La previsione
RBC BlueBay AM: perché le aziende europee appaiono attraenti rispetto a quelle statunitensi
Tom Moulds (RBC BlueBay Asset Management) vede un valore relativo nelle società europee investment grade rispetto alle statunitensi che dovrebbe permettere loro di sovraperformare in futuro
di Leo Campagna 2 Ottobre 2023 10:28
Le valutazione attuali delle società europee appaiono piuttosto interessanti. Ne è convinto Tom Moulds, Senior Portfolio Manager, Investment Grade RBC BlueBay Asset Management, segnalando come lo spread rispetto ai titoli di Stato sia più ampio di circa 25-30 punti base (+0,25% / +0,30%) rispetto a quello dei corporate bond statunitensi. “Storicamente le aziende europee tendono a esprimere spread più contenuti di quelli statunitensi anche perché la duration media (scadenza dei titoli) nel mercato delle obbligazioni societarie degli Stati Uniti è di due anni maggiore con un rating di credito medio simile”, riferisce il manager.
Moulds ritiene che questi rendimenti elevati rappresentino un'opportunità, in quanto vede una concreta possibilità che le aziende europee sovraperformino in futuro. “Per capire perché gli spread europei potrebbero migliorare, dobbiamo partire dalle tre principali ragioni che li hanno spinti a questi livelli”, specifica il gestore.
La prima, e più potente, è stata lo scoppio della guerra Russia-Ucraina che ha determinato una sottoperformance delle obbligazioni europee nel 2022 a causa della vicinanza delle imprese regionali all’epicentro della crisi. “Settori come quello industriale e dei servizi di pubblica utilità risultavano molto esposti alla volatilità dei prezzi dell'energia e sono stati tra i principali responsabili della sottoperformance”, sottolinea Moulds.
In secondo luogo, mentre la situazione energetica iniziava a migliorare, si è manifestato un aumento dell’offerta di obbligazioni finanziarie. “Il 2022 è stato uno degli anni peggiori mai registrati in termini di rendimenti del reddito fisso. Le emissioni sul mercato primario si sono contratte in modo drastico, in particolare quelle degli emittenti finanziari. Ma quando, verso fine 2022, le condizioni hanno iniziato a migliorare, le banche europee hanno dovuto rispettare i buffer di capitale previsti dalla normativa e hanno lanciato un ammontare significativo di debito senior non privilegiato: una dinamica che ha comportato una rivalutazione, al ribasso, dei prezzi di mercato” spiega il Senior Portfolio Manager di RBC BlueBay Asset Management.
Il terzo fattore che ha contribuito ad allargare gli spread del credito europeo è stata la volatilità nel settore bancario a marzo di quest’anno. Se inizialmente il crollo della Silicon Valley Bank aveva attirato l’attenzione dei mercati sul reddito fisso finanziario statunitense, il successivo salvataggio del Credit Suisse da parte di UBS ha spostato il focus sull’Europa, spingendo al ribasso le quotazioni di questa regione, già depresse dall’offerta abbondante.
Secondo Moulds, i titoli delle imprese europee si riprenderanno, a cominciare dal settore bancario, dove è improbabile, secondo il gestore, che la situazione del Credit Suisse possa ripetersi in Europa, dove ci sono meno istituti che negli Stati Uniti e che, peraltro, tendono ad essere campioni nazionali più grandi e ben capitalizzati. “Ne abbiamo avuto una dimostrazione all’indomani del salvataggio del Credit Suisse, quando era evidente che Deutsche Bank e Société Générale sarebbero state messe alla prova dal mercato. E’ diventato subito chiaro che anni di regolamentazione li avevano rafforzati e che erano istituti molto più redditizi del Credit Suisse” argomenta Moulds.
Per quanto riguarda l’energia, secondo il gestore ci sono ancora alcune preoccupazioni, e permane un certo potenziale di volatilità; ma le aziende che potrebbero essere esposte sono in una posizione molto migliore per affrontarlo. Dovrebbero aver coperto i costi dell’energia a livelli più bassi per proteggersi durante l’inverno, il che rende improbabile che gli spread creditizi vengano influenzati dalla volatilità energetica nella stessa misura della primavera del 2022.
“Infine, gli ultimi sviluppi della guerra Russia-Ucraina ci fanno pensare che, entro la fine dell’anno, possa essere possibile una riduzione dell’escalation. Ciò porterebbe anche ad un certo sollievo in termini di prezzi dell’energia” conclude il Senior Portfolio Manager, Investment Grade di RBC BlueBay Asset Management, secondo il quale anche il cambio euro/dollaro USA sembra destinato a favorire gli asset espressi nella moneta unica europea.
