Performance dei mercati

Natixis IM: a settembre mercati con il freno a mano, ma il credito europeo regge bene

Il mese scorso è stato archiviato con performance non buone sia nell'azionario sia nell'obbligazionario. Bene il comparto energetico e i corporate high yield che hanno resistito meglio rispetto a quelli di qualità superiore

di Annalisa Lospinuso 14 Ottobre 2023 10:00

financialounge -  Mabrouk Chetouane mercati MSCI Emerging Markets MSCI World Natixis IM
Settembre si conferma come mese non positivo per gli investitori. Dopo i mesi estivi, si sono registrati ribassi sia sul mercato azionario sia su quello obbligazionario. I listini, che hanno mostrato resilienza negli ultimi quattro mesi, sembrano aver perso vigore e prende piede l’ipotesi di un’inversione nei prossimi mesi. Lo afferma Mabrouk Chetouane, Global market strategist di Natixis Investment Managers che aggiunge: “Nel complesso, il credito europeo ha sovraperformato quello statunitense e ha persino registrato una riduzione degli spread”.

LA PERFORMANCE DELL'AZIONARIO


Guardando ai dati a fine settembre, dice l’analista di Natixis IM, “l’Msci World in dollari ha registrato un calo del 4,1%, portando la performance annuale all'11,6%, e sottoperformando l’Msci Emerging Markets, che è calato del 2,6% su base mensile attestandosi su un rendimento dello 0,4% su base annua”. Il settore energetico ha guidato gli acquisti, grazie a un rincaro dei prezzi del Brent e del Wti che sono arrivati rispettivamente al +9,7% e +8,6% in un mese, dopo la decisione dell’Arabia Saudita e della Russia di prolungare i tagli volontari alla produzione fino alla fine dell’anno.

LA PERFORMANCE DELL'OBBLIGAZIONARIO


Per quanto riguarda il settore governativo globale, non si è riusciti ad attutire le perdite azionarie, con il Global Agg in calo dell'1,6%. “In particolare, i principali rendimenti dei governativi decennali – dice Mabrouk Chetouane, Global market strategist di Natixis IM – hanno raggiunto nuovi massimi ciclici. Nel corso di settembre, il rendimento del decennale statunitense è balzato di 46 punti base al 4,57%, mentre il Bund è salito di 29 punti base al 2,84%. Grazie alla loro minore duration, i corporate High Yield hanno resistito meglio rispetto a quelle di qualità superiore”. Quindi, il credito europeo ha battuto quello statunitense e ha persino registrato una riduzione degli spread.

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