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Chi è Arm, il nome più caldo di Wall Street
In un momento difficile per le Ipo, spicca un titolo che si presenta in grande spolvero a Wall Street. Scopriamo assieme chi è Arm e come è arrivato sui listini
di Lorenzo Cleopazzo 1 Ottobre 2023 09:30
Capitolo otto di trentotto. Un personaggio non troppo amato dal suo autore, seduto sulla propria poltrona, che tenta di capire qualcosa dal libro che tiene in mano. Tutto appare tranquillo, addormentato nella quiete della campagna lombarda, dove si svolge il racconto. Solo l’esclamazione dell’uomo sembra rompere l’incanto: “Carneade! Chi era costui?”.
L’avete riconosciuta, vero? Questa settimana il nostro appuntamento si apre con una delle frasi più famose dei Promessi Sposi. Ormai questa quote del Don Abbondio è diventata un modo di dire, e noi lo sfruttiamo subito dato che proprio di un Carneade parleremo questa domenica. Infatti, per i non addetti ai lavori, quello di Arm potrebbe essere un nome misconosciuto, un po’ come quello di un filosofo greco per un curato di campagna. Ma la realtà è ben diversa, dato che quest’azienda ha registrato un vero e proprio balzo in un momento fin troppo tranquillo, un po’ come la campagna dove il nostro Don è intento a leggere, incosciente di cosa gli pioverà in testa da lì a qualche riga.
Lasciamolo lì in sospeso per un attimo, e spostiamoci dalle pagine dei Promessi Sposi per andare sui numeri della Borsa: siete pronti a scoprire tutti i perché dell’Ipo più forte del 2023?
Per il Wall Street Journal questo è il periodo più fiacco per le Ipo da circa vent’anni. Uno scenario desolato, fiaccato da tassi di interesse e inflazione che spaventano gli investitori. Questo è il contesto in cui Arm si è presentata in Borsa. E menomale, direbbe qualcuno, dato che il titolo ha decisamente ravvivato l’ambiente facendo registrare ben 52 miliardi di valutazione. Ma andiamo per gradi e cominciamo dal principio. Chi è Arm, e cosa fa nella vita?
Presto detto: si tratta di una società britannica che si occupa di produrre microchip. L’azienda è parte di SoftBank, la holding giapponese che ne ha acquistato la maggior parte delle quote per circa 32 miliardi di dollari, e che anche dopo l’Ipo continuerà a detenere il 90% delle azioni. Ma perché i numeri record al Nasdaq, nonostante fosse così poco conosciuta fuori da Wall Street? Forse perché Arm non produce fisicamente i microchip, ma si occupa della loro architettura. Per dirla in parole povere: realizza ciò che sta alla base dei microchip. Il loro “software”, per usare un termine errato. E se state leggendo questo articolo, di certo lo state facendo grazie ad Arm: parliamo di una tecnologia diffusa nel 99% degli smartphone e nel 70% degli apparecchi elettronici worldwide. Mica noccioline, altro che Carneade.
Immeritata la fama di “sconosciuto”. Sia per Arm, che per il povero Carneade. Il filosofo greco ha come unica colpa quella di essere stato usato per dimostrare l’ignoranza di Don Abbondio, ma noi vogliamo fargli un favore e rispondere alla domanda del curato: chi era Carneade?
Anche lui, come l’azienda inglese, non era proprio uno sconosciuto dalle sue parti: in vita diresse l’Accademia di Atene – quella fondata da Platone – e andò persino a Roma per una sorta di lectio magistralis sulla giustizia, prima di rimangiarsi tutto il giorno dopo ed essere cacciato dalla città dopo una bella litigata con Marco Porcio Catone. Ritrattazioni e bisticci a parte, il vero problema di Carneade è che del suo pensiero non ci è arrivato granché, giusto qualche testimonianza dei suoi studenti che lo vedevano impegnato contro lo stoicismo. Non a caso era un nome fuori dai giri intellettuali persino nel primo Medioevo, quando anche Agostino d’Ippona –poi diventato Sant’Agostino – lo nomina in un suo testo come esempio di pensatore finito nel dimenticatoio. Non proprio il massimo per uno con il suo curriculum.
Un bel personaggio, Carneade, ma che forse non ci ha creduto abbastanza. A differenza di Arm, che invece ci ha creduto così tanto che dopo essere stata ritirata dai listini da Softbank nel 2016, ci è tornata in grande stile. Infatti, dopo aver fissato il prezzo sui 51 dollari ad azione, è salito fino a 61 per poi impennarsi in chiusura attorno ai 64 dollari. Ecco perché le valutazioni attorno ad Arm hanno colpito tutti, soprattutto i deus ex machina della Borsa, che già le osservano per tenere il polso della – nuova – situazione delle Ipo.
In un colpo solo Arm e Carneade sono passati da “semplici” nomi a metri di paragone. Certo con fortune alterne: la prima è una boccata d’aria fresca in un periodo difficile, mentre l’altro ha addosso l’odore di muffa da quanto è chiuso nel dimenticatoio della storia.
