Il focus

Capital Group: serve un cambio di paradigma per rivitalizzare l’azionario giapponese

Come spiega Christophe Braun, Investment Director di Capital Group, molte aziende del Sol Levante generano una redditività del capitale proprio troppo bassa a causa dell’eccessivo accumulo di liquidità o di una gestione inefficiente dei rami d’attività

di Leo Campagna 15 Dicembre 2023 15:33

financialounge -  Abenomics Capital Group Christophe Braun Shinzo Abe tokyo
Un’analisi a fine agosto ha rivelato che il 39% delle aziende dell’indice TOPIX 500 della Borsa di Tokyo scambiava al di sotto del proprio valore contabile, contro il 5% di quelle statunitensi dell’indice S&P 500. Un rapporto prezzo/valore contabile inferiore a 1 significa che il valore attribuito a una società dal mercato è inferiore a quello del suo patrimonio netto.

COME INCREMENTARE IL RAPPORTO PREZZO/VALORE CONTABILE


“Nel momento in cui un’azienda genera una redditività del capitale proprio superiore al proprio costo del capitale, il rapporto prezzo/valore contabile dovrebbe migliorare. Per farlo si può ridurre la liquidità in eccesso, oppure incrementare la redditività dei rami d’azienda operativi o, ancora, concentrarsi sui core business e sbarazzarsi delle controllate con performance negative” fa sapere Christophe Braun, Investment Director di Capital Group.

L'ABENOMICS


È dall’inizio della “Abenomics”, il programma di riforme dell’ex primo ministro Shinzo Abe nel 2012, che il Giappone ha avviato un percorso di miglioramento di redditività, allocazione dei capitali e corporate governance. Ma solo di recente sembra esserci un’accelerazione. Di recente, il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria ha promosso le operazioni di fusione e acquisizione nel Paese e all’estero.

PRESSIONE SUI CONSIGLI D’AMMINISTRAZIONE


L’obiettivo è rendere più difficile, per i Consigli di amministrazione, respingere offerte di acquisto a condizioni congrue senza motivazione. Un cambiamento strutturale, dal momento che le attività di fusione e acquisizione possono sbloccare valore sfruttando la liquidità non utilizzata nei bilanci aziendali.

L’ASSET INCOME DOUBLING PLAN E L’ESPANSIONE DEL NISA


In parallelo prende forma anche l’agenda di riforme battezzata “dal risparmio all’investimento”, con politiche come l’Asset Income Doubling Plan (ovvero il piano per il raddoppio del reddito da investimenti), promossa dal governo giapponese. Un piano articolato nel quale è prevista, dalla Financial Services Agency, una significativa espansione del NISA, il programma che mira a incentivare i cittadini a incrementare i propri investimenti dal punto di vista fiscale.

RIALZO DELL’AZIONARIO GIAPPONESE


Questo quadro incoraggiante ha spinto al rialzo l’azionario giapponese a livelli mai così alti da fine anni ‘80, trainato in gran parte dai titoli value, espressione delle aziende giapponesi più sottovalutate. “Anche gli investimenti in capitale fisso (Capex) e gli investimenti esteri diretti hanno registrato un miglioramento, specialmente in aree legate al settore tecnologico come quella dei data center. Il Giappone, peraltro, è tra i pochissimi Paesi che mira a creare inflazione dopo decenni di deflazione” spiega Braun.

IL MIX DI RIFORME PUÒ SVILUPPARE UN CIRCOLO VIRTUOSO


È inoltre incoraggiante la sempre maggiore capacità degli investitori di dialogare con le società su temi ambientali, sociali e legati alla governance (Esg) sfruttando i propri poteri di azionisti, a lungo inutilizzati, per risolvere le criticità esistenti. “Nel lungo periodo” argomenta il manager di Capital Group “il mix di riforme potrebbe sviluppare un circolo virtuoso tramite operazioni di cessione degli attivi, crescita dei dividendi versati e acquisto di azioni proprie. Tuttavia, anche se le società con un minor rapporto prezzo/valore contabile raggiungessero il target di 1, il listino giapponese salirebbe solamente di una percentuale relativamente contenuta (pari all’incirca al 15%), dal momento che tali titoli rappresentano una porzione non significativa dell’indice”.

UN VERO CAMBIO DI PARADIGMA


Per questo, secondo Braun, la dinamica ‘virtuosa’ dovrebbe riguardare l’intero listino azionario giapponese e non limitarsi alle società con un rapporto prezzo/valore contabile inferiore a uno. “Molte aziende giapponesi con un prezzo/valore contabile superiore a 1 generano una redditività del capitale proprio troppo bassa a causa dell’eccessivo accumulo di liquidità o di una gestione inefficiente del portafoglio di rami d’attività. Per assistere ad un vero cambio di paradigma è necessario che queste imprese registrino miglioramenti significativi” conclude l’Investment Director di Capital Group.

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