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Mercati e investimenti, ecco dove Amundi cerca la crescita in questa fase

In questo contesto di condizioni finanziarie restrittive, secondo gli esperti di Amundi gli investitori dovrebbero costruire portafogli bilanciati con un focus sulla qualità e sulla sostenibilità degli utili e dei dividendi

di Leo Campagna 7 Novembre 2023 14:16
financialounge -  Amundi Matteo Germano mercati Vincent Mortier

Valutare l’evoluzione dell’inflazione è ora ancora più complicato a causa della guerra tra Israele e Hamas. Tuttavia, Vincent Mortier, Group Chief Investment Officer, e Matteo Germano, Deputy Group Chief Investment Officer, di Amundi sono ancora convinti che nel primo semestre del 2024 ci sarà una leggera recessione negli Stati Uniti. Una convinzione che si basa sui tassi elevati ancora a lungo, sulle difficili condizioni di accesso al credito e su specifici fattori che continuano a pregiudicare le prospettive dell'economia mondiale.

LE BANCHE CENTRALI ORIENTATE AD UNA PAUSA


“Il rialzo dei rendimenti ha di fatto prodotto un ulteriore rialzo dei tassi di interesse e le banche centrali potrebbero ora decidere di fare una pausa. La cui politica dipenderà comunque dal successo nella lotta all’inflazione. In parallelo, le politiche fiscali degli stati difficilmente riusciranno a compensare del tutto la debolezza della domanda dei consumatori”, spiegano Mortier e Germano.

CONSUMI SOTTO PRESSIONE


Infatti, se finora, i risparmi extra accumulati durante la pandemia e la solidità dei mercati del lavoro hanno supportato i consumi, questi ultimi finirebbero sotto pressione in caso di un’ondata di licenziamenti o di un rallentamento della crescita dei salari. Sotto osservazione, negli Stati UnitI, le piccole imprese che registrano un incremento dei fallimenti e che rappresentano una componente chiave dell'economia e che dipendono dalle banche per i loro finanziamenti.

UNA VIEW COMPLESSIVAMENTE PRUDENTE


La view dei due manager di Amundi è complessivamente prudente anche alla luce del fatto che in Cina, dovrebbero essere varate misure incrementali volte a stabilizzare l'economia. In questo scenario Mortier e Germano restano positivi sui Treasury statunitensi mentre stanno diventando più costruttivi sull’Europa, incluso il segmento breve della curva.

LE OBBLIGAZIONI COME ELEMENTO DI DIVERSIFICAZIONE


“Visti i rischi di un rallentamento congiunturale, le obbligazioni potrebbero svolgere la funzione di elemento di diversificazione. Per quanto riguarda il credito societario, pur assumendo un approccio rigorosamente selettivo, privilegiamo i titoli di elevata qualità come le obbligazioni societarie Investment Grade, dove riteniamo che non ci sarà un peggioramento dei fondamentali oppure che sarà limitato” specificano i due manager.

LA SOVRAPERFORMANCE DEI VALUE E’ UN FENOMENO DI LUNGO PERIODO


I quali, in ambito azionario, si dichiarano prudenti sui paesi sviluppati e neutrali sul Giappone, grazie alla ripresa della sua economia interna. “I mercati osservano adesso i risultati economici. Il rallentamento della crescita ci rende prudenti sui titoli ciclici ma alcune società che beneficerebbero dei temi di natura strutturale (elettrificazione, near-shoring) presentano delle opportunità. La sovraperformance dei titoli Value vs i titoli Growth è un fenomeno di lungo periodo, ma preferiamo i titoli a bassa ciclicità, con proprietà intellettuale e capacità di determinare i prezzi” argomentano Mortier e Germano.

OPPORTUNO AUMENTARE LE COPERTURE DEL PORTAFOGLIO


Per quanto riguarda le valute, invece, i due manager di Amundi vedono un supporto temporaneo al dollaro dai timori sull’inflazione statunitense e sui tassi elevati ancora a lungo. “Abbiamo tatticamente assunto un’esposizione positiva rispetto ad alcune valute asiatiche e sul franco svizzero. Continuiamo tuttavia a essere convinti che una svolta nella politica monetaria della Fed potrebbe causare un indebolimento del biglietto verde nel medio termine. Infine, siamo costruttivi anche sul petrolio per le sue caratteristiche di diversificazione e crediamo che sia opportuno aumentare le coperture del portafoglio” concludono Mortier e Germano.
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