L'analisi
Il nucleare può avere un ruolo chiave nella transizione energetica: le opportunità da cogliere
Morgan Stanley Investment Management, in un’analisi di Steven Quattry, sottolinea i molti vantaggi del nucleare e segnala un nuovo atteggiamento politico, con i Paesi Emergenti e la Cina più avanti
di Stefano Caratelli 26 Settembre 2023 07:55
Mentre il mondo si attrezza per contrastare il riscaldamento globale, le fonti rinnovabili come eolico, solare e idroelettrico sono considerate le risposte primarie per evitare la catastrofe, ma ormai a quasi 50 anni dal suo emergere come fonte alternativa, il nucleare sta tornando come strumento importante per contrastare il cambiamento climatico. Date le sfide da superare per una rapida crescita delle rinnovabili, come eolico e solare, per non parlare delle crescenti preoccupazioni geopolitiche sull’indipendenza energetica, sembra che i decisori politici stiano per riaccendere l’attenzione su questa fonte di energia.
Lo sottolinea Morgan Stanley Investment Management in un’analisi di Steven Quattry, Executive Director, Emerging Markets Equity Team, che mette in evidenza le caratteristiche di emissioni zero, affidabilità e sicurezza del nucleare, citando il recente annuncio del Presidente francese Macron di un pacchetto da 1 miliardo di euro per lo sviluppo di piccoli reattori nucleari, la Corea del Sud che punta ad arrivare al 30% di energia prodotta con il nucleare e il ritorno a questa fonte anche del Giappone, dopo l’incidente di Fukushima nel 2011, mentre la Cina vuol realizzare 150 reattori nei prossimi 15 anni, quanti ne ha costruiti il resto del mondo negli ultimi 35.
Il nucleare inoltre, rileva Quattry, ha ottenuto un posto al tavolo alla recente Conferenza di Glasgow sul cambiamento climatico mentre, fatto forse più importante, la Commissione UE ha indicato la possibile inclusione di questa fonte nella tassonomia delle fonti verdi e sostenibili, con una potenziale spinta al project financing del settore. Anche la percezione dell'opinione pubblica sta cambiando: nel 2018, solo il 37% dei Democratici Usa supportava il nucleare, oggi sono arrivati al 60%, mentre il Washington Post ha bollato come un grave errore la decisione della Germania di spegnere le centrali nucleari. E ora molti governi europei stanno ripensando il nucleare dopo aver preso atto dei rischi dalla dipendenza energetica dalla Russia, inclusi quelli di Gran Bretagna al Belgio.
L'esperto di Morgan Stanley Investment Management elenca i molti punti a favore dell’energia nucleare, sottolineando la convinzione che i timori del pubblico siano malriposti e che gli investitori dovrebbero incrementare l’esposizione al tema nucleare. E’ venuto il momento, secondo Quarry, che siano i ‘fatti’ e non le ‘paure’ a guidare le scelte per contrastare il cambiamento climatico, e i fatti dicono che il nucleare è ‘carbon free’, più affidabile di altre rinnovabili, e vanti anche un forte track record in termini di sicurezza, niente da invidiare rispetto a solare e eolico on par with solar and wind energy.
Inoltre, in termini di emissioni il nucleare è veramente ‘Net Zero’ e rispetto a solare e eolico ha un tasso ancora più basso di emissioni di gas serra se si comprendono nel calcolo non solo quelle dirette derivanti dall’operatività delle centrali ma anche quelle indirette lungo tutto il ciclo di vita degli impianti. In effetti i segni di risveglio si cominciano a rilevare anche nella produzione di energia con il nucleare, cresciuta del 5% nel 2021 e salita l’8% sopra i livelli del 2019. La Cina sta emergendo come il nuovo ‘campione globale’ del nucleare, considerato dal presidente Xi Jinping una parte chiave della strategia “Made in China 2025”.
Date le sfide che si frappongono al raggiungimento del “net zero” con l’attuale mix energetico, l’esperto di Morgan Stanley IM ritiene che il nucleare diverrà un’alternativa preferenziale giocando un ruolo chiave nella transizione energetica globale. E come investitore nei Mercati Emergenti e di frontiera, MSIM crede che giocherà un ruolo chiave anche nell’aiutare le economie in via di sviluppo ad andare oltre i combustibili fossili, e per questo negli ultimi tre anni ha investito nei principali produttori di uranio.
Quarry sottolinea che ci sono sempre più opportunità per l’investitore di posizionarsi sull’energia nucleare, dall’esposizione a società minerarie a larga capitalizzazione, ai numerosi ETF sull’uranio quotati. Restano ostacoli da superare, tra cui la sicurezza, i costi, e il supporto delle pubbliche opinioni. Ma proprio come il COVID ha portato cambiamenti ‘sismici’ al modo in cui lavoriamo, forse anche il cambiamento climatico e gli eventi geopolitici possono far tornare il favore per l’energia nucleare, una fonte sicura, affidabile, e veramente carbon-free.
