Transizione green
GAM: la decarbonizzazione accelera, ma il settore oil & gas continua con buoni dividendi
La transizione energetica, per quanto necessaria, si è dimostrata costosa da attuare e con tempi di implementazione lunghi. Perciò nel breve termine le società del settore petrolifero e del gas hanno rendimenti del capitale elevati
di Annalisa Lospinuso 20 Ottobre 2023 19:00
Le politiche energetiche dell’ultimo decennio hanno avuto un impatto sull’inflazione. Niall Gallagher, Investment director di GAM, segnala come i costi dell’energia, in particolare in Europa, dove la transizione energetica è stata decisamente imperfetta, saranno significativamente più alti. Questa dinamica spinge a non abbandonare del tutto il settore oil & gas.
L’aumento della spesa in conto capitale (capex) avrà grandi implicazioni non solo per le economie e gli investitori, ma per la società nel suo complesso. Per questo motivo, GAM fa notare che il primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak, alle prese con le elezioni politiche del prossimo anno e in forte svantaggio nei sondaggi, ha preso la decisione pragmatica di rallentare la corsa verso l’azzeramento delle emissioni, allineandosi con l’Ue e rinviando il divieto di vendita dei veicoli a benzina e diesel dal 2030 al 2035. Anche in Germania hanno deciso di portare avanti leggi impopolari che impongono l’uso di pompe di calore. La transizione energetica è sicuramente necessaria ma è anche complessa e costosa.
La spinta verso l’uso di fonti rinnovabili di energia ha portato il settore oil & gas a diminuire il suo appeal nei confronti degli investitori. Ma nonostante la decarbonizzazione abbia avuto un’accelerazione, il mercato petrolifero è destinato a durare, così come tutta la gamma di prodotti. “Chiunque guidi un’auto diesel in Europa – continua Niall Gallagher – oggi sa fin troppo bene che il diesel è costoso, soprattutto a causa della scarsità di capacità di raffinazione del diesel in Europa. E che il divieto di vendita di nuove auto a benzina/diesel entri in vigore nel 2030 o nel 2035, nessuno investirà in una nuova raffineria di gasolio, dato il breve periodo di ammortamento nell’era della transizione energetica”.
I rialzi dei prezzi del petrolio e del gas stanno trainando i profitti in tutto il settore energetico e margini più elevati in gran parte della loro gamma di prodotti. “Dato che il capex è basso a causa della mancanza di investimenti in nuovi impianti di idrocarburi negli ultimi anni – fa notare GAM – la maggior parte degli utili del settore dell’energia continuerà a tornare agli azionisti. In tutte le società del settore petrolifero e del gas, i rendimenti del free cashflow sono forti e quindi i rendimenti del capitale sono molto elevati”. Nel breve periodo ci si può aspettare ancora una fluttuazione dei prezzi del petrolio ma, a prescindere dalle decisioni della politica, GAM non ha dubbi sul fatto che, proprio come il settore bancario, anche il settore dell'energia “si prospetta pronto a vedere dividendi molto interessanti e ampi riacquisti di azioni proprie”.
LA TRANSIZIONE GREEN È COSTOSA
L’aumento della spesa in conto capitale (capex) avrà grandi implicazioni non solo per le economie e gli investitori, ma per la società nel suo complesso. Per questo motivo, GAM fa notare che il primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak, alle prese con le elezioni politiche del prossimo anno e in forte svantaggio nei sondaggi, ha preso la decisione pragmatica di rallentare la corsa verso l’azzeramento delle emissioni, allineandosi con l’Ue e rinviando il divieto di vendita dei veicoli a benzina e diesel dal 2030 al 2035. Anche in Germania hanno deciso di portare avanti leggi impopolari che impongono l’uso di pompe di calore. La transizione energetica è sicuramente necessaria ma è anche complessa e costosa.
POCHI INVESTIMENTI IN OIL & GAS
La spinta verso l’uso di fonti rinnovabili di energia ha portato il settore oil & gas a diminuire il suo appeal nei confronti degli investitori. Ma nonostante la decarbonizzazione abbia avuto un’accelerazione, il mercato petrolifero è destinato a durare, così come tutta la gamma di prodotti. “Chiunque guidi un’auto diesel in Europa – continua Niall Gallagher – oggi sa fin troppo bene che il diesel è costoso, soprattutto a causa della scarsità di capacità di raffinazione del diesel in Europa. E che il divieto di vendita di nuove auto a benzina/diesel entri in vigore nel 2030 o nel 2035, nessuno investirà in una nuova raffineria di gasolio, dato il breve periodo di ammortamento nell’era della transizione energetica”.
RENDIMENTI DEL CAPITALE ELEVATI
I rialzi dei prezzi del petrolio e del gas stanno trainando i profitti in tutto il settore energetico e margini più elevati in gran parte della loro gamma di prodotti. “Dato che il capex è basso a causa della mancanza di investimenti in nuovi impianti di idrocarburi negli ultimi anni – fa notare GAM – la maggior parte degli utili del settore dell’energia continuerà a tornare agli azionisti. In tutte le società del settore petrolifero e del gas, i rendimenti del free cashflow sono forti e quindi i rendimenti del capitale sono molto elevati”. Nel breve periodo ci si può aspettare ancora una fluttuazione dei prezzi del petrolio ma, a prescindere dalle decisioni della politica, GAM non ha dubbi sul fatto che, proprio come il settore bancario, anche il settore dell'energia “si prospetta pronto a vedere dividendi molto interessanti e ampi riacquisti di azioni proprie”.