Sunday view
Stellantis-Leapmotor e Leonardo-Fincantieri: dietro le quinte degli accordi
Fronte compatto, strette di mano e rotta tracciata. Da Cingolani e Tavares non solo parole di cortesia, ma un’idea ben precisa di quali obiettivi si vogliono perseguire
di Lorenzo Cleopazzo 29 Ottobre 2023 09:30
C’è silenzio. Uno di quei silenzi belli carichi, che anche solo deglutire farebbe crollare in mille pezzi. Un attimo che sembra sospeso, come il nostro fiato. Tutto attorno è buio, chi ci siede vicino è in trance, esattamente come noi. Se ci voltassimo ce ne accorgeremmo, ma la nostra attenzione viene vincolata di fronte a noi, portata da un fascio di luce su un palco vuoto, senza alcuna scenografia. Forse anche per questo tutti aspettano la sortita. Poi un battere di mani univoco ed echeggiante, come i cerchi di un sasso caduto in uno stagno: eccoli che entrano i protagonisti, tra gli applausi.
Il Sunday View di questa settimana porta di fronte a voi uno spettacolo particolare, non un copione come un altro: in cartello la storia e le vicende di quattro protagonisti, dei loro accordi e di un unico obiettivo. Fossimo dietro le quinte grideremmo per tre volte una parolaccia, in segno di buon auspicio, ma qui ci limitiamo ad andare in scena. Pronti? Prego, su il sipario.
Partiamo dai fatti oggettivi: da una parte Stellantis acquisisce il 21% - circa – della cinese Leapmotor investendo 1,5 miliardi di euro; dall’altra Roberto Cingolani, Ad di Leonardo, parla esplicitamente di un accordo con Fincantieri. Ma perché il gruppo automobilistico europeo dovrebbe spendere così tanto in Oriente? E perché Cingolani ha parlato proprio ora di un patto simile? Molto semplice: perché conviene. A tutti e quattro.
Leapmotor – all’anagrafe Zhejiang Leapmotor Technologies –, nonostante sia nata solo nel 2015, è già un player mica male del settore, con i suoi modelli elettrici di fascia medio-alta che piacciono molto dalle parti di Hong Kong e della sua Borsa. Nell’accordo è prevista la fondazione di Leapmotor International, una joint a maggioranza Stellantis, con l’esclusiva su esportazioni e vendite delle vetture cinesi fuori dai loro confini. L’obiettivo del gruppo – che comprende Fiat, Peugeot, Jeep e altri – è di insediare i propri brand sulle strade del Dragone, e allo stesso tempo fungere da valvola per i mezzi cinesi, che già spingono per entrare, rischiando di sopraffare il mercato.
A proposito di spinte esterne, anche Leonardo vuole evitare incursioni. Per questo si guarda attorno e lavora a un accordo industriale con Fincantieri. L’Ad Cingolani semplifica e insieme amplifica il piano: "Noi facciamo cose che volano, loro fanno cose che galleggiano, non è così complicato". L’obiettivo qui è più o meno lo stesso di prima: “fare cose” che tengano a bada ciò che c’è fuori, competendo coi colossi americani e – guarda un po’ - cinesi.
Una doppia strada, che converge sempre verso un unico obiettivo: resistere a ciò che preme per entrare. Non un’immagine estranea alla letteratura.
1909, Worcester, Massachussets. A chilometri di distanza dalla sua casa, un uomo sta tenendo una conferenza nell’auditorium della Clark University. Porta i suoi occhialetti tondi, una barba ispida e un’espressione accigliata. Questo qualcuno di nome faceva Sigismund Schlomo, ma tutti lo chiamano Sigmund. Anzi, professor Freud. Delle 5 conferenze sulla psicanalisi che tenne negli Usa, la seconda contiene l’esempio che ci occorre: quello della sala. “Supponete che in questa sala […] si trovi però un individuo che si comporta in modo disturbante” diceva “Io dichiaro che così non posso continuare la conferenza, e allora tra voi si alzano alcuni robusti signori e dopo breve lotta mettono alla porta il disturbatore della quiete”. Questa è la rimozione per Freud: la sala è il conscio, i buttafuori l’etica che scaccia i pensieri disturbanti, e l’esterno è il nostro inconscio. In questa metafora - meno fortunata di quella più celebre dell’iceberg – la tripartizione psicanalitica della nostra mente è lampante, così come il peso effettivo dei disturbatori, che anche una volta fuori, continuano a spingere per entrare. Forse anche per questo i buttafuori dell’esempio sono più d’uno.
Fare ermeneutica è un’attività complessa e – ci si perdoni – a volte anche tremendamente soggettiva. Vale per gli alfabeti consonantici delle lingue semitiche, vale per i passaggi di alcuni testi filosofici, e vale anche per molte scelte imprenditorial-economico-politiche. E già questa tripartizione ne è un esempio.
Dopo l’annuncio della joint venture tra Stelantis e Leapmotor e il conseguente entusiasmo in Borsa, i titoli di entrambi hanno avuto un momento di assestamento, con segni meno annessi. Eppure i commentatori cavalcano le positive vibes, evidenziando le buone prospettive dell’accordo. Poi ci sono Leonardo e Fincantieri, che "è tanto complicata la situazione all'esterno (con i competitor esteri, nda) che non possiamo avere una competizione interna", ammette Cingolani. Di nuovo: fare fronte comune per respingere ogni disturbo, come i buttafuori di Freud. Solo che se nel progetto della psicanalisi si reprime l’idea nell’inconscio, in attesa che venga dimenticata, i competitor non smettono di far valere la loro forza, “bussando” alla nostra porta con insistenza. Certo non hanno un’accetta come Jack Nicholson in Shining, però hanno comunque delle ottime argomentazioni.