Arm fa sobbalzare indici e investitori, come Renzo e Lucia che nel capitolo VIII fanno la carrambata a Don Abbondio. Solo che la mossa di Arm funziona alla grande, mentre i due poveracci devono penare per altri trenta capitoli. Forse Manzoni avrebbe potuto avere più cuore per i suoi personaggi – e per gli studenti italiani.
L’avete riconosciuta, vero? Questa settimana il nostro appuntamento si apre con una delle frasi più famose dei Promessi Sposi. Ormai questa quote del Don Abbondio è diventata un modo di dire, e noi lo sfruttiamo subito dato che proprio di un Carneade parleremo questa domenica. Infatti, per i non addetti ai lavori, quello di Arm potrebbe essere un nome misconosciuto, un po’ come quello di un filosofo greco per un curato di campagna. Ma la realtà è ben diversa, dato che quest’azienda ha registrato un vero e proprio balzo in un momento fin troppo tranquillo, un po’ come la campagna dove il nostro Don è intento a leggere, incosciente di cosa gli pioverà in testa da lì a qualche riga.
Lasciamolo lì in sospeso per un attimo, e spostiamoci dalle pagine dei Promessi Sposi per andare sui numeri della Borsa: siete pronti a scoprire tutti i perché dell’Ipo più forte del 2023?
ARM
Per il Wall Street Journal questo è il periodo più fiacco per le Ipo da circa vent’anni. Uno scenario desolato, fiaccato da tassi di interesse e inflazione che spaventano gli investitori. Questo è il contesto in cui Arm si è presentata in Borsa. E menomale, direbbe qualcuno, dato che il titolo ha decisamente ravvivato l’ambiente facendo registrare ben 52 miliardi di valutazione. Ma andiamo per gradi e cominciamo dal principio. Chi è Arm, e cosa fa nella vita?
Presto detto: si tratta di una società britannica che si occupa di produrre microchip. L’azienda è parte di SoftBank, la holding giapponese che ne ha acquistato la maggior parte delle quote per circa 32 miliardi di dollari, e che anche dopo l’Ipo continuerà a detenere il 90% delle azioni. Ma perché i numeri record al Nasdaq, nonostante fosse così poco conosciuta fuori da Wall Street? Forse perché Arm non produce fisicamente i microchip, ma si occupa della loro architettura. Per dirla in parole povere: realizza ciò che sta alla base dei microchip. Il loro “software”, per usare un termine errato. E se state leggendo questo articolo, di certo lo state facendo grazie ad Arm: parliamo di una tecnologia diffusa nel 99% degli smartphone e nel 70% degli apparecchi elettronici worldwide. Mica noccioline, altro che Carneade.
CHI ERA COSTUI?
Immeritata la fama di “sconosciuto”. Sia per Arm, che per il povero Carneade. Il filosofo greco ha come unica colpa quella di essere stato usato per dimostrare l’ignoranza di Don Abbondio, ma noi vogliamo fargli un favore e rispondere alla domanda del curato: chi era Carneade?
Anche lui, come l’azienda inglese, non era proprio uno sconosciuto dalle sue parti: in vita diresse l’Accademia di Atene – quella fondata da Platone – e andò persino a Roma per una sorta di lectio magistralis sulla giustizia, prima di rimangiarsi tutto il giorno dopo ed essere cacciato dalla città dopo una bella litigata con Marco Porcio Catone. Ritrattazioni e bisticci a parte, il vero problema di Carneade è che del suo pensiero non ci è arrivato granché, giusto qualche testimonianza dei suoi studenti che lo vedevano impegnato contro lo stoicismo. Non a caso era un nome fuori dai giri intellettuali persino nel primo Medioevo, quando anche Agostino d’Ippona –poi diventato Sant’Agostino – lo nomina in un suo testo come esempio di pensatore finito nel dimenticatoio. Non proprio il massimo per uno con il suo curriculum.
METRI DI PARAGONE
Un bel personaggio, Carneade, ma che forse non ci ha creduto abbastanza. A differenza di Arm, che invece ci ha creduto così tanto che dopo essere stata ritirata dai listini da Softbank nel 2016, ci è tornata in grande stile. Infatti, dopo aver fissato il prezzo sui 51 dollari ad azione, è salito fino a 61 per poi impennarsi in chiusura attorno ai 64 dollari. Ecco perché le valutazioni attorno ad Arm hanno colpito tutti, soprattutto i deus ex machina della Borsa, che già le osservano per tenere il polso della – nuova – situazione delle Ipo.
In un colpo solo Arm e Carneade sono passati da “semplici” nomi a metri di paragone. Certo con fortune alterne: la prima è una boccata d’aria fresca in un periodo difficile, mentre l’altro ha addosso l’odore di muffa da quanto è chiuso nel dimenticatoio della storia.
BONUS TRACK
Arm fa sobbalzare indici e investitori, come Renzo e Lucia che nel capitolo VIII fanno la carrambata a Don Abbondio. Solo che la mossa di Arm funziona alla grande, mentre i due poveracci devono penare per altri trenta capitoli. Forse Manzoni avrebbe potuto avere più cuore per i suoi personaggi – e per gli studenti italiani.
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