribuito ad alleggerire il carico di adempimenti fiscali. Grazie alla tecnologia la circolazione interstatale delle merci è migliorata in modo significativo. Il sistema precedente comportava ingorghi ai confini di Stato sulle autostrade nazionali, ritardando il trasferimento delle merci per giorni. Anche le infrastrutture stradali e ferroviarie in India sono state notevolmente migliorate negli ultimi anni, evidenziando come la tecnologia possa essere utilizzata per le infrastrutture fisiche”.
I BENEFICI PER LA BORSA
Con la crescita dell’economia, i mercati azionari in India sono cresciuti di pari passo. “Anche l’infrastruttura di mercato non è immune all’uso della tecnologia - dice Jigar Gandhi – e sta cambiando il modo di investire degli indiani. Da tradizionali acquirenti di immobili, oro e depositi fissi, ora guardano sempre più alle azioni per i loro risparmi”. Non a caso i contributi mensili regolari, chiamati “Piani di investimento sistematici”, in fondi comuni di investimento orientati alle azioni, hanno registrato un aumento costante dal 2016 e ora rappresentano quasi 2 miliardi di dollari al mese. Anche il numero di investitori retail è in costante aumento grazie alla disponibilità di informazioni e di piattaforme online che offrono la possibilità di aprire un conto senza carta. I primi tre agenti di Borsa in base al numero di clienti unici attivi sono operatori fintech di nuova generazione, che rappresentano oltre il 40% della quota di mercato totale. Gli operatori storici hanno modificato i loro modelli di business adottando un modello online. Le transazioni online e i regolamenti paperless, compresi i pagamenti in contanti, hanno superato il sistema offline alcuni anni fa. “Con una popolazione di investitori ampia e in crescita - analizza Gandhi - il rischio di controparte e di mercato aumenta con il tempo necessario per regolare le transazioni. Per questo motivo, le autorità di regolamentazione stanno accorciando i cicli di regolamento delle transazioni da due giorni (T+2) a un giorno (T+1). L’India è uno dei primi paesi al mondo ad averlo fatto. La Securities and Exchange Commission statunitense lo introdurrà solo a metà del 2024”.
CRESCONO LE START-UP
Anche il mondo delle start-up in India è in forte crescita, grazie a forti flussi di private equity arrivati nell’ultimo decennio. Secondo l’ultimo conteggio, l’India ha prodotto 108 unicorni (le start-up con una capitalizzazione di mercato superiore a 1 miliardo di dollari) con una valutazione complessiva di oltre 354 miliardi di dollari, secondo Inc42, attive in settori diversi: finanza, i beni di consumo discrezionali, vendita al dettaglio, servizi di comunicazione, difesa e servizi di pubblica utilità. Anche gli operatori storici hanno adottato la tecnologia per crescere e mantenere la propria quota di mercato. “Il mercato azionario ha beneficiato di una rivalutazione delle aziende esistenti e di nuove quotazioni – spiega l’analista di Schroders - I prezzi delle azioni riflettono la crescita degli utili dovuta ai cambiamenti strutturali e macroeconomici. Storicamente, l’India è stata scambiata a valutazioni più elevate rispetto ad altri mercati emergenti, ma con caratteristiche diverse. Per esempio, il Brasile e la Cina sono orientati alle esportazioni, mentre l’India è un importatore netto. Se le valutazioni sono importanti, anche la crescita degli utili e le prospettive a lungo termine della società e della sua attività sono fattori chiave”.
LE OPPORTUNITA’ DEL MERCATO INDIANO
“Sebbene il mercato azionario indiano possa essere volatile e apparire costoso rispetto ad altri mercati, ha fornito rendimenti superiori nel corso del tempo - conclude Jigar Gandhi, India Investment Specialist di Schroders - L’India è un mercato azionario ampio e profondo, con un’ampia gamma di opportunità azionarie. Riteniamo che queste condizioni rappresentino una buona opportunità per gli stock picker attivi di individuare le società che hanno il potenziale per offrire rendimenti superiori a quelli del mercato”.