Strategie di investimento

Obbligazioni, le scelte di J.P. Morgan Asset Management per domare la volatilità

Gli esperti di J.P. Morgan Asset Management spiegano come superare la volatilità macroeconomica e la dinamica dei tassi d’interesse nelle scelte nel segmento delle obbligazioni societarie Investment Grade

di Leo Campagna 26 Ottobre 2023 15:14

financialounge -  JP Morgan Asset Management
Fondamentali solidi, valutazioni attraenti e fattori tecnici più che accettabili. Sono i tre elementi in base ai quali il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, rivela di continuare a osservare con attenzione le obbligazioni Investment Grade (IG) nel suo Bond Bulletin settimanale.

FOCUS SUI TITOLI A BREVE SCADENZA E DI ALTA QUALITA’


“Privilegiamo i titoli a breve scadenza e di alta qualità. In parallelo seguiamo con estrema attenzione l’andamento dei dati macroeconomici che potrebbero incidere sull’attività delle Banche Centrali e, a cascata, sulle condizioni creditizie cui le aziende sono esposte” spiega il team, le cui convinzioni poggiano anche sulla buona tenuta mostrata dal segmento Investment Grade.

FONDAMENTALI SOLIDI


Una capacità di mantenere la barra dritta nonostante l’andamento contrastante dei dati macroeconomici e l’incertezza sulle decisioni che assumeranno le Banche Centrali nelle ultime riunioni del 2023 abbiano accentuato la volatilità dei tassi. Grazie anche alla buona salute delle imprese. “I profitti del terzo trimestre hanno mantenuto la dinamica positiva del secondo trimestre. A livello settoriale, sanità, commercio al dettaglio e media hanno registrato performance interessanti, con utili superiori a quelli del 2022” riferiscono gli esperti del team di JP.Morgan AM. I quali, tuttavia, non nascondono che, nei prossimi mesi, Europa e Regno Unito potrebbero affrontare maggiori difficoltà economiche tra cui un rallentamento della crescita dei volumi e pressioni inflazionistiche sul versante dei costi.

VALUTAZIONI QUANTITATIVE


Dal punto di vista invece delle valutazioni quantitative, dopo un certo restringimento degli spread, di recente le valutazioni hanno reagito all’accentuata volatilità e nel corso del mese i differenziali si sono allargati: negli Stati Uniti sono risaliti a 124 punti base (pb), pari allo spread medio rettificato per le opzioni implicite degli ultimi 10 anni. In Europa e nel Regno Unito, invece, la media decennale è rispettivamente di 121 e 148 pb a fronte di livelli correnti che si collocano a 160 pb e a 169 pb.

UN INTERESSANTE PUNTO DI INGRESSO


“Si tratta di valutazioni che rappresentano, per queste due regioni, un interessante punto d’ingresso per realizzare extra rendimenti positivi su un orizzonte temporale di sei mesi. A livello settoriale, nelle ultime settimane quello finanziario è stato tra i peggiori e oggi evidenzia valutazioni più basse di quelle registrate ad aprile 2023 in seguito ai problemi che hanno investito il sistema bancario regionale” puntualizza il team.

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