Investimenti sostenibili
Ecco le strategie di Pictet Asset Management per accelerare la transizione energetica e climatica
I fondi tematici Pictet-Global Environmental Opportunities e Pictet-Clean Energy Transition, puntano all'utilizzo equilibrato delle risorse integrando l’innovazione tecnologica per il passaggio a fonti rinnovabili
di Leo Campagna 29 Novembre 2023 15:16
Per molti millenni i livelli di Co2 in atmosfera sono oscillati tra 170 e 280 parti per milione (ppm). Negli anni ’50 le misurazioni effettuate da Charles David Keeling riportavano livelli stabili attorno a 310 ppm. In una settantina d’anni, con l'inizio dell'era industriale e l’intensificarsi dell’attività umana e della produzione di anidride carbonica, si è scatenata un’accelerazione. Dalle rilevazioni dell’Osservatorio di Mauna Loa, alle Hawaii, che monitora la concentrazione di anidride carbonica (Co2) presente nell’atmosfera, è infatti emerso che da aprile 2018 il livello mensile medio di Co2 si è sempre attestato sopra 410 parti per milione (ppm) toccando quota 418 ppm a ottobre.
“Se le cose non cambieranno, entro mezzo secolo, se non prima, potremmo raggiungere le 500 ppm, un livello che potrebbe causare un aumento della temperatura media globale di 6°C, ossia quattro volte il limite massimo prospettato dagli accordi sul clima di Parigi (COP21). Con effetti catastrofici, a meno che non si ristabilisca quell’armonia che oggi appare rotta” fa sapere Paolo Paschetta, Equity Partner, Country Head Italia di Pictet Asset Management.
La buona notizia è che, grazie allo sviluppo tecnologico, abbiamo i mezzi per farlo. Si stanno infatti intensificando gli investimenti aziendali in software che ottimizzano i processi produttivi in termini di costi e tempo e macchine intelligenti che promuovono un’economia circolare. Al contempo cresce l’impiego di capitali per monitorare l’utilizzo di risorse, ridurre gli sprechi, misurare con precisione l'impatto delle proprie attività e valutare in che modo la propria impronta ambientale influisce sulle prospettive finanziarie dell’azienda.
“Guardando al panorama degli investimenti, esiste una moltitudine di strumenti e di approcci capaci di mettere a frutto il capitale generando un impatto positivo, sia che si tratti di investire in aziende già leader della transizione sia in quelle realtà di qualità avviate in un percorso virtuoso sotto il profilo della sostenibilità” spiega Paschetta. A questo proposito, la strategia Pictet-Global Environmental Opportunities (GEO), lanciata nel 2014 e che guarda a 360 gradi al tema della transizione, si distingue per la definizione dell’universo di investimento. Si tratta del metodo scientifico dei limiti planetari (planetary boundaries, PB), sviluppato dallo Stockholm Resilience Center, che si concentra sui parametri per misurare l’impronta dell’uomo e identificare se e quanto vengano superati i limiti consentiti di sostenibilità ambientale.
“Abbiamo sviluppato un modello proprietario, basato sull’analisi dei PB, che definisce l’uso delle risorse e i limiti delle emissioni per ciascun settore dell’economia globale, per ogni milione di dollari di ricavi annui prodotti. La strategia GEO si concentra sui più potenti megatrend sul piano climatico (qualità dell’ambiente, cambiamento climatico, scarsità delle risorse, biodiversità e servizi ecosistemici), investendo in società che operano nei comparti dell’efficienza energetica e dell’economia dematerializzata. Ma investe anche in tendenze quali virtualizzazione e dematerializzazione (tipiche della tecnologia), la salute, l’urbanizzazione e la crescita economica” riferisce il Country Head Italia di Pictet AM.
In parallelo, se è vero che le rinnovabili sono penalizzate dal brusco rialzo dei tassi di interesse e dalle condizioni finanziarie più severe del mercato, le previsioni per la transizione energetica si confermano robuste. La rapida innovazione tecnologica cui assistiamo permetterà una maggiore elettrificazione di trasporti, edilizia e fabbriche, mentre eolico e solare saranno le principali fonti di energia elettrica in ragione dei costi competitivi.