MOLTE CARATTERISTICHE POSITIVE
Lo sottolinea Morgan Stanley Investment Management in un’analisi di Steven Quattry, Executive Director, Emerging Markets Equity Team, che mette in evidenza le caratteristiche di emissioni zero, affidabilità e sicurezza del nucleare, citando il recente annuncio del Presidente francese Macron di un pacchetto da 1 miliardo di euro per lo sviluppo di piccoli reattori nucleari, la Corea del Sud che punta ad arrivare al 30% di energia prodotta con il nucleare e il ritorno a questa fonte anche del Giappone, dopo l’incidente di Fukushima nel 2011, mentre la Cina vuol realizzare 150 reattori nei prossimi 15 anni, quanti ne ha costruiti il resto del mondo negli ultimi 35.
SEMPRE PIÙ RICONOSCIUTO E ACCETTATO DALLA POLITICA
Il nucleare inoltre, rileva Quattry, ha ottenuto un posto al tavolo alla recente Conferenza di Glasgow sul cambiamento climatico mentre, fatto forse più importante, la Commissione UE ha indicato la possibile inclusione di questa fonte nella tassonomia delle fonti verdi e sostenibili, con una potenziale spinta al project financing del settore. Anche la percezione dell'opinione pubblica sta cambiando: nel 2018, solo il 37% dei Democratici Usa supportava il nucleare, oggi sono arrivati al 60%, mentre il Washington Post ha bollato come un grave errore la decisione della Germania di spegnere le centrali nucleari. E ora molti governi europei stanno ripensando il nucleare dopo aver preso atto dei rischi dalla dipendenza energetica dalla Russia, inclusi quelli di Gran Bretagna al Belgio.
I FATTI E NON LE PAURE DEVONO GUIDARE LE SCELTE
L'esperto di Morgan Stanley Investment Management elenca i molti punti a favore dell’energia nucleare, sottolineando la convinzione che i timori del pubblico siano malriposti e che gli investitori dovrebbero incrementare l’esposizione al tema nucleare. E’ venuto il momento, secondo Quarry, che siano i ‘fatti’ e non le ‘paure’ a guidare le scelte per contrastare il cambiamento climatico, e i fatti dicono che il nucleare è ‘carbon free’, più affidabile di altre rinnovabili, e vanti anche un forte track record in termini di sicurezza, niente da invidiare rispetto a solare e eolico on par with solar and wind energy.
LA CINA STA EMERGENDO COME CAMPIONE GLOBALE
Inoltre, in termini di emissioni il nucleare è veramente ‘Net Zero’ e rispetto a solare e eolico ha un tasso ancora più basso di emissioni di gas serra se si comprendono nel calcolo non solo quelle dirette derivanti dall’operatività delle centrali ma anche quelle indirette lungo tutto il ciclo di vita degli impianti. In effetti i segni di risveglio si cominciano a rilevare anche nella produzione di energia con il nucleare, cresciuta del 5% nel 2021 e salita l’8% sopra i livelli del 2019. La Cina sta emergendo come il nuovo ‘campione globale’ del nucleare, considerato dal presidente Xi Jinping una parte chiave della strategia “Made in China 2025”.
RUOLO CHIAVE PER LE ECONOMIE EMERGENTI
Date le sfide che si frappongono al raggiungimento del “net zero” con l’attuale mix energetico, l’esperto di Morgan Stanley IM ritiene che il nucleare diverrà un’alternativa preferenziale giocando un ruolo chiave nella transizione energetica globale. E come investitore nei Mercati Emergenti e di frontiera, MSIM crede che giocherà un ruolo chiave anche nell’aiutare le economie in via di sviluppo ad andare oltre i combustibili fossili, e per questo negli ultimi tre anni ha investito nei principali produttori di uranio.
MOLTE OPPORTUNITÀ PER L’INVESTITORE
Quarry sottolinea che ci sono sempre più opportunità per l’investitore di posizionarsi sull’energia nucleare, dall’esposizione a società minerarie a larga capitalizzazione, ai numerosi ETF sull’uranio quotati. Restano ostacoli da superare, tra cui la sicurezza, i costi, e il supporto delle pubbliche opinioni. Ma proprio come il COVID ha portato cambiamenti ‘sismici’ al modo in cui lavoriamo, forse anche il cambiamento climatico e gli eventi geopolitici possono far tornare il favore per l’energia nucleare, una fonte sicura, affidabile, e veramente carbon-free.