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Guerra e mercati

Attacco a Israele, per Amundi 'impatto limitato sui mercati, ma incertezza per l'inflazione'

Secondo la società francese, finché il conflitto con Hamas resta localizzato l'economia mondiale non ne risentirà molto. Più incerto il percorso dell'inflazione a causa dell'aumento del petrolio, ma per ora non vengono riviste le previsioni al ribasso

di Davide Lentini 11 Ottobre 2023 11:37
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Impatto sui mercati limitato finché il conflitto rimane locale e non si diffonde, con ricadute marginalmente positive per i settori della difesa e del petrolio, ma leggermente negative per aviazione e viaggi a lungo raggio. E l’aumento dei prezzi del petrolio potrebbe avere un impatto sulla traiettoria dell’inflazione. Inoltre, cambieranno i rapporti tra i Paesi coinvolti: non solo Israele e Gaza, ma anche Stati Uniti, Arabia Saudita e Iran. È quanto prevedono Vincent Mortier, Group Chief Investment Officer, e Anna Rosenberg, Head of Geopolitics Amundi, analizzando gli effetti sui mercati e le ricadute geopolitiche della guerra tra Hamas e Israele.

RISCHIO PER IL PREZZO DEL PETROLIO


Secondo l’analisi, il rischio maggiore riguarda il prezzo del petrolio, “poiché riteniamo che l'allentamento delle sanzioni statunitensi sulle vendite di petrolio iraniano diventerà più difficile - spiega Vincent Mortier - Allo stesso tempo, una volta che il conflitto immediato sarà sotto controllo, Israele potrebbe decidere che è il momento di attaccare le capacità nucleari dell'Iran, con la possibilità che scoppi un conflitto regionale più ampio, e questo potrebbe portare a un aumento dei prezzi del petrolio”. Appena è scoppiato il conflitto, sono cresciute sia le quotazioni del Wti che del Brent, per poi riassestarsi, come si vede dal grafico:



PREVISIONI SULL'INFLAZIONE IMMUTATE


Un incremento che potrebbe avere ricadute sull’inflazione. “Tuttavia, poiché prevediamo che il conflitto rimarrà localizzato - spiega ancora il Group Chief Investment Officer di Amundi - non modifichiamo le nostre previsioni di inflazione per il prossimo anno”. È indubbio però che lo scoppio del conflitto aggiunga incertezza sul percorso inflazionistico, fondamentale per valutare le prospettive economiche degli Stati Uniti. “Se l'inflazione scenderà come previsto - osserva Mortier - la Fed sarà accomodante, ma se l'inflazione non tornerà sotto controllo, è improbabile che la Fed tagli i tassi e questo aumenterà il rischio di un ‘hard landing’ per l'economia statunitense nel 2024”.

IL COINVOLGIMENTO DEGLI USA


Sul fronte geopolitico, Anna Rosenberg prevede che “il conflitto  durerà diverse settimane, con la situazione degli ostaggi che complicherà la risposta di Israele, e molto probabilmente gli Stati Uniti saranno coinvolti”. Anzi, il Governo americano potrebbe essere tentato di spostare temporaneamente l'attenzione fuori dall'Ucraina in termini di aiuti militari. “Se l'effetto a catena dell'attacco dovesse portare a un aumento dei prezzi del petrolio - spiegano da Amundi - ciò rappresenterebbe un fattore negativo per il presidente Biden” in vista delle elezioni del prossimo anno”.

"ISRAELE PIÙ AGGRESSIVO VERSO L'IRAN"


“Sul fronte interno, il primo ministro israeliano Netanyahu dovrà affrontare una significativa reazione interna a causa del fallimento della sicurezza, aumentando le probabilità di azioni fatte con poca moderazione”, analizza Anna Rosenberg, Head of Geopolitics  Amundi. Probabili conseguenze anche per le relazioni Israele-Iran, Arabia Saudita-Israele e Stati Uniti-Arabia Saudita. “Ci si aspetta una posizione più aggressiva da parte di Israele, che cercherà di controllare il conflitto e diventerà più ‘falco’ nei confronti dell'Iran”.
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