Obbligazionario sotto la lente

UBS GWM: Btp a rischio volatilità, meglio punture su scadenze brevi

UBS GWM, in un report di Matteo Ramenghi, CIO Italia, fa il punto sulla frenata europea e i debiti pubblici ma non vede problemi di stabilità, anche se i titoli di Stato di Italia e Francia potrebbero incontrare volatilità

di Stefano Caratelli 8 Novembre 2023 11:10

financialounge -  BTP investimenti Matteo Ramenghi UBS GWM
Gli ultimi dati suggeriscono che il PIL dell’Eurozona si sia contratto dello 0,1% nel terzo trimestre, con l’Italia ha fatto appena meglio mantenendo la stabilità, dopo il -0,4% del secondo. L’industria sembra aver avuto un piccolo recupero, ma la domanda si è mostrata particolarmente debole. Lo scenario resta complesso: i rialzi dei tassi si fanno sentire, il commercio con l’estero rallenta e nel 2024 arriverà una stretta fiscale, con il rientro in funzione del Patto di Stabilità sospeso per la pandemia. Nella lotta all’inflazione, la Bce non si è limitata ad alzare i tassi, ma ha anche ridotto drasticamente la liquidità, bloccando i reinvestimenti delle cedole e dei rimborsi dell’Asset Purchase Programme e riducendo i TLTRO.

ASSOTTIGLIATO IL CREDITO A FAMIGLIE E IMPRESE


UBS GWM fa il punto sulla frenata dell’economia europea e sui debiti pubblici nel suo Weekly - Regional View a cura di Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer Italy, che sottolinea come di pari passo il credito bancario verso imprese e famiglie si è assottigliato. L’inflazione sta scendendo rapidamente e la stima preliminare di ottobre la indica come ormai al 2,9% rispetto a un anno fa, il livello più basso dall’estate del 2021, in una traiettoria che suggerisce un’ulteriore discesa che, seppur non lineare, la potrebbe portare poco sopra l’obiettivo del 2% il prossimo anno.

POTREBBE AVVICINARSI IL PRIMO TAGLIO DELLA BCE


Proprio questo secondo Ramenghi potrebbe rappresentare un elemento di sollievo su due fronti: scongiurare ulteriori rialzi della Bce, e anzi avvicinare il primo taglio, e migliorare il potere d’acquisto delle famiglie supportando i consumi, che rappresentano circa il 55% del PIL. L’economia dell’Eurozona è visibilmente in affanno, il quarto trimestre potrebbe mostrare un andamento stagnante e il prossimo anno la crescita è vista ben sotto l’1%. Inoltre non può contare su un aumento della domanda dalla crescita demografica o dall’allargamento della classe media, in un contesto di irrigidimento delle finanze pubbliche per la reintroduzione del Patto di stabilità.

SOSTENIBILITÀ DEL DEBITO TEMA USA


L’esperto di UBS GWM avverte che aspettare troppo a tagliare i tassi potrebbe avere ripercussioni a medio termine. La sostenibilità dei debiti pubblici è tornata di attualità con riferimento agli USA, che presentano un deficit molto elevato, una spesa per interessi che sfiora l’8% del PIL e un’elevata concentrazione di scadenze l’anno prossimo, pari a quasi il 30% del PIL. Nel complesso Ramenghi non vede invece particolari ostacoli alla sostenibilità nei principali Paesi europei e non si aspetta crisi del debito a breve termine, anche se i titoli di Stato di Italia e Francia potrebbero rivelarsi più volatili.

ALTI RENDIMENTI DEI BTP FENOMENO TECNICO


Ramenghi osserva che i BTP sono ormai i titoli di Stato con i rendimenti più elevati dell’Eurozona, avendo superato addirittura la Grecia, ma lo giudica un fenomeno tecnico, più che legato ai fondamentali, che sarebbero nettamente in favore dell’Italia, che a differenza della Grecia sembra accontentarsi di un andamento stabile. Infatti la Grecia sta incassando promozioni dalle agenzie di rating, mentre si temono alcuni giudizi sull’Italia su cui si esprimeranno Fitch e Moody’s il 10 e 17 novembre.

MA MEGLIO TENERSI SULLE SCADENZE PIÙ BREVI


A livello globale, conclude l’analisi dell’esperto di UBS GWM, il rallentamento dell’economia dovrebbe portare a un calo della domanda e dell’inflazione e, a cascata, anche dei tassi e dei rendimenti obbligazionari. Per questa ragione, Ramenghi vede con favore le obbligazioni di buona qualità a tasso fisso con scadenze tra i 5 e i 10 anni, il che vale anche per alcuni BTP, che però, viste le potenziali fonti di volatilità nei prossimi mesi, preferisce su scadenze entro i 3 anni.

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