L'outlook
PGIM Fixed Income: nessun iceberg in vista per l'economia Usa
La curva dei rendimenti inclinata più che indicare una stretta creditizia e una recessione imminente è frutto della convinzione degli investitori obbligazionari di essere vicini al picco del ciclo dei tassi d’interesse
di Annalisa Lospinuso 17 Ottobre 2023 14:33
Si parla sempre del rialzo dei tassi di interesse delle Banche centrali come causa della recessione economica. Ma come si è arrivati a questo punto? I rialzi sono soltanto la punta dell’iceberg rappresentato dagli eccessi nascosti che si accumulano durante le fasi di espansione, come dice Robert Tipp, Chief investment strategist, Head of global bonds di PGIM Fixed Income.
Così come il ciclo dei tassi del 1989 ha messo a nudo gli eccessi finanziari del boom dei leveraged buy-out (LBO) degli anni '80 e la crisi dei risparmi e dei prestiti; quelli del 1999-2000 hanno rivelato le frodi contabili di importanti società e hanno fatto esplodere una bolla del mercato azionario, mentre il ciclo dei rialzi dei tassi del 2004-2006 ha posto rimedio a una palude di asset gonfiati, con una leva finanziaria aggressiva, illiquidità e opacità applicata al mercato obbligazionario. Differenti, invece, i picchi dei tassi del 1995 e del 2018 che hanno portato a un soft landing.
Robert Tipp fa notare che “un altro fattore che può ridurre le probabilità di recessione è la chiarezza delle comunicazioni delle Banche centrali, in particolare la trasparenza sull’andamento dei tassi negli ultimi anni può contribuire a evitare che si accumulino pericolosi eccessi durante le espansioni, il che dovrebbe ridurre la gravità delle contrazioni”. In sintesi, PGIM Fixed Income ritiene che ci sono aree di debolezza dell’economia statunitense ma al momento non sembra un iceberg in gradi di affondare l’economia.
Come interpretare allora la curva dei rendimenti inclinata? “Piuttosto che un’indicazione di una stretta creditizia e di un’imminente recessione – dice Tipp – attribuiamo l’attuale inversione alla convinzione degli investitori obbligazionari che siamo vicini al picco del ciclo dei tassi d’interesse”. Le curve dei rendimenti invertite in molti mercati sviluppati suggeriscono che la psiche collettiva degli investitori rimane ancorata all’era dei tassi bassi, convinti che i tassi saranno più bassi nel prossimo futuro.
In realtà, precisa l’Head of global bonds di PGIM Fixed Income, “la curva invertita potrebbe accompagnarci per un po’ di tempo, lasciando un vantaggio alle strategie sulla curva dei rendimenti del reddito fisso”. Con la maggior parte dei rialzi dei tassi alle spalle, quindi, la volatilità del mercato è destinata a diminuire ed è probabile che segua il riemergere della “caccia al rendimento”, che fornisce un vento di coda ai prodotti a spread e incrementa ulteriormente i rendimenti.
LE CRISI FINANZIARIE DEL PASSATO
Così come il ciclo dei tassi del 1989 ha messo a nudo gli eccessi finanziari del boom dei leveraged buy-out (LBO) degli anni '80 e la crisi dei risparmi e dei prestiti; quelli del 1999-2000 hanno rivelato le frodi contabili di importanti società e hanno fatto esplodere una bolla del mercato azionario, mentre il ciclo dei rialzi dei tassi del 2004-2006 ha posto rimedio a una palude di asset gonfiati, con una leva finanziaria aggressiva, illiquidità e opacità applicata al mercato obbligazionario. Differenti, invece, i picchi dei tassi del 1995 e del 2018 che hanno portato a un soft landing.
LE MOSSE DELLE BANCHE CENTRALI
Robert Tipp fa notare che “un altro fattore che può ridurre le probabilità di recessione è la chiarezza delle comunicazioni delle Banche centrali, in particolare la trasparenza sull’andamento dei tassi negli ultimi anni può contribuire a evitare che si accumulino pericolosi eccessi durante le espansioni, il che dovrebbe ridurre la gravità delle contrazioni”. In sintesi, PGIM Fixed Income ritiene che ci sono aree di debolezza dell’economia statunitense ma al momento non sembra un iceberg in gradi di affondare l’economia.
CURVA DEI RENDIMENTI
Come interpretare allora la curva dei rendimenti inclinata? “Piuttosto che un’indicazione di una stretta creditizia e di un’imminente recessione – dice Tipp – attribuiamo l’attuale inversione alla convinzione degli investitori obbligazionari che siamo vicini al picco del ciclo dei tassi d’interesse”. Le curve dei rendimenti invertite in molti mercati sviluppati suggeriscono che la psiche collettiva degli investitori rimane ancorata all’era dei tassi bassi, convinti che i tassi saranno più bassi nel prossimo futuro.
IL FUTURO DEL REDDITO FISSO
In realtà, precisa l’Head of global bonds di PGIM Fixed Income, “la curva invertita potrebbe accompagnarci per un po’ di tempo, lasciando un vantaggio alle strategie sulla curva dei rendimenti del reddito fisso”. Con la maggior parte dei rialzi dei tassi alle spalle, quindi, la volatilità del mercato è destinata a diminuire ed è probabile che segua il riemergere della “caccia al rendimento”, che fornisce un vento di coda ai prodotti a spread e incrementa ulteriormente i rendimenti.