Politica e mercati

Schroders: presidenziali Usa, una competizione serrata vantaggiosa per gli investitori

Schroders, in un commento di George Brown, analizza i possibili scenari focalizzandosi sull’importanza dei risultati per la composizione del nuovo Congresso, oltre che sul nuovo confronto probabile tra Biden e Trump

di Stefano Caratelli 14 Novembre 2023 19:00

financialounge -  George Brown mercati presidenziali USA Schroders
Tra un anno gli americani tornano a votare per le presidenziali, Joe Biden in ricerca di un secondo mandato è destinato a vincere le primarie democratiche, mentre il suo predecessore e antagonista Donald Trump, deve affrontare un ampio schieramento, ma ha accumulato un vantaggio di quasi 45 punti sul suo più diretto sfidante, il governatore della Florida, Ron DeSantis, per cui un nuovo scontro tra i due sembra quasi certo. Ma la vittoria non significherà molto senza il controllo del Congresso, con tutti i 435 seggi della Camera dei Rappresentanti in lizza per la rielezione, come 34 dei 100 seggi del Senato. Oggi ciascun partito controlla con minimi margini un ramo del Parlamento, ma se Biden o Trump riuscissero a conquistare il Congresso insieme alla presidenza, ci si chiede quali sarebbero le implicazioni per i mercati.

I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI DI UNA VITTORIA DI BIDEN


Il tema è affrontato e analizzato da Schroders in un commento dell’Economist George Brown, che giunge alla conclusione che, sebbene ci sia ancora molta strada da fare, il fatto che la competizione si preannunci serrata dovrebbe essere una buona notizia per gli investitori. Brown mette in rilievo i vantaggi di Biden, da un'economia forte, un mercato del lavoro in tenuta e un'inflazione in netto calo, ma anche il fatto che continua ad avere un basso indice di gradimento. Biden però non è impopolare né polarizzante come Trump, per cui gli elettori moderati e non partitici potrebbero sostenerlo e sarebbe prematuro escludere che mantenga la presidenza.

DIFFICILE PREVEDERE GLI OBIETTIVI DI TRUMP


Se rieletto, Biden potrebbe rilanciare il suo programma originale di ingente spesa ambientale e sociale, poi ridotto all'Inflation Reduction Act, che rappresenta solo un ottavo delle proposte di partenza, il che potrebbe alimentare preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale, spingendo i rendimenti dei Treasury ancora più su. Inoltre potrebbe cercare di aumentare le aliquote massime delle imposte su società, redditi e plusvalenze, e inasprire la regolamentazione bancaria e sanitaria, con una certa pressione su alcuni settori azionari. Se invece dovesse tornare Trump, secondo l’esperto di Schroders è difficile dire con quali obiettivi, finora le promesse sono state l'abrogazione degli aumenti delle tasse, la "lotta immediata" all'inflazione e la fine della "guerra" di Biden alla produzione energetica.

IN UN RITORNO L’UNICA CERTEZZA SAREBBE L’INCERTEZZA


In ogni caso, con una seconda presidenza Trump l'unica certezza è l'incertezza, secondo Brown, e gli investitori dovrebbero prepararsi alla volatilità, che potrebbe sfociare in una fuga verso i porti più sicuri, come titoli di Stato e oro. In ogni caso, una competizione serrata dovrebbe avvantaggiare gli investitori. Confrontando l'andamento dei mercati nei rispettivi primi mandati, sulla base di un portafoglio 60/30/10, Trump ha ottenuto un rendimento totale del 35%, in linea con gli altri presidenti dall'inizio degli anni 70, mentre Biden ha ottenuto solo l'8,5%, che sarebbe ancora più basso se non fosse per le Big 7 tecnologiche. Ma gli investitori che sperano in un ritorno di Trump potrebbero rimanere delusi.

LA STORIA DICE CHE NON TUTTO DIPENDE DA CHI E’ IL PRESIDENTE


L’analisi di Schroders mostra infatti che un secondo mandato ha generalmente registrato rendimenti più bassi in tutte le principali asset class, ad eccezione dei Treasury a 10 anni. Ma non ci sono solo cattive notizie: l'inflazione è stata storicamente più contenuta, il Pil è stato generalmente più alto e la disoccupazione più bassa rispetto ai primi mandati. Non tutto dipende da chi occupa la Casa Bianca, shock economici globali, come le crisi energetiche degli anni '70 e la crisi finanziaria del 2007-2008, sono esempi lampanti di eventi che sfuggono al controllo del presidente, come la pandemia e le sue conseguenze, che si sono sovrapposte alle presidenze Biden e Trump.

UN GOVERNO DIVISO SAREBBE UN VANTAGGIO PER I MERCATI


Una situazione di stallo in Campidoglio dovrebbe essere comunque favorevole ai mercati, perché costringe a scendere a compromessi, moderando le inclinazioni più estreme di ciascun partito, e offrendo agli investitori uno scenario più stabile. Dalle elezioni del 1948, l’azionario USA ha registrato rendimenti totali medi del 14,3% in media in uno scenario di governo diviso, rispetto a un più modesto 13% con un Congresso unificato, una divergenza ancora più ampia se si considera il partito di appartenenza: i presidenti democratici hanno registrato guadagni del 18,8% con un Congresso diviso, contro il 12% degli omologhi repubblicani.

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