Il report

Lo scenario di mercato del private banking

L’analisi di Magstat mette in evidenza il grande fermento del mercato in Italia che vale 1.234 miliardi di euro, gestito da 317 realtà specializzate. La quota non ancora raggiunta dai servizi di private banking è pari a circa il 10%

di Paola Jadeluca 14 Novembre 2023 11:26

financialounge -  banche finanza Magstat mercati private banking
Ha scalato in breve tempo la classifica e si è portata al quarto posto del Private banking: Poste Italiane Pb è balzata nella rosa dei primi cinque operatori finanziari che si spartiscono quasi la metà del mercato della gestione dei ricchi portafogli, il 41,3%, peri a 509,4 miliardi di euro. Sul podio Fideuram Ispb. La fotografia scattata da "Il private banking in ltalia", annuale report della società Magstat di Bologna, giunto alla ventesima edizione.

DUE CATEGORIE DI OPERATORI


In Italia si contano oggi 317 realtà specializzate, in crescita sugli anni precedenti, che insieme gestiscono 1.234 miliardi di euro. Il risultato di Poste Italiane Pb che ha avviato la divisione wealth soltano nel 2019 è la punta dell’iceberg di una rivoluzione che ha cambiato volto al settore sotto la spinta di due tendenze: sempre più forte spinta al consolidamento e le tecnologie più avanzate.

LO SCENARIO


Nel giro di venti anni è tutto cambiato, tanto che non si riesce più a incasellare i singoli operatori dentro confini precisi: sgr, sim, boutique finanziarie, banche commerciali italiane, banche d’affari estere, banche d’affari specializzate, reti di consulenti con divisioni pb, erano categorie utilizzate fino a poco tempo fa. Oggi, fusioni e acquisizioni hanno dato vita a realtà ibride e l’unica spartizione possibile dell’asset è in sole due categorie: private banking e family office.



LO SCACCHIERE IN MOVIMENTO


Sullo scacchiere del private banking, Allianz Bank Financial Advisors, Indosuez Wealth Management, Hypo Tirol Bank e Zurich Italy Bank (ex-Deutsche Bank Financial Advisors) hanno i requisiti per essere inserite nella vecchia categoria banche d’affari estere ma anche tra le reti di consulenti finanziari con divisioni private; Banca Generali, Banca Patrimoni Sella & C. e Credem Euromobiliare Private Banking dispongono al proprio interno di una rete di consulenti finanziari (private banker a provvigione) ma anche di una struttura di private banker a dipendenza; Banca Investis, Cassa Lombarda, Banca If igest, Credit Suisse Italy, Finint Private Bank, Indosuez Wealth Management ed Ersel dispongono tutti di consulenti finanziari (private banker a provvigione) che operano in sinergia con i private banker a dipendenza.



FIDEURAM ISPB SUL PODIO


L’esempio di scuola di come il consolidamento e la formula ibrida dei banker concorra a conquistare quote di mercato, è Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking, in breve Fideuram Ispb, la divisione del primo gruppo bancario italiano che nel corso del tempo è arrivata a riunire oltre 300 istituti bancari e nel corso del consolidamento ha unificato sotto un unico polo le società del mondo della consulenza finanziaria, patrimoniale e dei servizi fiduciari del Gruppo, con tre reti: Fideuram, Intesa Sanpaolo Private Banking, Sanpaolo Invest (più la Rete estera), ciascuna con un proprio modello di business. Fideuram Intesa Sanpaolo è salita sul gradino più alto del podio con 222,2 miliardi di euro, il 18% del mercato del private banking e del family office. In particolare è dopo l’acquisizione di Ubi, nel 2020, che Intesa ha inferto la svolta decisiva alla creazione del grande polo del Private Banking, incorporando la rete di consulenti e i portafogli di Iw Private Investments.

UNICREDIT E LA CARTA DEL WEALTH MANAGEMENT


Fideuram Ispb è incalzata da Unicredit WM&PB, costola per la gestione dei ricchi patrimoni del secondo gruppo bancario italiano, fondata nel 2021. Unicredit WM& PB ha tre linee di business: Private banking, wealth management e UNHWi, Ultra-high Net Worth families and family holdings. Con masse in gestione nel 2022 di 131,5 miliardi di euro (10,7%).

