Sunday view

Risiko Tim, ecco cosa sta succedendo

Problemi per le telecomunicazioni italiane, con questioni aperte su più fronti: dall’incontro Giorgetti-Vivendi, alle speculazioni sul titolo. E con la solita inflazione a chiudere il cerchio

di Lorenzo Cleopazzo 8 Ottobre 2023 09:30

financialounge -  sunday view tim
Una macchia verde chiaro su uno sfondo blu marino. Meglio: oceanico. Una chiazza dai contorni frastagliati. Sopra di essa, gli occhi di tutti e l’obiettivo di molti.

Eppure è solo una delle tessere di un grande mosaico con tante diverse sfumature di colore. Sì perché a Risiko avere i propri carrarmatini ben schierati sul continente asiatico è un bel prendere: oltre alla supremazia sulla fetta più consistente di mappa, ogni turno si riceve un bonus mica da ridere. Ovvio che poi gli altri giocatori inizino ad attaccarvi a colpi di dadi. Per guadagnare una simile notorietà bisogna puntare sempre più in alto, e non solo metaforicamente. Quella chiazza verde chiaro che se ne sta nel nord più nord della cartina, altri non è che il nome più illeggibile e più agognato da tutti i giocatori: la Kamchatka.

Nel Sunday View di questa settimana parliamo di un nome ugualmente al centro dell’attenzione, ben collocato e collegato come il territorio del Risiko, ma con molte meno sillabe. Nei giorni passati Tim è balzata agli onori della cronaca per un fuoco incrociato tra dichiarazioni e silenzi, speculazioni in Borsa e sul suo futuro. Si parla di nuove regole per risolvere vecchi problemi, di una strategia difensiva in piena regola, per mantenere una posizione invidiabile che tuttavia vale ben più di un tiro di dado.

PROBLEMI SU TUTTA LA LINEA


Galeotto fu l’incontro e chi vi prese parte. Questo è tutto ciò che è trapelato alla stampa, dato che dal meeting tra governo italiano e Vivendi non è trapelata alcuna indiscrezione. Da una parte il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, dall’altra Yannick Bolloré e Arnaud de Puyfontaine, vertici della società francese prima azionista di Tim. Al centro del tavolo la spinosa questione dello scorporo delle reti e del riassetto societario, mentre al di fuori dal palazzo gli analisti di Deutsche Bank si dicevano poco fiduciosi su queste prospettive, facendo sensibilmente il titolo Tim.

Poi c’è Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica, che afferma come l’Italia sia l’unico Paese europeo ad avere ancora le stesse logiche di intervento sulla fibra dai tempi delle reti in rame, auspicando una rapida deregolamentazione che possa fermare il calo d’investimenti e far decollare la competitività dei nostri player.

Su questa stessa linea – è il caso di dirlo – anche Pietro Labriola, AD di Tim che sottolinea come vadano ridefinite in modo rapido le norme del settore, prima che altri nomi meno regolati rubino la scena. Sullo sfondo sempre l’inflazione, ma non solo: "Non possiamo toccare i ricavi per il rischio inflazione e per le norme a tutela dei consumatori fra le più severe in Europa" afferma Labriola, "I modelli di business della rete devono essere sostenibili e oggi non lo sono". Tim ne ha di confini da presidiare, con minacce su tutta la linea e problemi che arrivano da ogni dove.

LIBERE OPPORTUNITÀ


Attaccare o non attaccare, conquistare la Kamchatka o l’Alaska: spesso ci si riduce a un aut-aut, o questo o quello, limitato a ciò che ciascuno di noi può o non può fare. Per dirla con le parole di Joseph E. Stiglitz, Premio Nobel per l’Economia 2001, "un modo di pensare il grado di libertà dato a una persona è proprio la quantità di opportunità di cui dispone". Il fondamento di questo pensiero, però, è la proiezione di queste opportunità – e quindi della nostra libertà di scegliere – alla realizzazione del nostro potenziale. Ora freeziamo per un momento questa frase e chiediamoci: cosa succede nel momento in cui le nostre opportunità “calpestano” quelle degli altri? Questo è uno dei compromessi fondamentali nella filosofia attorno al concetto di libertà: il bilanciamento delle possibilità. Il filosofo americano John Rawls, scriveva nel secolo scorso che dovremmo valutare la bontà di qualsiasi distribuzione di reddito – e quindi delle relative potenzialità – privi di pregiudizi, ovvero senza sapere se in questa distribuzione saremmo ricchi o poveri. Stiglitz, però, a questo pensiero di Rawls aggiunge che dovremmo ragionare a priori anche rispetto al ruolo delle istituzioni e degli enti che regolamentano la nostra libertà. E qui, a sentire Tim, ci sarebbe più di qualche motivo per stringere la mano al vecchio premio Nobel.

UN TIRO DI DADI


Lo diceva Labriola in un intervento a margine della ComoLake 2023 - Next Generation Innovations: non bisogna mettere regole in più ai “franchi tiratori” esteri, ma imporne meno alle Tlc nostrane. Bisogna che ci sia uguaglianza tra le opportunità in ballo, altrimenti sarebbe come iniziare una partita di Risiko con dieci unità in meno. Perché si può scegliere la propria strategia di gioco, certo; ma quando si ricevono minacce da più lati del tabellone, non si ha altra scelta che tirare i dadi. In una parola: resistere. Non importa quanti carrarmatini stiano puntando sui propri territori della cartina, i veri esperti di Risiko sanno che anche una singola unità basta, a volte, a ribaltare la situazione. Perché a pensarci bene i dadi sono quanto di più equo ci sia in questa prospettiva. Il fatto è che il futuro delle Tlc è appeso, ma non a un tiro di dadi. Per due motivi: il primo è che quella del Risiko è solo una metafora – forse inflazionata, però sempre efficace –, mentre il secondo è che quei cubetti di plastica non tengono conto delle disparità di forze. Possono essere lanciati da chiunque, e ognuno potrebbe sconfiggere chiunque. Non guardano in faccia nessuno, semmai sono gli altri che guardano le loro facce.

Intanto, sul tabellone delle Tlc, i dadi sono già stati lanciati. Quale numero mostreranno ai giocatori, lo scopriremo appena smetteranno di rotolare.

BONUS TRACK


Ecco una tips per quanti dopo la newsletter di questa settimana hanno appena invitato gli amici a casa per una serata di Risiko: il campione italiano consiglia di puntare tutto subito su Oceania e Siam. E da lì non vi schioda nessuno, dadi permettendo.

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