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Per Capital Group l’obiettivo inflazione al 2% della Fed può arrivare prima del previsto

Con il mercato del lavoro ben impostato, Jared Franz, economista di Capital Group, ritiene che gli Stati Uniti possano registrare una crescita del PIL del 2% nel prossimo anno. Ma l'inflazione può tornare sotto controllo

di Leo Campagna 6 Novembre 2023 14:14
financialounge -  Capital Group Jared Franz

In base ad alcuni segnali, i prezzi al consumo negli Stati Uniti potrebbero diminuire sensibilmente permettendo di raggiungere in anticipo il tanto atteso 2% di inflazione. È la conclusione a cui è giunto Jared Franz, Economista di Capital Group.

RALLENTA LA CORSA DEGLI AFFITTI


La sua analisi parte dal rallentamento della corsa degli degli affitti che, storicamente, precede l’andamento del carovita. “Gli economisti partano dalle aspettative sugli affitti per prevedere l'indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti (IPC): affinché quest’ultimo possa raggiungere il target del 2%, l’incremento degli affitti deve rallentare al 4%” fa sapere Franz. Un'analisi della componente degli affitti dell'IPC statunitense mostra che l'aumento dei prezzi è rallentato a circa il 5,9% a settembre, rispetto al picco del 9,1% di giugno 2022. Possono verificarsi ancora sbalzi ma gli affitti si stanno muovendo nella giusta direzione.

PRODUTTIVITÀ IN SALITA


Nel frattempo, negli ultimi quattro trimestri, la produttività, che misura l'efficienza dei lavoratori, è salita all’1,2% in base ai dati del Bureau of Labor and Statistics statunitense mentre il costo unitario del lavoro è sceso al 2,5%: due parametri che esercitano una pressione al ribasso sull'inflazione. “Se consideriamo anche la stabilità dei prezzi delle materie prime dovuta alla scarsa crescita della Cina, è possibile che il carovita possa raggiungere il 2% entro la fine del 2024, in anticipo rispetto alla previsione mediana della Fed di un'inflazione primaria al 2,5% e di una core al 2,6%” fa sapere l’economista di Capital Group.

UN SOSTEGNO ALLE AZIONI E ALLE OBBLIGAZIONI


Prezzi al consumo prossimi all'obiettivo della Fed potrebbero contribuire a sostenere le azioni e le obbligazioni statunitensi. “Anche se le performance del passato non sono indicativi per il futuro, storicamente i rendimenti medi annui di azioni e obbligazioni sono stati positivi quando l'inflazione era compresa tra lo 0% e il 6%, con i rendimenti migliori per le azioni quando l'inflazione era compresa tra il 2% e il 3%” riferisce Franz.

LE INSIDIE DEL CONFLITTO TRA ISRAELE E HAMAS


L’economista non nasconde le insidie del conflitto tra Israele e Hamas, soprattutto per un possibile aumento sostenuto dei prezzi dell'energia capace di ripercuotersi sulle prospettive dell'inflazione e, a cascata, spingere la Fed a mantenere alti i tassi per un periodo prolungato. Nel frattempo, i riflettori restano puntati sui consumatori statunitensi. Il recente aumento dei tassi d'interesse a lungo termine oltre a sollevare dubbi sull'onere totale del debito pubblico suscita interrogativi sulla capacità dei consumatori a tenere in piedi l'economia.

I RECENTI AUMENTI SALARIALI DESTINATI ALLA SPESA


“E’ vero che i consumatori dovrebbero aver in gran parte esaurito i risparmi in eccesso degli anni del COVID-19, tuttavia i recenti aumenti salariali sembrerebbero essere direttamente destinati alla spesa” sottolinea Franz. Inoltre l’impatto della ripresa da ottobre dei pagamenti dei prestiti agli studenti potrebbe risultare contenuta: in base ad una stima della  Federal Reserve Bank di New York, i mutuatari dovrebbero ridurre la spesa di circa 56 dollari in media al mese.

POSSIBILE UN PIL USA AL 2% NEL PROSSIMO ANNO


Intanto la ripresa nei prossimi cinque anni sarà alimentata dalla spesa pubblica per alcuni settori, come quello degli industriali. “Il governo statunitense dovrebbe continuare a sostenere l'economia creando domanda di beni e servizi e contribuire a tenere sotto controllo i mercati del lavoro e lontana la recessione. Finché la crescita mensile dei posti di lavoro sarà superiore a 120.000, l'economia continuerà a mantenersi stabile. Con il mercato del lavoro ben impostato, ritengo che gli Stati Uniti possano registrare una crescita del PIL del 2% nel prossimo anno” conclude l’economista di Capital Group.
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