Il rovescio della medaglia
Ecco i rischi per gli investitori “fai da te” che comprano solo Btp
Il valore del Btp varia in funzione di andamento tassi e rischio Italia. Ci si può ritrovare con meno capitale rispetto a quanto investito se si vende prima della scadenza. Bisogna avere una strategia diversificata quando si investe, col supporto di professionisti della consulenza se non si conosce tutto
di Controredazione 20 Ottobre 2023 07:55
Fino a un paio di anni fa per cercare di spuntare un rendimento del 5% sarebbe servito un investimento in obbligazioni di bassa qualità e titoli di mercati emergenti. Insomma, tanto rischio. Adesso, invece, sembra tutto facile, basta investire tutto su un solo titolo: il BTP. Pure ampiamente pubblicizzato con tanto di spot televisivi. Tassi sulla carta così promettenti attirano inevitabilmente l’interesse di tanti investitori italiani, come dimostra il recente collocamento della seconda emissione del BTP Valore, che in pochi giorni ha raccolto oltre 17 miliardi di euro, di cui il 79% sottoscritto da investitori retail.
I tassi sono attraenti? Sì. Il BTP è una opportunità per investitori? Sì. E questo è ormai chiaro a tutti. Ma quello che invece è meno chiaro a tutti è che ci sono anche, come sempre quando si parla di investimenti, dei rischi. Che bisogna conoscere e valutare se si ha un approccio serio. Per prima cosa, molti piccoli risparmiatori sono convinti che il valore del BTP sottoscritto resti invariato nel tempo. Con l’idea di poter nel caso recuperare lo stesso capitale investito nel momento di un eventuale bisogno. Ovviamente, non è cosi! La realtà è diversa perché, se si vende prima della scadenza, si rischia di incassare meno, anche molto meno, di quanto investito, se nel frattempo i tassi sono ulteriormente saliti o il rischio Italia misurato dai rating è cresciuto. E’ quella che in gergo tecnico si chiama potenziale perdita in conto capitale.
Se aumenta il rendimento delle nuove emissioni di titoli di stato, il valore di un titolo a tasso fisso già in circolazione diminuisce fino al livello che, in base alla cedola che pagherà, garantisce lo stesso rendimento dei nuovi titoli immessi sul mercato. Per esempio, se acquisto oggi a 100 euro un BTP che scade fra 5 anni e che rende il 4,33%, nel caso in cui il rendimento dei titoli di stato a 5 anni salisse poi al 5,33% il valore del mio BTP diminuirebbe del 4,5%. Se invece il BTP acquistato fosse a scadenza 10 anni con rendimento al 4,94% e il rendimento dei titoli di stato decennali salisse al 5,94% la perdita in conto capitale ammonterebbe all’8% circa.
Un possibile scenario di ulteriori aumenti dei tassi lo segnala lo spread di nuovo in movimento. Lo spread sale quando il rischio Italia percepito cresce. A pesare ora sono il complesso quadro globale, tra inflazione, crescita bassa e tensioni geopolitiche, ma soprattutto lo stato delle finanze pubbliche italiane tornato a preoccupare i mercati. La manovra in deficit decisa dal governo italiano, con un aumento della spesa per interessi sul debito di 14 miliardi di euro l’anno prossimo, di certo non aiuta, anzi aggiunge preoccupazione. Secondo la nota di aggiornamento al Def, il rapporto debito/Pil, che nel 2019 era 134,8%, a fine 2022 si è attestato al 141,7%. A preoccupare i mercati è proprio l’aumento strutturale del debito.
Il peggioramento della situazione dei conti pubblici italiani potrebbe indurre le agenzie di rating internazionali a rivedere il loro outlook, in particolare l’agenzia Moody’s, che ha già espresso un parere negativo. Un eventuale declassamento del debito italiano alla categoria “junk bond” avrebbe pesanti conseguenze sull’investibilità da parte degli investitori istituzionali, compresa la BCE, e, quindi, su tassi e spread. E una eventualità simile penalizzerebbe, come spiegato, i possessori di BTP.
