L'analisi

Pictet AM: con il soft landing opportunità sia nell’azionario che nel reddito fisso

Per Marco Piersimoni, Senior Investment Manager, si va verso una stabilizzazione del mercato obbligazionario, specie per le lunghe scadenze. Ma mentre il numero di azioni si è ristretto, quello dei bond è aumentato

di Leo Campagna 13 Novembre 2023 15:41

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Le previsioni per il 2024 delineano una crescita congiunturale moderata e un’inflazione sotto controllo. Per la Fed, il Pil USA dovrebbe crescere dell’1,5% (1% in base invece al consenso degli analisti) e l’inflazione del +2,5% (+2,7% il consenso di mercato). Per quanto riguarda l’Europa, la Bce stima il Pil in aumento dell’1%, l’inflazione al +3,2% e il consenso rispettivamente a +0,7% e +2,7%. Inoltre, fa presente Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, dopo che nel 2022 le misure di stimolo fiscale sono state gradualmente ridotte e la domanda si è normalizzata, l’offerta si sta gradualmente irrobustendo: un maggiore equilibrio che contribuisce a contenere l'inflazione senza compromettere la crescita economica.

DUE PROBLEMATICHE


Restano due problematiche. L’eccesso di risparmio accumulato durante i lockdown dalle famiglie, e poi riversato sull’economia massicciamente alla fine della crisi, si è esaurito contestualmente all’arrivo dell’inflazione. Le imprese, invece, che hanno emesso obbligazioni a tassi di interesse molto bassi durante la lunga fase di politiche monetarie accomodanti, saranno impegnate a rifinanziarsi a tassi più elevati tra il 2025 e il 2026: un aumento dei costi che potrebbero compromettere la crescita futura.

IL CICLO RESTRITTIVO SEMBRA GIUNTO AL CAPOLINEA


La buona notizia è che il ciclo restrittivo sembra giunto al capolinea. “La Bce ha interrotto il ciclo di rialzi per la prima volta dal 2022 mentre la Fed, che pure potrebbe avere margine per un ultimo aumento nel 2023, sembra giunta al picco”, spiega Marco Piersimoni che poi segnala come, a partire dalla metà di agosto, la curva dei tassi reali abbia superato il 2,50% su tutte le scadenze provocando un aumento dei rendimenti e la contemporanea correzione dell’equity.

VERSO UNA STABILIZZAZIONE DEL REDDITO FISSO


“I tassi reali a lungo termine, che dipendono da considerazioni di lungo periodo, attualmente sono oltre un punto al di sopra dei valori di giugno, per buona parte a causa, probabilmente, di fattori tecnici (emissioni, comportamento istituzioni estere). Ci aspettiamo pertanto una stabilizzazione del mercato obbligazionario, soprattutto per quanto riguarda le scadenze lunghe della curva americana”, riferisce il manager di Pictet AM.

IL CONFRONTO TRA AZIONI E OBBLIGAZIONI


Secondo Piersimoni, gli investitori che puntano sulla decorrelazione tra diverse classi di attività nel 2024 possono trovare opportunità sia nel mercato azionario sia in quello obbligazionario, tenendo conto dei diversi fattori di rischio e rendimento. Al momento, il rendimento atteso delle azioni, con un rapporto prezzo/utili (P/E) di 20, è del 5%, mentre il rendimento reale delle obbligazioni è del 2,3%: il rendimento aggiuntivo del 2,7% rispetto alle obbligazioni è ai minimi dal 2002. Un confronto che renderebbe l'acquisto di obbligazioni più attraente rispetto alle azioni. Tuttavia, in prospettiva, mentre il numero di azioni disponibili sul mercato negli ultimi 20 anni si è ridotto, quello delle obbligazioni sovrane, societarie e finanziarie, è continuato ad aumentare.

IL PROGRAMMA DI ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE (BUYBACK)


“E’ l’effetto dei programmi di acquisto di azioni proprie ("buyback") condotti dalle grandi società tecnologiche, dalle banche, dai farmaceutici e dalle aziende energetiche. Dei circa 2 mila miliardi di dollari di utili delle società dell’S&P 500, i buyback rappresentano circa la metà e questa dinamica può alterare il confronto del rendimento relativo tra azioni ed obbligazioni oggi rispetto agli ultimi dieci anni”, specifica Piersimoni.

OPPORTUNITA’ SIA SULL'AZIONARIO CHE NEL REDDITO FISSO


Il tutto senza dimenticare che gli alti rendimenti obbligazionari comportano rischi aggiuntivi, in particolare quello di volatilità che ha registrato picchi anche nell’ordine del 10-15%, poco confacente con il profilo di un rischio moderato di chi acquista sul mercato obbligazionario. “Vediamo opportunità sia sul mercato azionario sia su quello obbligazionario”, conclude il Senior Investment Manager di Pictet Asset Management che segue i titoli di Stato USA a lungo termine, i soliti brand di Wall Street e sul lusso europeo, "mentre i titoli energetici sono utili come copertura dai rischi geopolitici".

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