L'apertura dei mercati
Piazza Affari debole in attesa del giudizio di Fitch sul rating italiano previsto stasera
Partenza in rosso per la Borsa di Milano e per quelle europee in generale dopo le parole di Powell sui tassi Fed. Questa sera arriva il giudizio dell’agenzia Fitch sul debito italiano
di Antonio Cardarelli 10 Novembre 2023 09:10
Avvio in rosso per i listini europei nell’ultima seduta della settimana. Il Ftse Mib cede lo 0,3% nelle prime battute, in linea con Francoforte e Parigi. Parte male Leonardo (-2%) dopo la pubblicazione della trimestrale. Lo spread Btp/Bund apre in salita a 187 punti base.
Prosegue la tornata di giudizi delle agenzie di rating sul debito italiano. Dopo le conferme del rating BBB da parte di S&P e Dbrs Morningstar, questa sera tocca a Fitch. Anche l’agenzia statunitense, nell’ultima revisione, si è pronunciata per un BBB con outlook stabile, ma il banco di prova più temuto dal governo italiano è quello di venerdì 17 dicembre, quando Moody’s deciderà sul debito italiano, attualmente solo un gradino sopra il “junk” (spazzatura) che rappresenta l’ultimo step prima di abbandonare la categoria di obbligazioni investment grade.
Ieri a Wall Street S&P 500 e Nasdaq hanno interrotto la striscia positiva, penalizzati dalle parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che ha ribadito di non essere sicuro che la Banca centrale statunitense abbia fatto abbastanza per far scendere l'inflazione all'obiettivo del 2%. Ad aumentare le preoccupazioni è arrivato anche il dato sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione settimanali negli Usa, che ha confermato la resilienza del mercato americano: il dato si è attestato in calo di 3.000 unità a 217.000, contro le attese per un dato a 220.000. Intanto, i rendimenti dei titoli del Tesoro hanno registrato un deciso rialzo, anche per la debole asta di 24 miliardi di dollari in titoli trentennali.
La Borsa di Tokyo chiude la settimana in leggero ribasso sulla scia di Wall Street, una cautela dettata anche dai timori per gli sviluppi della crisi mediorientale e dall'ultima serie di trimestrali delle grandi corporation domestiche che hanno segnalato possibile ricadute sui conti legate alla situazione geopolitica internazionale. A fine seduta l'indice Nikkei ha registrato un calo dello 0,24% attestandosi a quota 32.568,11. In Asia male Hong Kong, che cede quasi due punti percentuali, mentre Shanghai ha chiuso in calo dello 0,47%: i listini cinesi risentono della frenata dei consumi e della deflazione.
Sul valutario, l'euro si indebolisce a 1,0664 dollari (da 1,071 al closing precedente) e vale 161,477 yen (da 161,76). Ancora in rialzo il prezzo del petrolio, con il future gennaio sul Wti a 76,09 dollari al barile (+0,45%) e l'analoga consegna sul Brent a 80,41 dollari (+0,5%). In lieve aumento il gas naturale ad Amsterdam a 48,525 euro al megawattora (+0,8%).
ATTESA PER IL GIUDIZIO DI FITCH SULL’ITALIA
Prosegue la tornata di giudizi delle agenzie di rating sul debito italiano. Dopo le conferme del rating BBB da parte di S&P e Dbrs Morningstar, questa sera tocca a Fitch. Anche l’agenzia statunitense, nell’ultima revisione, si è pronunciata per un BBB con outlook stabile, ma il banco di prova più temuto dal governo italiano è quello di venerdì 17 dicembre, quando Moody’s deciderà sul debito italiano, attualmente solo un gradino sopra il “junk” (spazzatura) che rappresenta l’ultimo step prima di abbandonare la categoria di obbligazioni investment grade.
POWELL FRENA WALL STREET
Ieri a Wall Street S&P 500 e Nasdaq hanno interrotto la striscia positiva, penalizzati dalle parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che ha ribadito di non essere sicuro che la Banca centrale statunitense abbia fatto abbastanza per far scendere l'inflazione all'obiettivo del 2%. Ad aumentare le preoccupazioni è arrivato anche il dato sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione settimanali negli Usa, che ha confermato la resilienza del mercato americano: il dato si è attestato in calo di 3.000 unità a 217.000, contro le attese per un dato a 220.000. Intanto, i rendimenti dei titoli del Tesoro hanno registrato un deciso rialzo, anche per la debole asta di 24 miliardi di dollari in titoli trentennali.
TOKYO E ASIA IN ROSSO
La Borsa di Tokyo chiude la settimana in leggero ribasso sulla scia di Wall Street, una cautela dettata anche dai timori per gli sviluppi della crisi mediorientale e dall'ultima serie di trimestrali delle grandi corporation domestiche che hanno segnalato possibile ricadute sui conti legate alla situazione geopolitica internazionale. A fine seduta l'indice Nikkei ha registrato un calo dello 0,24% attestandosi a quota 32.568,11. In Asia male Hong Kong, che cede quasi due punti percentuali, mentre Shanghai ha chiuso in calo dello 0,47%: i listini cinesi risentono della frenata dei consumi e della deflazione.
VALUTE E MATERIE PRIME
Sul valutario, l'euro si indebolisce a 1,0664 dollari (da 1,071 al closing precedente) e vale 161,477 yen (da 161,76). Ancora in rialzo il prezzo del petrolio, con il future gennaio sul Wti a 76,09 dollari al barile (+0,45%) e l'analoga consegna sul Brent a 80,41 dollari (+0,5%). In lieve aumento il gas naturale ad Amsterdam a 48,525 euro al megawattora (+0,8%).
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