Salute e investimenti

Morgan Stanley IM: la bussola per investire nella sanità dei mercati emergenti

Amay Hattangadi e Jitania Kandhari spiegano che l’export è sempre meno un driver dei produttori di farmaci low cost, mentre crescono i mercati interni locali, anche nel campo dei servizi e delle polizze assicurative

di Stefano Caratelli 28 Ottobre 2023 09:30

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Investire nel settore sanitario dei mercati emergenti storicamente ha implicato la ricerca di produttori di farmaci a basso costo che avessero ottenuto l’approvazione della Food and Drug Administration americana e fossero in attesa di beneficiare della scadenza di licenze sul mercato Usa. Diverse aziende indiane ne hanno beneficiato e hanno visto salire i prezzi dei titoli: uno schema come esemplificato nella famosa battaglia legale all’inizio degli anni 2000 tra Ranbaxy e Pfizer sul farmaco anti-colesterolo Lipitor. Ma intorno al 2015 la capitalizzazione di mercato dei produttori di farmaci generici ha toccato il picco, seguita dal calo delle valutazioni per l’intensa concorrenza tra i produttori low-cost e la maggior attenzione della Fda. Con il Covid il settore ha mostrato segni di ripresa sostenuto dalla domanda locale.

IL FOCUS SI E’ SPOSTATO DALL’EXPORT ALLA CRESCITA DEI MERCATI INTERNI


Morgan Stanley Investment Management spiega agli investitori come navigare i trend del settore sanitario nei mercati emergenti in un’analisi di Amay Hattangadi, Co-Portfolio Manager, Emerging Markets Core Strategies, e Jitania Kandhari, Head of Macro & Thematic Research, Emerging Markets, secondo cui il focus si sta spostando sui rispettivi mercati interni ed è meno dominato dagli esportatori, nel segno di una crescente diversificazione e specializzazione. Dal picco del 90% nel 2012, il peso dei produttori di farmaci nell’indice MSCI ACWI Health Care è sceso oggi al 33%, con una crescita delle aziende biotech, dei produttori di dispositivi e fornitori di servizi, con i temi emergenti rappresentati da ospedali privati, turismo sanitario e polizze per la salute.

L’ESTENSIONE DELLA COPERTURA E DELL’ACCESSO ALLA SANITA’


Nei servizi sanitari, gli esperti di Morgan Stanley IM citano il lancio da parte dell’Indonesia nel 2014 del Jaminan Kesehatan Nasional, un programma di assicurazione obbligatoria per l’accesso di tutta la popolazione ai servizi sanitari di base, che è arrivato a coprire il 93% in meno di un decennio, mentre l’India ha introdotto il programma Ayushman Bharat per coprire il 40% più sfavorito della popolazione. I cambiamenti demografici offrono ulteriori opportunità dato che nei prossimi 30 anni è previsto un aumento della popolazione over-65 nei Paesi emergenti al 2,7% l’anno, oltre il doppio dell’area sviluppata, il che spingerà la domanda di servizi sanitari.

POTENTI FATTORI DEMOGRAFICI IN OPERA


Paesi come Cina, Malesia, Corea del Sud e Thailandia stanno inoltre sperimentando crescente urbanizzazione e aumento del reddito, il che punta a un avvicinamento agli stili di vita occidentali in termini di consumi, come fast-food e in generale un’alimentazione che favorisce patologie come diabete e tumori, spingendo ulteriormente la spesa sanitaria, che oggi impegna il 19% del Pil in Usa, il 12% in Europa, e solo il 3-5% in India e Sud Est asiatico. Gli ospedali privati stanno migliorando servizi e accessibilità, ampliando l’accesso a cure di qualità per la classe media. In Indonesia, la combinazione tra sanità pubblica e privata copre ormai il 91% della popolazione.

I TEMI LEGATI ALLA COPERTURA ASSICURATIVA E AL TURISMO SANITARIO


Il tema è legato a quello della copertura assicurativa, in crescita in India ma anche in Arabia Saudita, e al turismo sanitario, in cui si è guadagnata una reputazione la Thailandia grazie alla combinazione di qualità e costi contenuti. In Indonesia il trend è opposto, con un numero crescente di persone che si rivolge all’estero, e il governo cerca di invertirlo supportando la crescita di ospedali di qualità. Il quadro è reso complicato anche da regole e controlli che, a volte, frenano la crescita dell’offerta di cure, farmaci e servizi.

ATTENZIONE AI RISCHI, PIU’ ELEVATI NEI MERCATI EMERGENTI


Infine, gli esperti di Morgan Stanley IM avvertono gli investitori sui rischi, tra cui quello di una perdita di valore delle partecipazioni detenute in portafoglio. Qui giocano anche fattori esterni, come disastri naturali, improvvise crisi sanitarie, terrorismo, conflitti e turbolenze sociali. Inoltre, il valore di aziende esposte sui mercati esteri corrono anche rischi valutari e legati alla liquidità, perché in generale l’investimento nei mercati emergenti comporta una rischiosità più elevata rispetto a quelli dei paesi sviluppati.

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