PERCHE’ LE AZIENDE EUROPEE RAPPRESENTANO UN’OPPORTUNITA’
Moulds ritiene che questi rendimenti elevati rappresentino un'opportunità, in quanto vede una concreta possibilità che le aziende europee sovraperformino in futuro. “Per capire perché gli spread europei potrebbero migliorare, dobbiamo partire dalle tre principali ragioni che li hanno spinti a questi livelli”, specifica il gestore.
LO SCOPPIO DELLA GUERRA IN UCRAINA
La prima, e più potente, è stata lo scoppio della guerra Russia-Ucraina che ha determinato una sottoperformance delle obbligazioni europee nel 2022 a causa della vicinanza delle imprese regionali all’epicentro della crisi. “Settori come quello industriale e dei servizi di pubblica utilità risultavano molto esposti alla volatilità dei prezzi dell'energia e sono stati tra i principali responsabili della sottoperformance”, sottolinea Moulds.
UN AUMENTO DELL’OFFERTA DI OBBLIGAZIONI FINANZIARIE
In secondo luogo, mentre la situazione energetica iniziava a migliorare, si è manifestato un aumento dell’offerta di obbligazioni finanziarie. “Il 2022 è stato uno degli anni peggiori mai registrati in termini di rendimenti del reddito fisso. Le emissioni sul mercato primario si sono contratte in modo drastico, in particolare quelle degli emittenti finanziari. Ma quando, verso fine 2022, le condizioni hanno iniziato a migliorare, le banche europee hanno dovuto rispettare i buffer di capitale previsti dalla normativa e hanno lanciato un ammontare significativo di debito senior non privilegiato: una dinamica che ha comportato una rivalutazione, al ribasso, dei prezzi di mercato” spiega il Senior Portfolio Manager di RBC BlueBay Asset Management.
LA VOLATILITA’ DEL SETTORE BANCARIO
Il terzo fattore che ha contribuito ad allargare gli spread del credito europeo è stata la volatilità nel settore bancario a marzo di quest’anno. Se inizialmente il crollo della Silicon Valley Bank aveva attirato l’attenzione dei mercati sul reddito fisso finanziario statunitense, il successivo salvataggio del Credit Suisse da parte di UBS ha spostato il focus sull’Europa, spingendo al ribasso le quotazioni di questa regione, già depresse dall’offerta abbondante.
LE IMPRESE EUROPEE SI RIPRENDERANNO
Secondo Moulds, i titoli delle imprese europee si riprenderanno, a cominciare dal settore bancario, dove è improbabile, secondo il gestore, che la situazione del Credit Suisse possa ripetersi in Europa, dove ci sono meno istituti che negli Stati Uniti e che, peraltro, tendono ad essere campioni nazionali più grandi e ben capitalizzati. “Ne abbiamo avuto una dimostrazione all’indomani del salvataggio del Credit Suisse, quando era evidente che Deutsche Bank e Société Générale sarebbero state messe alla prova dal mercato. E’ diventato subito chiaro che anni di regolamentazione li avevano rafforzati e che erano istituti molto più redditizi del Credit Suisse” argomenta Moulds.
MENO PREOCCUPAZIONI SUL FRONTE ENERGETICO
Per quanto riguarda l’energia, secondo il gestore ci sono ancora alcune preoccupazioni, e permane un certo potenziale di volatilità; ma le aziende che potrebbero essere esposte sono in una posizione molto migliore per affrontarlo. Dovrebbero aver coperto i costi dell’energia a livelli più bassi per proteggersi durante l’inverno, il che rende improbabile che gli spread creditizi vengano influenzati dalla volatilità energetica nella stessa misura della primavera del 2022.
ANCHE IL CAMBIO EURO DOLLARO USA GIOCA A FAVORE
“Infine, gli ultimi sviluppi della guerra Russia-Ucraina ci fanno pensare che, entro la fine dell’anno, possa essere possibile una riduzione dell’escalation. Ciò porterebbe anche ad un certo sollievo in termini di prezzi dell’energia” conclude il Senior Portfolio Manager, Investment Grade di RBC BlueBay Asset Management, secondo il quale anche il cambio euro/dollaro USA sembra destinato a favorire gli asset espressi nella moneta unica europea.