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Lo scenario

Tornano i fantasmi degli anni ’70 ma i mercati non si lasciano spaventare

Le economie dei Paesi sviluppati sono molto più solide e il mondo degli investimenti molto più integrato e capace di reagire. Concentrarsi sui fondamentali è la ricetta migliore, a cominciare dalle trimestrali in arrivo

di Virgilio Chelli 16 Ottobre 2023 08:05
financialounge -  borse Bullettin guerra israele mercati petrolio

Il fantasma degli anni ’70, con la Guerra Fredda combattuta ‘per procura’ dall’URSS contro l’Occidente , gli shock energetici e inflazionistici e la turbolenza politica diffusa anche da questa parte della Cortina di Ferro, sembra tornato a volteggiare sul pianeta. Ma i mercati e le economie, soprattutto nei Paesi sviluppati, reggono bene l’impatto emotivo e tirano diritto, continuando a usare la bussola dei fondamentali, che non segnalano tempesta. Questo perché, dall’inizio degli anni '80 del secolo scorso, la popolazione globale è raddoppiata ma la ricchezza prodotta è più che quadruplicata in termini reali, trainata dall’ondata di innovazione tecnologica oltre che da Cina e tutta l’area Asia-Pacifico, con consumatori e imprese che continuano a spendere, investire, fare utili e creare ricchezza.

IL MESSAGGIO DEL CAPO DI JP MORGAN DIMON


Jamie Dimon, grande capo di JP Morgan, la banca più grande e più in salute del mondo, nel momento in cui venerdì 13 ottobre ha annunciato un aumento del 35% dell’utile nel terzo trimestre, ha anche lanciato l’avvertimento che quello attuale potrebbe essere il tempo più pericoloso che il mondo abbia visto in decenni, riferendosi in particolare alla guerra in Ucraina e all’attacco di Hamas contro Israele, che potrebbero avere gravi conseguenze sui mercati dell’energia, degli alimentari, e sulle relazioni geopolitiche, mentre gli Stati accumulano deficit mai visti in tempi di pace, che aumentano i rischi di inflazione e di tassi alti a lungo. Ma, ha aggiunto Dimon, siamo pronti ad affrontare un ampio spettro di possibili esiti, per continuare a produrre risultati per i nostri clienti a prescindere dall’ambiente che ci circonda.

TENUTA CON I NERVI SALDI AGLI ULTIMI SHOCK


Un messaggio forte, che spiega bene perché mercati e investitori hanno retto con nervi saldi agli ultimi violenti shock. Non era così negli anni ’70, quando shock non troppo diversi da quelli attuali, spedivano le economie in recessione e i mercati a picco. I Paesi sviluppati erano totalmente dipendenti dal petrolio, le opinioni pubbliche erano spaccate con larghe fette affascinate dall’ideologia anti-capitalista, mentre in giro per il mondo, dall’America Latina al Sud Est asiatico si susseguivano eruzioni rivoluzionarie e contro-rivoluzioni autoritarie. In Europa furono davvero in tanti a salutare l’arrivo al potere di Khomeini in Iran nel 1979 come l’inizio luminoso di una liberazione del Medio Oriente dall’imperialismo americano. Poi la caduta del muro di Berlino e il collasso dell’URSS nel 1989-91, seguiti dalla liberazione del Kuwait e qualche anno dopo dalla neutralizzazione della Serbia, cambiarono tutto.

LA GRANDE DIFFERENZA CON GLI ANNI 70


Da allora è partita una parabola di un quarto di secolo di leadership globale indiscussa di USA e alleati, con gli unici rischi per economie e mercati occidentali nati all’interno, come la crisi dei subprime in USA e quella del debito in Europa. Entrambe sono state occasioni di rafforzamento patrimoniale per le banche, di miglioramento regolatorio e di maggior incisività ed efficacia dell’azione delle banche centrali. Il tutto, insieme a mercati ed economie globali diventate molto più grandi e solidi, fa la differenza con gli anni ’70. Per cui gli investitori tirano diritto e continuano a concentrarsi sui fondamentali. Che per quanto riguarda l’azionario vuol dire in questo momento le trimestrali. Sotto i riflettori le grandi banche e I big tech USA, che hanno sostenuto Wall Street nel 2023.

UTILI ATTESI A WALL STREET (LA MEDIA PER L’INTERO S&P 500 È +1,3% ANNO SU ANNO)





La situazione è un po’ diversa in Europa, dove comunque sono sempre i bancari al centro dell’attenzione dopo aver sovraperformato il resto del mercato grazie soprattutto ai tassi in aumento. In generale le prospettive sono meno rosee che in USA, dove la crescita degli utili è attesa ancora positiva, ma se si va a vedere la contrazione attesa per il secondo trimestre consecutivo è praticamente tutta concentrata su energetici e materie di base, come mostra il grafico qui sotto.

UTILI EUROPEI ATTESI IN CONTRAZIONE PER IL SECONDO TRIMESTRE CONSECUTIVO




BOTTOM LINE


Non sono gli anni '70 che tornano ma neanche gli anni d’oro seguiti al collasso dell’URSS. La formidabile tenuta agli shock degli ultimi tre anni è sicuramente un ottimo segno, che incoraggia gli investitori a guardare avanti e non indietro, per cogliere le opportunità di lungo periodo racchiuse nelle mega forze al lavoro, dalla digitalizzazione, all’intelligenza artificiale alla nuova era dell’energia.
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