Conti dello Stato
“Manovra tattica che delega al Pnrr la parte relativa alla produttività. Serve più coraggio”
Così Carlo Alberto Carnevale-Maffè, professore associato presso la SDA School of Management della Bocconi, intervenuto questa mattina su Financialounge.com commenta la legge di Bilancio del Governo che andrà al Parlamento
di Annalisa Lospinuso 26 Ottobre 2023 15:28
Una manovra tattica che fa quel poco che serve per mantenere le promesse elettorali e delega al Pnrr la parte strutturale, quella relativa all’aumento della produttività e della competitività di lungo termine. Non usa mezzi termini Carlo Alberto Carnevale-Maffè, professore associato di Strategia e Imprenditorialità presso la SDA School of Management dell’Università Bocconi, intervenuto questa mattina su Financialounge.com. Secondo Carnevale-Maffè non soltanto non c’è la parte destinata alla crescita del Paese ma non c’è nemmeno l’austerity. “C’è pochissimo, direi niente sulla componente investimenti che è stata completamente delegata a questo piano pluriennale che è il Pnrr che però è in ritardo. Abbiamo una legge di Bilancio tattica e un Pnrr che ne è il suo complemento strategico, perciò vanno giudicati insieme”.
Tutte le scelte di politica fiscale, sottolinea il professor Carnevale-Maffè, hanno durata di un anno quindi si tratta di una legge per prendere tempo e capire se lo scenario congiunturale migliora. “Certamente non è una scelta coraggiosa, manca una visione chiara della crescita italiana nel medio termine”, aggiunge. L’unico segnale positivo arriva sul fronte delle pensioni perché “di fatto ha fatto una manovra pensionistica alla Fornero” quindi “razionale e prudente”, perciò su questo tema “va riconosciuto il pragmatismo del governo che ha predicato malissimo, ma per fortuna razzola un po’ meglio”.
Sul debito pubblico Carnevale-Maffè dice che non c’è una strategia di riduzione, a differenza di quanto sta facendo la Grecia che ha saputo intraprendere un percorso di risanamento del proprio debito e ora “cresce a tassi superiori alla media dell’Ue, ha ricevuto un nuovo investment grade ed è sulla strada del consolidamento fiscale. L’Italia non è sulla strada negativa ma non è su nessuna strada”.
Sui Btp, il professore della Bocconi dice che bisognerebbe ricordare agli italiani che il “rischio dell’emittente, in particolare la Repubblica italiana, non è proprio trascurabile, essendo noi una tripla B, quindi a un passo dall’eventuale downgrading. Gli italiano dovrebbero sapere che a fronte di un interesse elevato c’è anche un rischio elevato e quindi non trovo un contributo all'educazione finanziaria quello di vendere titoli di Stato direttamente ai cittadini. Mi rendo conto che uno Stato che mette a bilancio un fabbisogno per il comparto statale di oltre 250 miliardi per il 2024 non può bastare deve fare appello alla sottoscrizione dei Btp, ma i cittadini farebbero meglio a parlare coi loro consulenti finanziari invece che a dar retta alla pubblicità del governo”.
Per quanto riguarda la politica monetaria della Bce, Carnevale-Maffè ricorda: “I tassi sono soltanto la componente più evidente della politica di stabilità finanziaria, della Bce e delle banche centrali in generale. C’è il tema della base monetaria che era stata espansa in maniera abnorme negli ultimi anni e ricordo che eravamo arrivati quasi a nove miliardi di bilancio dalla Bce, cioè oltre l’ottanta per cento del Pil europeo. Questa cosa è in corso di riassorbimento, così come sono stati riassorbiti gli acquisti dei titoli di Stato. La combinazione di politiche di bilancio e politiche di tassi di interesse sta producendo i suoi effetti. Certamente mancano ancora dei pezzi. Per esempio, il governo italiano – conclude – non si è ancora premurato di sottoscrivere il MES, che sarebbe una componente importante proprio per tutelare il sistema bancario a fronte di eventuali rischi di tensioni finanziarie”.
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SCELTE FISCALI E PENSIONI
Tutte le scelte di politica fiscale, sottolinea il professor Carnevale-Maffè, hanno durata di un anno quindi si tratta di una legge per prendere tempo e capire se lo scenario congiunturale migliora. “Certamente non è una scelta coraggiosa, manca una visione chiara della crescita italiana nel medio termine”, aggiunge. L’unico segnale positivo arriva sul fronte delle pensioni perché “di fatto ha fatto una manovra pensionistica alla Fornero” quindi “razionale e prudente”, perciò su questo tema “va riconosciuto il pragmatismo del governo che ha predicato malissimo, ma per fortuna razzola un po’ meglio”.
RIDUZIONE DEL DEBITO PUBBLICO
Sul debito pubblico Carnevale-Maffè dice che non c’è una strategia di riduzione, a differenza di quanto sta facendo la Grecia che ha saputo intraprendere un percorso di risanamento del proprio debito e ora “cresce a tassi superiori alla media dell’Ue, ha ricevuto un nuovo investment grade ed è sulla strada del consolidamento fiscale. L’Italia non è sulla strada negativa ma non è su nessuna strada”.
I RISCHI DEI BTP
Sui Btp, il professore della Bocconi dice che bisognerebbe ricordare agli italiani che il “rischio dell’emittente, in particolare la Repubblica italiana, non è proprio trascurabile, essendo noi una tripla B, quindi a un passo dall’eventuale downgrading. Gli italiano dovrebbero sapere che a fronte di un interesse elevato c’è anche un rischio elevato e quindi non trovo un contributo all'educazione finanziaria quello di vendere titoli di Stato direttamente ai cittadini. Mi rendo conto che uno Stato che mette a bilancio un fabbisogno per il comparto statale di oltre 250 miliardi per il 2024 non può bastare deve fare appello alla sottoscrizione dei Btp, ma i cittadini farebbero meglio a parlare coi loro consulenti finanziari invece che a dar retta alla pubblicità del governo”.
POLITICA MONETARIA
Per quanto riguarda la politica monetaria della Bce, Carnevale-Maffè ricorda: “I tassi sono soltanto la componente più evidente della politica di stabilità finanziaria, della Bce e delle banche centrali in generale. C’è il tema della base monetaria che era stata espansa in maniera abnorme negli ultimi anni e ricordo che eravamo arrivati quasi a nove miliardi di bilancio dalla Bce, cioè oltre l’ottanta per cento del Pil europeo. Questa cosa è in corso di riassorbimento, così come sono stati riassorbiti gli acquisti dei titoli di Stato. La combinazione di politiche di bilancio e politiche di tassi di interesse sta producendo i suoi effetti. Certamente mancano ancora dei pezzi. Per esempio, il governo italiano – conclude – non si è ancora premurato di sottoscrivere il MES, che sarebbe una componente importante proprio per tutelare il sistema bancario a fronte di eventuali rischi di tensioni finanziarie”.
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