La Borsa di New York

La marcia in più di Wall Street: una Corporate America che sforna sempre nuovi campioni

Dal 1995 l’indice S&P ha cambiato 700 componenti su 500, Uber tra gli ultimi nuovi ingressi, una capacità di ricambio senza riscontri in Europa ha portato alla leadership dei Magnifici 7 che hanno guidato i recenti rally

di Stefano Caratelli 11 Dicembre 2023 08:07

financialounge -  azionario Bullettin mercati S&P500 Wall Street
Lo S&P 500 rappresenta circa un decimo dei titoli quotati sul New York Stock Exchange sui vari indici, dal Dow Jones al Russell 2000 al Nasdaq. Anche se ancora sotto i massimi recenti, viaggia comunque a circa tre volte il picco della bolla di Internet del 2000, che ad esempio il Dax di Francoforte ha appena ‘doppiato’, ma solo perché prezza anche il reinvestimento dei dividendi, mentre Londra e Parigi sono ancora a quei livelli, per non parlare di Milano che è sotto di 20.000 punti. Il fatto è che le altre grandi piazze fotografano ancora un’economia dell’era pre-digitale con i vecchi campioni dell’industria, dell’energia, delle materie prime e del lusso. Wall Street invece ha cambiato completamente pelle, nello S&P dal 1995 a oggi sono cambiati ben 700 componenti, e i leader di oggi, quasi tutti i Magnifici 7 che hanno guidato gli ultimi rally all’inizio del millennio semplicemente non c’erano.



UN RICAMBIO CONTINUO E RADICALE


Diversi big sono sopravvissuti al rimescolamento, come Walmart, Coca Cola, Disney, fino ad Apple, che c’è dal 1982, ma il ricambio è stato e continua a essere radicale. Il 18 dicembre entrano Uber, Jabil e Builders FirstSource, al posto di Sealed Air, Alaska Air e SolarEdge, le ultime due entrate solo nel 2016 e 2021. Le valutazioni delle tre new entry stanno già beneficiando dell’annuncio, perché andranno inserite nei sottostanti di ETF e fondi che tracciano l’indice, una massa di 7.000 miliardi di dollari che si aggiungono ai 38.000 miliardi di capitalizzazione dello S&P 500. In media, secondo le statistiche di Jefferies, i titoli che entrano nell’indice guadagnano il 6,3% all’annuncio e un altro 11,2% fino all’ingresso effettivo.

UN DINAMISMO CHE FAVORISCE ANCHE GLI INVESTITORI PASSIVI


Alla fine, l’S&P 500 funziona per tutto l’universo degli ETF e dei fondi come una specie di asset manager attivo, che definisce e aggiorna in continuazione la composizione del portafoglio azionario. Con conseguenze importanti per i ritorni degli investitori “passivi”, che hanno indubbiamente beneficiato parecchio dagli ingressi di Google nel 2006, di quello a scoppio ritardato di Nvidia al posto di Enron nel 2001, di Amazon nel 2005, di Facebook nel 2013 e di Tesla nel 2020. Nelle borse europee invece il mondo sembra essere rimasto un po’ quello delle “Nifty Fifty” americane degli anni 60 e 70, una cinquantina di big cap come General Electric, Coca-Cola, IBM, Xerox e Polaroid, alcune come le ultime due scomparse dalla scena, che non si poteva non avere in portafoglio.

CAPACITÀ DI CAVALCARE TREND E ONDATE DI INNOVAZIONE


Dietro lo S&P 500 si muove una Corporate America in continua evoluzione, che dopo aver affrontato e superato la crisi finanziaria globale del 2008 hanno saputo interpretare e cavalcare tutte le nuove ondate di innovazione tecnologica, fino all’Intelligenza Artificiale, e i mega trend globali, dalla sanità ai cambiamenti demografici. Tra i titoli a maggior capitalizzazione in Europa invece continuiamo a trovare i grandi big dell’industria, dell’auto, del lusso e delle telecomunicazioni. Questo ha anche causato un impatto più forte degli stress indotti dalla pandemia e dalle crisi geopolitiche sulle catene di produzione e sui costi dell’energia. Su quest’ultimo fronte, la notizia positiva è un prezzo del petrolio che sta rientrando in area 70 dollari, come anticipato qualche mese fa su Financialounge.com, che potrebbe dare un’ultima spallata all’inflazione.

BOTTOM LINE


Grazie a un mercato dei capitali vastissimo e efficiente, alla capacità di produrre continue innovazioni tecnologiche e a sempre nuove generazioni di imprenditori capaci di coglierne le opportunità, Wall Street resta la destinazione privilegiata degli investimenti globali. Con strappi in avanti e pause per tirare il fiato, nel lungo termine continua a non tradire.

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