Stellantis e Leapmotors, Leonardo e Fincantieri: gli accordi di cui abbiamo parlato questa settimana sembrano essere ben saldi. Non come la sala nell’esempio di Freud, dove i buttafuori hanno piazzato delle sedie a bloccare la porta, di certo non una fortificazione degna dei più grandi strateghi.
Il Sunday View di questa settimana porta di fronte a voi uno spettacolo particolare, non un copione come un altro: in cartello la storia e le vicende di quattro protagonisti, dei loro accordi e di un unico obiettivo. Fossimo dietro le quinte grideremmo per tre volte una parolaccia, in segno di buon auspicio, ma qui ci limitiamo ad andare in scena. Pronti? Prego, su il sipario.
ATTO I - FARE I CONTI
Partiamo dai fatti oggettivi: da una parte Stellantis acquisisce il 21% - circa – della cinese Leapmotor investendo 1,5 miliardi di euro; dall’altra Roberto Cingolani, Ad di Leonardo, parla esplicitamente di un accordo con Fincantieri. Ma perché il gruppo automobilistico europeo dovrebbe spendere così tanto in Oriente? E perché Cingolani ha parlato proprio ora di un patto simile? Molto semplice: perché conviene. A tutti e quattro.
Leapmotor – all’anagrafe Zhejiang Leapmotor Technologies –, nonostante sia nata solo nel 2015, è già un player mica male del settore, con i suoi modelli elettrici di fascia medio-alta che piacciono molto dalle parti di Hong Kong e della sua Borsa. Nell’accordo è prevista la fondazione di Leapmotor International, una joint a maggioranza Stellantis, con l’esclusiva su esportazioni e vendite delle vetture cinesi fuori dai loro confini. L’obiettivo del gruppo – che comprende Fiat, Peugeot, Jeep e altri – è di insediare i propri brand sulle strade del Dragone, e allo stesso tempo fungere da valvola per i mezzi cinesi, che già spingono per entrare, rischiando di sopraffare il mercato.
A proposito di spinte esterne, anche Leonardo vuole evitare incursioni. Per questo si guarda attorno e lavora a un accordo industriale con Fincantieri. L’Ad Cingolani semplifica e insieme amplifica il piano: "Noi facciamo cose che volano, loro fanno cose che galleggiano, non è così complicato". L’obiettivo qui è più o meno lo stesso di prima: “fare cose” che tengano a bada ciò che c’è fuori, competendo coi colossi americani e – guarda un po’ - cinesi.
Una doppia strada, che converge sempre verso un unico obiettivo: resistere a ciò che preme per entrare. Non un’immagine estranea alla letteratura.
ATTO II - DISTURBATORI
1909, Worcester, Massachussets. A chilometri di distanza dalla sua casa, un uomo sta tenendo una conferenza nell’auditorium della Clark University. Porta i suoi occhialetti tondi, una barba ispida e un’espressione accigliata. Questo qualcuno di nome faceva Sigismund Schlomo, ma tutti lo chiamano Sigmund. Anzi, professor Freud. Delle 5 conferenze sulla psicanalisi che tenne negli Usa, la seconda contiene l’esempio che ci occorre: quello della sala. “Supponete che in questa sala […] si trovi però un individuo che si comporta in modo disturbante” diceva “Io dichiaro che così non posso continuare la conferenza, e allora tra voi si alzano alcuni robusti signori e dopo breve lotta mettono alla porta il disturbatore della quiete”. Questa è la rimozione per Freud: la sala è il conscio, i buttafuori l’etica che scaccia i pensieri disturbanti, e l’esterno è il nostro inconscio. In questa metafora - meno fortunata di quella più celebre dell’iceberg – la tripartizione psicanalitica della nostra mente è lampante, così come il peso effettivo dei disturbatori, che anche una volta fuori, continuano a spingere per entrare. Forse anche per questo i buttafuori dell’esempio sono più d’uno.
ATTO III - A CONTI FATTI
Fare ermeneutica è un’attività complessa e – ci si perdoni – a volte anche tremendamente soggettiva. Vale per gli alfabeti consonantici delle lingue semitiche, vale per i passaggi di alcuni testi filosofici, e vale anche per molte scelte imprenditorial-economico-politiche. E già questa tripartizione ne è un esempio.
Dopo l’annuncio della joint venture tra Stelantis e Leapmotor e il conseguente entusiasmo in Borsa, i titoli di entrambi hanno avuto un momento di assestamento, con segni meno annessi. Eppure i commentatori cavalcano le positive vibes, evidenziando le buone prospettive dell’accordo. Poi ci sono Leonardo e Fincantieri, che "è tanto complicata la situazione all'esterno (con i competitor esteri, nda) che non possiamo avere una competizione interna", ammette Cingolani. Di nuovo: fare fronte comune per respingere ogni disturbo, come i buttafuori di Freud. Solo che se nel progetto della psicanalisi si reprime l’idea nell’inconscio, in attesa che venga dimenticata, i competitor non smettono di far valere la loro forza, “bussando” alla nostra porta con insistenza. Certo non hanno un’accetta come Jack Nicholson in Shining, però hanno comunque delle ottime argomentazioni.
BONUS TRACK
Stellantis e Leapmotors, Leonardo e Fincantieri: gli accordi di cui abbiamo parlato questa settimana sembrano essere ben saldi. Non come la sala nell’esempio di Freud, dove i buttafuori hanno piazzato delle sedie a bloccare la porta, di certo non una fortificazione degna dei più grandi strateghi.
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