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L’Istat lima ancora l’inflazione italiana di ottobre che scende così all’1,7%, ai minimi dal 2021

Dopo la sorpresa positiva della stima preliminare che aveva segnalato un brusco calo dell'indice dei prezzi all’1,8% su base annua, dal precedente 5,3% di settembre, il dato definitivo ha battuto positivamente anche le attese

di Annalisa Lospinuso 15 Novembre 2023 10:43

financialounge -  economia inflazione istat Nic prezzi energetici
Scende ancora l’inflazione in Italia a ottobre. Dopo la stima preliminare che aveva sorpreso tutti con la discesa dell’indice Nic, al lordo dei tabacchi, all’1,8% su base annua, dal 5,3% di settembre, ora l’Istat comunica il dato definitivo che si assesta al +1,7%, ai minimi dal 2021. Su base mensile è stata registrata una diminuzione dello 0,2% (dal precedente +0,2%). Un risultato che deve essere letto, però, alla luce del forte aumento dei prezzi registrato nello stesso periodo dello scorso anno.

RALLENTANO PREZZI ENERGETICI


L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. La consistente decelerazione del tasso d’inflazione, si legge nel comunicato Istat, si deve al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati (da +7,6% a -17,7%) sia regolamentati (da -27,9% a -31,7%) e di quelli degli alimentari non lavorati (da +7,7% a +4,9%) e lavorati (da +8,9% a +7,3%). Questi effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4%).

RALLENTA L'INFLAZIONE DI FONDO


L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta (da +4,6% a +4,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,8%, registrato a settembre, a +4,2%). Si arresta la crescita su base annua dei prezzi dei beni (nulla la variazione tendenziale da +6%), mentre quella dei servizi resta stabile (a +4,1%). Rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,1% a +6,1%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +6,6% a +5,6%).

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