Sunday View

Rating Italia: da Fitch a Moody’s, come ci vedono le agenzie?

Ottobre è il mese lungo delle valutazioni economiche: in attesa dei primi verdetti, già si fanno spazio le indiscrezioni di chi vede un passo indietro del nostro Paese. Quali sono i motivi e quali gli scenari futuri?

di Lorenzo Cleopazzo 15 Ottobre 2023 10:00

financialounge -  Ficth moody's rating Standard & Poor’s sunday view
Un mezzo sorriso tirato sulle labbra e la stanchezza affogata nel bicchierino di plastica del caffè della macchinetta. Una borsa o uno zaino vintage, magari anche di dubbio gusto, qualche libro sotto braccio e un programma da rispettare cascasse il mondo. Il prof o la prof che entra in aula, il rumore delle sedie che gratta il pavimento e gli studenti che prendono posto.

Nessuno di loro ha voglia di sapere come sono andate le verifiche, figurarsi quando le verifiche sono tre.

20 ottobre, 10 e poi 17 novembre. Standard & Poor’s, Fitch e poi Moody’s. Questo è il trittico di fuoco che aspetta l’Italia al varco. In meno di una settimana si avrà il primo verdetto sull’andamento del nostro Paese e sulle prospettive della nostra economia. Un verdetto che potrebbe essere tutto sommato buono, o per lo meno non negativo. Potrebbe, ma dovremmo inanellare tre giudizi positivi in fila, e come leggerete più avanti, rischiamo di scivolare su uno in particolare.

Questa domenica diamo una sbirciata alle scelte delle agenzie di rating, alle motivazioni che le muovono e alle indiscrezioni che potrebbero trovare conferma nelle settimane a venire. E scusate se la metafora con la scuola può non piacere, ma tanto sapete che la campanella suona tra meno di tre paragrafi.

MALE MA...


“Un significativo allentamento della politica fiscale rispetto agli obiettivi precedenti”. Come dire: peccato, stavi andando così bene. Con una frase, l’agenzia di rating americana Fitch assume i panni della vecchia prof di matematica. Quella che vorrebbe darci la sufficienza eh, ma proprio non può.

Tutto origina dalla Nadef – Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza – da cui poi dovrebbe nascere la legge di bilancio. Fitch l’ha letta e ha sentenziato come sopra. Le previsioni dell’agenzia vedono il debito pubblico italiano in minor restringimento rispetto alle aspettative, viziato dai costi del Superbonus. Nonostante tutto, però, Fitch ha anche riconosciuto la stabilità del governo, che però “deve affrontare una notevole pressione politica per ottenere di più dei suoi impegni elettorali” e questo “pesa sulle prospettive di un maggiore consolidamento e sulle riforme per ridurre i rischi fiscali”. Insomma, male ma non malissimo. Anche perché la crescita in Italia ci sarà, solo non come la descrive la nostra Nadef. Fitch la prevede un pochino più lenta, ma nulla di cui doversi preoccupare. Giusto? Beh, non proprio. Per non farci mancare quel pizzico di pepe in più, l’agenzia ha definito "un'incertezza chiave" i tempi e i modi d'utilizzo dei fondi del Pnrr, visti anche i rallentamenti nell'assorbimento delle risorse. Basta quindi poco per mettere un piede in fallo. Basta poco per gettare al vento un periodo che tutto sommato non è così negativo come si rischia di dipingerlo. C’è forse un po’ di paura per i giudizi che verranno e per le conseguenze di questi. Ma c’est la vie, come direbbe qualcuno.

INUTILI SFORZI (?)


Un po’ padre di Ulisse, un po’ figlio di Eolo. Per tutti: quello del masso. Sisifo è il povero diavolo che nella mitologia greca è costretto a spingere un pesante macigno su per una montagna, salvo poi vederlo immancabilmente rotolare giù e dover ricominciare tutto daccapo. Le vicende che lo hanno portato a questo destino ingrato sono parecchio contorte, come ogni mito greco che si rispetti. In breve, Zeus ce l’aveva con lui perché aveva rivelato che il capo degli dèi aveva rapito una giovane ninfa di cui si era innamorato. Allora Sisifo viene portato da Ade negli inferi – non senza fatica – ma poi questo torna nel mondo dei vivi in barba all’Olimpo intero. Zeus però lo aspettava al varco, e quando gli anni gli presentano il conto, viene spedito a spingere il suo caro masso per l’eternità. Se vi sembra un destino orribile – e lo è, in realtà –, è comunque bello rileggerlo con le parole di Albert Camus, che in un saggio del 1947 scrive che “bisogna immaginare Sisifo felice”, poiché la fatica per raggiungere i risultati, è “sufficiente per riempire il cuore di un uomo”. Magra consolazione per il povero Sisifo, ma un certo spiraglio per noialtri.

Voto d’incoraggiamento

Perché parlare di Sisifo, vi chiederete. Togliamo la pena eterna – che quella vale per i miti, mica per l’economia –, abbiamo raccontato di lui perché in questa prospettiva di continua tensione, di sforzi, di risultati raggiunti, ma anche di fatica e di paura che tutto possa ricadere, ci sembrava un paragone, se non azzeccato, quantomeno azzecatino. Dunque l’Italia rischia di fare la fine di Sisifo? Secondo il ministro dell’economia Giorgetti, no. Lui ha paragonato l’esito delle agenzie a dei test scolastici, predicando calma e sicurezza nei propri mezzi: «Ci si prepara e poi si va all’esame e si spiegano le ragioni di un’economia forte […]. Ma ha un grande debito pubblico e deve essere consapevole di non poter fare svarioni».

Giorgetti ha già incontrato le agenzie, e anche se Fitch è quella che si è lasciata andare alle prime indiscrezioni, per lei e per Standard & Poor’s il nostro Paese è un buon BBB con outlook stabile, come uno studente che si impegna e porta a casa le sue sudate sufficienze. Il verdetto più atteso è però quello di Moody’s, che da maggio ha sospeso un giudizio che ci vede sì come un Baa3, ma a grande rischio. Lo stesso studente di prima, quello che suda le sufficienze, a cui basta un misero cinque per mettere in discussione un anno di fatiche. Un po’ come un Sisifo, a cui basta una spina nel piede per perdere il masso intero.

BONUS TRACK


Ribadiamolo: l’Italia non è Sisifo, non è destinata a crollare come il sasso che rotola giù dalla montagna. Non ci sono mitologie o divinità avverse, ma solo qualche colletto bianco attorno a una scrivania. E può forse fare più paura di un omone tutto muscoli e potenza che scaglia fulmini con la mano? Suvvia…

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