“In questi ambiti investe la strategia Pictet-Clean Energy Transition. Nel suo universo di investimento si sono creati interessanti punti di ingresso grazie alla crescente consapevolezza, i progressi tecnologici, il rapido calo dei costi, la legislazione sempre più severa in materia di lotta all’inquinamento dell’aria e al cambiamento climatico. Il tutto mentre le aziende proseguiranno negli investimenti in tecnologie per il risparmio energetico e l’abbandono dei combustibili fossili” conclude Paschetta.
EFFETTI CATASTROFICI
“Se le cose non cambieranno, entro mezzo secolo, se non prima, potremmo raggiungere le 500 ppm, un livello che potrebbe causare un aumento della temperatura media globale di 6°C, ossia quattro volte il limite massimo prospettato dagli accordi sul clima di Parigi (COP21). Con effetti catastrofici, a meno che non si ristabilisca quell’armonia che oggi appare rotta” fa sapere Paolo Paschetta, Equity Partner, Country Head Italia di Pictet Asset Management.
LO SVILUPPO TECNOLOGICO
La buona notizia è che, grazie allo sviluppo tecnologico, abbiamo i mezzi per farlo. Si stanno infatti intensificando gli investimenti aziendali in software che ottimizzano i processi produttivi in termini di costi e tempo e macchine intelligenti che promuovono un’economia circolare. Al contempo cresce l’impiego di capitali per monitorare l’utilizzo di risorse, ridurre gli sprechi, misurare con precisione l'impatto delle proprie attività e valutare in che modo la propria impronta ambientale influisce sulle prospettive finanziarie dell’azienda.
LA STRATEGIA PICTET-GLOBAL ENVIRONMENTAL OPPORTUNITIES
“Guardando al panorama degli investimenti, esiste una moltitudine di strumenti e di approcci capaci di mettere a frutto il capitale generando un impatto positivo, sia che si tratti di investire in aziende già leader della transizione sia in quelle realtà di qualità avviate in un percorso virtuoso sotto il profilo della sostenibilità” spiega Paschetta. A questo proposito, la strategia Pictet-Global Environmental Opportunities (GEO), lanciata nel 2014 e che guarda a 360 gradi al tema della transizione, si distingue per la definizione dell’universo di investimento. Si tratta del metodo scientifico dei limiti planetari (planetary boundaries, PB), sviluppato dallo Stockholm Resilience Center, che si concentra sui parametri per misurare l’impronta dell’uomo e identificare se e quanto vengano superati i limiti consentiti di sostenibilità ambientale.
UN MODELLO PROPRIETARIO
“Abbiamo sviluppato un modello proprietario, basato sull’analisi dei PB, che definisce l’uso delle risorse e i limiti delle emissioni per ciascun settore dell’economia globale, per ogni milione di dollari di ricavi annui prodotti. La strategia GEO si concentra sui più potenti megatrend sul piano climatico (qualità dell’ambiente, cambiamento climatico, scarsità delle risorse, biodiversità e servizi ecosistemici), investendo in società che operano nei comparti dell’efficienza energetica e dell’economia dematerializzata. Ma investe anche in tendenze quali virtualizzazione e dematerializzazione (tipiche della tecnologia), la salute, l’urbanizzazione e la crescita economica” riferisce il Country Head Italia di Pictet AM.
LE PREVISIONI PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA RESTANO ROBUSTE
In parallelo, se è vero che le rinnovabili sono penalizzate dal brusco rialzo dei tassi di interesse e dalle condizioni finanziarie più severe del mercato, le previsioni per la transizione energetica si confermano robuste. La rapida innovazione tecnologica cui assistiamo permetterà una maggiore elettrificazione di trasporti, edilizia e fabbriche, mentre eolico e solare saranno le principali fonti di energia elettrica in ragione dei costi competitivi.
LA STRATEGIA PICTET-CLEAN ENERGY TRANSITION
“In questi ambiti investe la strategia Pictet-Clean Energy Transition. Nel suo universo di investimento si sono creati interessanti punti di ingresso grazie alla crescente consapevolezza, i progressi tecnologici, il rapido calo dei costi, la legislazione sempre più severa in materia di lotta all’inquinamento dell’aria e al cambiamento climatico. Il tutto mentre le aziende proseguiranno negli investimenti in tecnologie per il risparmio energetico e l’abbandono dei combustibili fossili” conclude Paschetta.