L'apertura dei mercati

Borse europee deboli e petrolio in rialzo dopo l’ordine di evacuazione di Gaza City

L’esercito israeliano ha ordinato a 1,1 milioni di persone di lasciare il nord della Striscia di Gaza in vista dell’attacco. In Cina nuovo crollo dell’export, a Wall Street al via la stagione delle trimestrali

di Antonio Cardarelli 13 Ottobre 2023 09:09

financialounge -  Borse europee mercati Piazza Affari
La guerra in Israele e le tensioni sui tassi di interesse appesantiscono le Borse nell’ultima seduta della settimana. Piazza Affari, nonostante lo scatto di Bper e Mps, apre in calo dello 0,2%, stesso valore in apertura di Francoforte e Parigi. Dall’antitrust britannica è arrivato il via libera all’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft.

PETROLIO IN SALITA


Il petrolio torna a salire dopo l’ordine di evacuazione di Gaza City e del nord della Striscia da parte dell’esercito israeliano, ormai pronto a dare il via all’operazione di terra. L’evacuazione riguarderebbe 1,1 milioni di persone entro le prossime 24 ore e l’Onu si è detta contraria alla decisione, ma l’esercito israeliano – che nella notte ha effettuato attacchi aerei contro circa 750 obiettivi appartenenti ad Hamas – non sembra intenzionato a fare passi indietro. “I terroristi di Hamas si nascondono nella città di Gaza all'interno di tunnel sotto le case e all'interno di edifici popolati da innocenti civili di Gaza. Civili di Gaza City, evacuate a sud per la vostra sicurezza e quella delle vostre famiglie e prendete le distanze dai terroristi di Hamas che vi usano come scudi umani”, si legge nell’allerta dell'Idf. Il petrolio è dunque tornato a salire, con il Wti novembre in aumento di quasi un punto percentuale a 83,7 dollari al barile. Il Brent dicembre segna +0,7% a 86,6 dollari al barile. Frena parzialmente il gas naturale, che sul Ttf di Amsterdam cede l'1,4% a 52,2 euro.

CRESCE IL RENDIMENTO DEI TREASURY


Intanto ieri a Wall Street i rendimenti dei Treasury sono tornati a salire alla luce di una Federal Reserve che deve fare i conti con un’inflazione poco sopra le attese. A settembre, i prezzi al consumo (Cpi) negli Stati Uniti sono aumentati mensilmente dello 0,4%, contro attese per un rialzo dello 0,3%. Il dato "core", ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, e' cresciuto dello 0,3%, in linea con le attese. Su base annuale, il dato generale ha messo a segno un +3,7%, contro attese per un +3,6%, dopo il +3,7% registrato anche ad agosto, il dato più alto in oltre un anno. Sempre negli Usa, comincia la stagione delle trimestrali con la pubblicazione dei conti da parte di big finanziari come Jp Morgan Chase, Wells Fargo, Citigroup e BlackRock.

CINA, EXPORT ANCORA IN CALO


A Marrakech, dove è in corso il meeting annuale di Fmi-Banca Mondiale, è atteso l’intervento della presidente della Bce Christine Lagarde. Sempre in Marocco, nel fine settimana, è prevista la riunione dei ministri delle Finanze del G20. Preoccupano i dati dell’export e dell’import della Cina. Nel mese di settembre le esportazioni cinesi sono diminuite del 6,2% su base annua (dopo un calo dell’8,8% nel mese precedente) segnando così il quinto calo mensile consecutivo. Nel dettaglio, le esportazioni di terre rare hanno subito un crollo del 17,6%. Praticamente ferma, invece, l’inflazione a settembre, con un aumento dello 0,1% contro previsioni di un +0,2%. A poco dalla chiusura, l’Hang Seng cede il 2,4% mentre Shanghai è in rosso dello 0,7%. Tokyo chiude la settimana in calo dello 0,55%.

Sul mercato valutario il dollaro americano conferma il rafforzamento segnato ieri alla chiusura dei mercati finanziari europei: il cambio tra euro e dollaro si attesta a 1,054 da 1,055 (1,063 all'avvio della seduta di ieri prima dei dati sull'inflazione).

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