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Cos’è e come funziona la pensione di reversibilità
Ogni anno i limiti per cui si può usufruire della pensione di reversibilità possono cambiare, ecco chi ne ha diritto e come inoltrare la richiesta online all’Inps
di Fabrizio Arnhold 25 Ottobre 2023 09:00
Ogni hanno gli importi delle pensioni possono subire delle variazioni, legate principalmente alle rivalutazioni legate all’inflazione. Per questo motivo può cambiare anche l’importo della pensione di reversibilità, ossia quella che spetta ai familiari superstiti quando un pensionato muore. La percentuale oscilla a seconda del grado di parentela o di affinità. La pensione di reversibilità è una forma di sostegno pensionistico, quindi, rivolto ai familiari superstiti di un pensionato o di un lavoratore deceduto. Vediamo come funziona.
La pensione di reversibilità si può richiedere quando la persona che muore era già titolare di un trattamento pensionistico. Si parla di pensione indiretta, riconosciuta ai familiari superstiti, quando invece la persona che viene a mancare stava ancora lavorando, ma aveva già maturato un’anzianità contributiva sufficiente a far riconoscere la cosiddetta pensione indiretta, ossia 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva, oppure 5 anni anni di anzianità assicurativa e contributiva, di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente alla data del decesso.
Può richiedere la pensione di reversibilità il coniuge superstite, anche se separato qualora l’iscrizione all’Inps da parte del pensionato sia avvenuta prima della separazione legale con sentenza. Il coniuge separato con addebito, inoltre, avrà diritto alla pensione solo se è titolare di un assegno di mantenimento. Può richiedere la pensione di reversibilità anche il coniuge divorziato, a patto che non si sia risposato e sia titolare di un assegno di divorzio. Se il coniuge superstite si sposa con un altro soggetto, perde il diritto alla pensione ma può ricevere un assegno una tantum. Oltre al coniuge superstite, la pensione di reversibilità può essere richiesta anche dai figli, nipoti minori, equiparati ai figli, a carico del nonno o della nonna alla data di morte degli stessi. In mancanza del coniuge, dei figli, dei nipoti e dei genitori, la pensione può essere erogata ai fratelli celibi inabili e sorelle nubili inabili, non titolari di pensione, a patto che alla data di morte del pensionato siano a carico dello stesso.
L’importo dell’assegno della pensione di reversibilità può variare anche in base al reddito dei superstiti, diverso dalla pensione. Se chi richiede la pensione di reversibilità ha un reddito annuo fino a 21.985,86 euro, non è prevista alcuna riduzione dell’assegno. Dai 21.985,87 fino a 29.314,48 euro, è prevista una riduzione del 25%; da 29.314,49 euro fino a 36.643,10 euro l’assegno cala del 40%. Per redditi superiori a 36.643,11 euro, infine, l’assegno viene decurtato del 50% del valore. Gli importi variano ogni anno perché sono calcolati prendendo come riferimento il trattamento minimo annuo del Fondo pensionati lavoratori dipendenti. Il taglio del 25% è previsto per redditi superiori a 3 volte il trattamento minimo ma inferiori a 4 volte.
L’erogazione non è automatica ma occorre fare domanda. La pensione di reversibilità decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato. Si può presentare online la domanda all’Inps, anche nella forma precompilata, ma si può anche richiedere il supporto degli operatori del contact center Inps, oppure ci si può rivolgere a un Caf o patronato. Nel caso del coniuge divorziato, però, occorrerà rivolgersi direttamente al tribunale.
PENSIONE DI REVERSIBILITÀ E PENSIONE INDIRETTA
La pensione di reversibilità si può richiedere quando la persona che muore era già titolare di un trattamento pensionistico. Si parla di pensione indiretta, riconosciuta ai familiari superstiti, quando invece la persona che viene a mancare stava ancora lavorando, ma aveva già maturato un’anzianità contributiva sufficiente a far riconoscere la cosiddetta pensione indiretta, ossia 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva, oppure 5 anni anni di anzianità assicurativa e contributiva, di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente alla data del decesso.
A CHI SPETTA?
Può richiedere la pensione di reversibilità il coniuge superstite, anche se separato qualora l’iscrizione all’Inps da parte del pensionato sia avvenuta prima della separazione legale con sentenza. Il coniuge separato con addebito, inoltre, avrà diritto alla pensione solo se è titolare di un assegno di mantenimento. Può richiedere la pensione di reversibilità anche il coniuge divorziato, a patto che non si sia risposato e sia titolare di un assegno di divorzio. Se il coniuge superstite si sposa con un altro soggetto, perde il diritto alla pensione ma può ricevere un assegno una tantum. Oltre al coniuge superstite, la pensione di reversibilità può essere richiesta anche dai figli, nipoti minori, equiparati ai figli, a carico del nonno o della nonna alla data di morte degli stessi. In mancanza del coniuge, dei figli, dei nipoti e dei genitori, la pensione può essere erogata ai fratelli celibi inabili e sorelle nubili inabili, non titolari di pensione, a patto che alla data di morte del pensionato siano a carico dello stesso.
COME CAMBIA L’IMPORTO
L’importo dell’assegno della pensione di reversibilità può variare anche in base al reddito dei superstiti, diverso dalla pensione. Se chi richiede la pensione di reversibilità ha un reddito annuo fino a 21.985,86 euro, non è prevista alcuna riduzione dell’assegno. Dai 21.985,87 fino a 29.314,48 euro, è prevista una riduzione del 25%; da 29.314,49 euro fino a 36.643,10 euro l’assegno cala del 40%. Per redditi superiori a 36.643,11 euro, infine, l’assegno viene decurtato del 50% del valore. Gli importi variano ogni anno perché sono calcolati prendendo come riferimento il trattamento minimo annuo del Fondo pensionati lavoratori dipendenti. Il taglio del 25% è previsto per redditi superiori a 3 volte il trattamento minimo ma inferiori a 4 volte.
COME RICHIEDERE LA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ
L’erogazione non è automatica ma occorre fare domanda. La pensione di reversibilità decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato. Si può presentare online la domanda all’Inps, anche nella forma precompilata, ma si può anche richiedere il supporto degli operatori del contact center Inps, oppure ci si può rivolgere a un Caf o patronato. Nel caso del coniuge divorziato, però, occorrerà rivolgersi direttamente al tribunale.
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