Tutto questo per dire che non è tutto oro quello che luccica nemmeno quando si parla di BTP. Tutti gli strumenti finanziari rappresentano delle opportunità, ma anche dei rischi. Che sono appunto da conoscere e valutare quando si fa una scelta. Per chi vive, lavora o riceve una pensione in Italia e magari ha una casa di proprietà nel nostro Paese, investire esclusivamente in BTP comporta una eccessiva concentrazione del rischio. Diversificare resta la regola d’oro negli investimenti. I BTP sono un ottimo strumento, ma vanno inseriti in una strategia di portafoglio ben studiata e diversificata. E chi non ha tutte le competenze per valutare e decidere una strategia diversificata su più strumenti è meglio che si affidi a un professionista della consulenza. Il “fai da te” non è mai una buona cosa, si rischia appunto di mettere tutte le uova in un unico paniere e fare una frittata…
MA CI SONO ANCHE RISCHI
I tassi sono attraenti? Sì. Il BTP è una opportunità per investitori? Sì. E questo è ormai chiaro a tutti. Ma quello che invece è meno chiaro a tutti è che ci sono anche, come sempre quando si parla di investimenti, dei rischi. Che bisogna conoscere e valutare se si ha un approccio serio. Per prima cosa, molti piccoli risparmiatori sono convinti che il valore del BTP sottoscritto resti invariato nel tempo. Con l’idea di poter nel caso recuperare lo stesso capitale investito nel momento di un eventuale bisogno. Ovviamente, non è cosi! La realtà è diversa perché, se si vende prima della scadenza, si rischia di incassare meno, anche molto meno, di quanto investito, se nel frattempo i tassi sono ulteriormente saliti o il rischio Italia misurato dai rating è cresciuto. E’ quella che in gergo tecnico si chiama potenziale perdita in conto capitale.
SE AUMENTANO I TASSI, SCENDE IL VALORE DEI BTP GIA’ EMESSI
Se aumenta il rendimento delle nuove emissioni di titoli di stato, il valore di un titolo a tasso fisso già in circolazione diminuisce fino al livello che, in base alla cedola che pagherà, garantisce lo stesso rendimento dei nuovi titoli immessi sul mercato. Per esempio, se acquisto oggi a 100 euro un BTP che scade fra 5 anni e che rende il 4,33%, nel caso in cui il rendimento dei titoli di stato a 5 anni salisse poi al 5,33% il valore del mio BTP diminuirebbe del 4,5%. Se invece il BTP acquistato fosse a scadenza 10 anni con rendimento al 4,94% e il rendimento dei titoli di stato decennali salisse al 5,94% la perdita in conto capitale ammonterebbe all’8% circa.
ATTENZIONE ALLO SPREAD
Un possibile scenario di ulteriori aumenti dei tassi lo segnala lo spread di nuovo in movimento. Lo spread sale quando il rischio Italia percepito cresce. A pesare ora sono il complesso quadro globale, tra inflazione, crescita bassa e tensioni geopolitiche, ma soprattutto lo stato delle finanze pubbliche italiane tornato a preoccupare i mercati. La manovra in deficit decisa dal governo italiano, con un aumento della spesa per interessi sul debito di 14 miliardi di euro l’anno prossimo, di certo non aiuta, anzi aggiunge preoccupazione. Secondo la nota di aggiornamento al Def, il rapporto debito/Pil, che nel 2019 era 134,8%, a fine 2022 si è attestato al 141,7%. A preoccupare i mercati è proprio l’aumento strutturale del debito.
RISCHIO DECLASSAMENTO DA PARTE DELLE AGENZIE DI RATING
Il peggioramento della situazione dei conti pubblici italiani potrebbe indurre le agenzie di rating internazionali a rivedere il loro outlook, in particolare l’agenzia Moody’s, che ha già espresso un parere negativo. Un eventuale declassamento del debito italiano alla categoria “junk bond” avrebbe pesanti conseguenze sull’investibilità da parte degli investitori istituzionali, compresa la BCE, e, quindi, su tassi e spread. E una eventualità simile penalizzerebbe, come spiegato, i possessori di BTP.
E QUINDI?
Tutto questo per dire che non è tutto oro quello che luccica nemmeno quando si parla di BTP. Tutti gli strumenti finanziari rappresentano delle opportunità, ma anche dei rischi. Che sono appunto da conoscere e valutare quando si fa una scelta. Per chi vive, lavora o riceve una pensione in Italia e magari ha una casa di proprietà nel nostro Paese, investire esclusivamente in BTP comporta una eccessiva concentrazione del rischio. Diversificare resta la regola d’oro negli investimenti. I BTP sono un ottimo strumento, ma vanno inseriti in una strategia di portafoglio ben studiata e diversificata. E chi non ha tutte le competenze per valutare e decidere una strategia diversificata su più strumenti è meglio che si affidi a un professionista della consulenza. Il “fai da te” non è mai una buona cosa, si rischia appunto di mettere tutte le uova in un unico paniere e fare una frittata…
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