Sunday view

Usa e Ue: due economie agli antipodi, tra sviluppi interni ed esterni

Tra Washington e Bruxelles non c’è solo un oceano di mezzo, ma anche indici economici che mostrano due momenti completamente diversi, gravati dalle prospettive geopolitiche dei conflitti sulla carta geografica

di Lorenzo Cleopazzo 5 Novembre 2023 10:00

financialounge -  economia sunday view Ue USA
Mettiamo una tavola imbandita. Mettiamo una ricorrenza da festeggiare. Una qualsiasi, e se Natale è ancora lontano, prendiamo pure il compleanno di zio Ugo. Mettiamo una bella riunione di famiglia vecchio stile, con parenti carichi di bottiglie di vino, vassoi di pasticcini, e zie che varcano la soglia con un bel “ciao” acuto e smanceroso, prolungato. Mettiamo una scena simile, dove in mezzo a tutto quell’affetto, presto o tardi, lo sappiamo, busserà alla porta anche lui: il famigerato cugino. Quello che è sempre stato migliore, che se anche noi prendevamo 9 a scuola lui prendeva 9+, quello che “hai visto quant’è bravo tuo cugino?”. Quello che in fondo ci fa anche bene come riferimento da raggiungere o anche solo come sfida da superare, anche se a volte ci appare distante. Troppo distante, come se ci fosse un oceano di mezzo.

A proposito di acqua salata – tanta –, questa settimana andiamo a dare un’occhiata alle differenze – tante – tra Europa e America, divise da una grossa macchia blu sulla cartina e da un passo non indifferente nell’andamento economico. Del resto la storia insegna che raramente l’Eurozona ha superato gli States, ma vale sempre la pena crederci. E se siamo pronti a farlo, possiamo andare avanti col pezzo.

Pronti? Let’s go!

ESTATE CALDA, INVERNO ROVENTE


Se l’economia americana vola alto, noialtri stiamo un po’ più schisci. Questa, in soldoni, la situazione che si presenta alla fine del terzo trimestre del 2023. Non è tanto una scelta di austerity la nostra, quanto il risultato di un andamento ben più positivo dall’altra sponda dell’Atlantico. Parliamo di un aumento del 4,9% del pil reale, escludendo l’inflazione. Certo bisogna dire che il dato che arriva dagli Usa è annualizzato, mentre i nostri si muovono di trimestre in trimestre, ma anche in proporzione non ci facciamo un figurone. E sì che anche loro hanno dovuto fare i conti con una stretta monetaria non dissimile dalla nostra. Ma allora com’è possibile?

Nonostante un abbassamento del reddito medio disponibile, l’estate a stelle e strisce ha visto un aumento dei consumi e degli investimenti, oltre che dell’import-export. In più la spesa pubblica si è confermata sempre propositiva, specialmente il settore della Difesa. E qui veniamo al secondo punto. Se già il mondo era in agitazione per il conflitto in Ucraina, con lo scoppio delle ostilità tra Hamas e Israele tutto questo si acuisce. Nelle primissime fasi del conflitto i mercati si sono mostrati prudenti, dollaro e oro hanno visto crescere il loro valore come “beni rifugio”, mentre tornano le ombre sulle provvigioni energetiche.

Qui, da contraltare alla buona estate americana, ci siamo noi, con l’Italia in prima fila per quanto riguarda l’impennata dei prezzi di gas e petrolio. Israele ha tagliato l’esportazione proprio di gas per favorire la domanda interna, mentre è stato bloccato il giacimento Tamar di fronte alla Striscia di Gaza. Con l’inverno alle porte e quasi due anni di conflitto in Ucraina da sommarsi, tra i due protagonisti di questa settimana aumenta il gap.

FILOSOFI DIRIMPETTAI


Chi pensa ai filosofi come figure imperturbabili, al di sopra del concetto di bene o di male, si sbaglia. Ça va sans dire: sono uomini e donne come noi, con le loro forze e le loro debolezze. Ma anche con i loro mutui e le loro bollette da pagare! Ecco allora che Platone non è solo il sapiente che tutti ci immaginiamo, ma anche un astuto uomo di marketing che spesso metteva alcune figure dell’Atene bene nei suoi dialoghi per “vendere più copie”. Oppure ci sono tutti quegli intellettuali che si facevano assumere nelle corti dell’umanesimo italiano, pagati profumatamente per pensare e dare consulenze. E poi c’era anche chi come Hegel indicava il suo stato, la Prussia, come luogo di realizzazione dello Spirito assoluto. Magari è anche per questo che ha avuto così tanto successo, del resto i libri si vendono meglio se ti sponsorizza il re.

Carriera decisamente differente, invece, per Schopenhauer. Il musone della filosofia si metteva spesso in concorrenza con Hegel, tanto che quando insegnavano entrambi all’università di Berlino sceglieva di mettere le sue lezioni allo stesso orario di quelle del suo collega tutto dialettica e positività, solo che gli studenti riempivano l’aula di quest’ultimo. E se si conosce la filosofia di Schopenhauer, ci si fa un’idea del perché. Per incorniciare il tutto, il nostro buontempone si profonde in grandi elogi per il suo dirimpettaio, che definisce «un ciarlatano di mente ottusa, insipido, nauseabondo, illetterato, che raggiunse il colmo dell'audacia scarabocchiando e scodellando i più pazzi e mistificati non-sensi». Chissà i team building dell’ateneo.

CONCLUSIONE


Gli Usa sono da sempre il punto di riferimento dell’economia, volenti o nolenti. Un po’ come Hegel era considerato il top di gamma della filosofia dell’epoca. Certo magari noialtri, con il nostro elegante vestito blu a stelle gialle, non tiriamo certe bordate verso i nostri cugini d’oltreoceano come ha fatto Schopenhauer con Hegel. Noi abbiamo davanti agli occhi Wall Street, esuberante e fiero col suo completo star & stripes, portato con disinvoltura. E del resto coi suoi risultati, chi gli può dire nulla? Non a caso tra i commentatori c’è chi scommette che la Fed possa dare il là a una disinflazione “felice”, senza andare a intaccare significativamente l’andamento del Pil. Certo non è scontato, però se c’è qualcuno che ha le carte in regola – più in regola di noi –, quelli sono loro. Vuoi che noi arriviamo anche da due 0 tondi tondi di crescita nel quarto trimestre 2022 e nel primo 2023, salvo poi migliorare dello 0,2% quello successivo. Vuoi che «Non è recessione, ma rallentamento» come ha specificato Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia; vuoi anche che il mondo è volontà e rappresentazione, come diceva Schopenhauer. E allora meglio rappresentarcelo meglio di com’è, che un conto è l’inflazione, un altro è vedere l’economia globale affossata dai risvolti delle guerre. E qui i paragoni numerici con chicchessia lasciano il tempo che trovano.

BONUS TRACK


Sì okay, il nostro cugino americano sarà anche più bravo di noi. Okay, magari sarà quello più lodato alle cene di famiglia. Ma tanto lo sappiamo che nella busta dei nonni non si fanno differenze.

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