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Neuberger Berman: fondamentali delle banche Usa solidi, ma restano preoccupazioni

Andrew Arbesman, CFA, IG Credit team Senior Research Analyst di Neuberger Berman, analizza l’andamento delle principali banche USA e le relative opportunità d’investimento, regionali a buon mercato rispetto ai big

di Stefano Caratelli 13 Novembre 2023 19:00

financialounge -  Andrew Arbesman banche USA mercati Neuberger Berman
Le valutazioni delle banche regionali statunitensi, già protagoniste di turbolenze in primavera, sono a buon mercato rispetto alle "Big 6", ma gli investitori dovrebbero essere tattici a causa dei continui problemi di asset e di redditività. Gli utili delle banche USA sono stati migliori del previsto nel terzo trimestre, con la maggioranza che ha battuto le aspettative mentre la qualità degli attivi ha continuato a normalizzarsi, grazie alla tenuta dell'economia e dei consumatori.

SEGNI DI DEBOLEZZA DELL’IMMOBILIARE COMMERCIALE


I livelli di capitale sono migliorati, grazie alla sospensione dei buyback, i flussi di depositi si sono stabilizzati e scesi solo dell'1% rispetto al trimestre precedente, confermando la granularità e la stabilità della base di depositi rispetto alle banche fallite all'inizio dell'anno. Ma, rileva in un commento Andrew Arbesman, CFA, IG Credit team Senior Research Analyst di Neuberger Berman, nonostante i fondamentali positivi, il settore bancario USA continua a essere preoccupato per il credito. L'immobiliare commerciale ha mostrato ulteriori segni di debolezza, soprattutto gli uffici, che si prevede saranno un problema maggiore per le banche regionali con un patrimonio totale inferiore a 100 miliardi di dollari, data la loro esposizione eccessiva a questa classe di attività.

COSTI DI FINANZIAMENTO SEMPRE ELEVATI


Ad avviso dell’esperto di Neuberger Berman, il margine d'interesse si è stabilizzato e probabilmente peggiorerà nei prossimi trimestri, per i costi di finanziamento che restano elevati e mentre la crescita dei prestiti rallenta, sia per le imprese che per le famiglie. Anche in questo caso, il vento contrario colpirà maggiormente le banche regionali rispetto ai big, in quanto i loro costi di finanziamento hanno subito un'accelerazione più rapida per attirare depositi. Ad esempio, il tasso pagato sui depositi fruttiferi è aumentato di 226 punti base per 28 banche regionali dal terzo trimestre del 2022, contro i 188 dei centri monetari.

VOLATILITA’ DEGLI SPREAD


Le accresciute preoccupazioni per il credito delle banche regionali hanno portato a una maggiore volatilità degli spread e, secondo Arbesman, a potenziali opportunità di investimento. Tenendo conto dei rating e della duration, le banche regionali hanno uno spread di 50 punti base superiore a quello delle Big 6 (JPMorgan, Citigroup, Bank of America, Wells Fargo, Goldman Sachs, Morgan Stanley), mentre all'inizio dell'anno non vi era alcuna differenza e le banche regionali erano più convenienti di almeno 25 punti base per un lungo periodo prima del 2023.

VALUTAZIONI A BUON MERCATO, MA SERVE APPROCCIO TATTICO


Anche se gli attuali livelli di valutazione suggeriscono che le banche regionali sono a buon mercato, l’esperto di Neuberger Berman non crede che i loro spread "passeranno" presto sulle Big 6, a causa delle preoccupazioni su redditività e attivi e dell'aumento dell'emissione di debito necessario a soddisfare i prossimi requisiti normativi. Alla luce di questi fattori, Abersman ritiene che gli investitori debbano rimanere tattici e agili nelle allocazioni bancarie e che debbano mantenere una preferenza per le grandi banche regionali con solidi franchise di depositi, flussi di guadagno diversificati, basse esposizioni all’immobiliare commerciale, sane posizioni di capitale, liquidità e solidi management.

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