BANCA GENERALI ALZA L’UTILE


Terza in classifica Magstat con 55,3 miliardi di masse gestite (4,5%) è Banca Generali PB, la Banca del Leone Alato. Sotto la guida di Gian Maria Mossa, Banca Generali continua a crescere nonostante la volatilità e il rallentamento della congiuntura. Nei primi nove mesi di quest’anno ha con un utile netto consolidato di 255,1 milioni di euro, in crescita del 64,2% rispetto ai 155,4 milioni di euro del corrispondente periodo dello scorso esercizio. “Registriamo un aumento a doppia cifra nei patrimoni dei nostri clienti, grazie alla spinta dalla raccolta che riflette il gran lavoro dei consulenti, sempre più apprezzati nei servizi a maggiore valore aggiunto come l'advisory e le gestioni di portafoglio", ha commentato l’uscita dei risultati Gian Maria Mossa.

IL CLUB PRIVATE DI POSTE ITALIANE


Al quarto posto un altro polo in corsa accelerata: Poste Italiane PB, il servizio premium avviato nel 2018 sotto l’egida dell’ad Matteo Del Fante, con l’obiettivo ci creare un “club Private” per una consulenza evoluta: mappatura del portafoglio, analisi dei costi in caso di masse detenute presso altre realtà bancarie, colloqui per mettere in evidenza esigenze manifeste e latenti, allocazione del portafoglio, assistenza al passaggio generazionale, ma anche art advisory, consulenza immobiliare e fiscale, in linea con i servizi offerti dalle reti avversarie. Per la clientela Private Poste Italine Pb si appoggia a BlackRock, il gigante del risparmio gestito, e a AllFunds. Una scalata che in parte si spiega con il fenomeno della desertificazione bancaria, causata principalmente dal trend in atto della concentrazione bancaria.

MENO SPORTELLI


Solo nel 2022, infatti, si è registrata una riduzione degli sportelli bancari attivi sul territorio italiano, 664 in meno, dal 2018 ne sono stati chiusi 4.432. Se la concentrazione aiuta a ridurre i costi e concentrare risorse per gli investimenti, dall’altra espone il fianco ad altri rischi di concorrenza. “Le persone che vivono in comuni senza una filiale bancaria in Italia sono il 6,8% del totale popolazione italiana, più di 4 milioni di abitanti, mentre 250 mila imprese hanno sede in comuni senza uno sportello bancario di riferimento, racconta Marco Mazzoni, presidente di Magstat. "Poste Italiane con 562 miliardi di attività finanziarie totali, è una delle reti più capillari in Europa – prosegue Marco Mazzoni - c’è un ufficio ogni 23,5 chilometri quadrati, meglio di Germania e Francia. Conta 21 sportelli ogni 100.000 abitanti contro i 6 della prima banca italiana, Intesa Sanpaolo, ha dunque una presenza estremamente più capillare dei più blasonati istituti di credito”.

FINECOBANK WM


Altra realtà che ha fatto registrare un’accelerata sul fronte Pb è FinecoBank. La banca multicanale, la prima a offrire conti e attività di trading e di investimento online fa perno su una piattaforma tecnologica sviluppata internamente, ha anche una specializzazione private banking. Per oltre dieci anni ha operato sotto l’ombrello del gruppo UniCredit, che è uscito nel 2019. Oggi la maggior parte del capitale è flottante, ma tra i soci che superano il 3% del capitale figurano big dell’asset management come BlackRock e Schroders.

CORSA ALLE QUOTE SCOPERTE


Secondo le stime di Magstat sul mercato italiano del private banking e del family office vale complessivamente 1.370 miliardi (dati a f ine 2022), dunque la quota non ancora raggiunta dai servizi di private banking è pari a circa il 10%, ovvero 136 miliardi di euro. Si prevede dunque una corsa ad accaparrarsi le percentuali maggiori. Vince chi riuscirà ad innalzare la qualità dell’advisory, sostengono gli analisti di McKinsey, a soddisfare la richiesta di una clientela che sempre più spesso chiede di essere seguita non solo sul fronte degli investimenti finanziari, ma per tutti gli aspetti patrimoniali, compreso il corredo delle questioni fiscali, di quelle attinenti all’impresa e alla famiglia. Per farlo servono investimenti, esperti e tecnologie. Non a caso i primi dieci gruppi bancari controllano oltre la metà del mercato. Insieme ai primi cinque citati ci sono Ubs, Bnp Paribas, Banca Mediolanum, Credem e Allianz, con 770 miliardi di euro di masse. Facendo un confronto con l’anno precedente Magstat rileva che continua ad aumentare il peso dei big player, e a diminuire quello degli operatori con patrimoni tra i 10 e i 20 miliardi di euro. Uno scenario che fa presupporre un’accelerata nelle alleanze e nelle fusioni.



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