L'apertura dei mercati
Via libera al nuovo Patto di stabilità: cosa cambia per l’Italia e la reazione delle Borse
L’Ecofin ha varato le nuove regole sui bilanci dei Paesi dell’Unione europea. In avvio di seduta i listini seguono la frenata di Wall Street e aprono in rosso, in calo il rendimento del Btp
di Antonio Cardarelli 21 Dicembre 2023 09:13
Borse europee deboli dopo la brusca frenata registrata a Wall Street nella seduta di ieri, dove gli investitori hanno deciso di monetizzare i nove rialzi consecutivi innescati dalla previsione dei prossimi tagli dei tassi di interesse della Fed. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib cede lo 0,4%. Francoforte e Parigi seguono lo stesso andamento. In calo il rendimento del Btp decennale al 3,59%, così come il Bund tedesco scende sotto il 2%. Lo spread rimane in area 162 punti base.
In extremis l’Ecofin, la riunione dei ministri dell’Economia dell’Unione europea, ha dato il via libera al nuovo Patto di stabilità, evitando il ritorno alle vecchie regole. L’accordo è stato raggiunto sull’asse Francia-Germania, con il sostegno della Spagna presidente di turno dell’Ue e dei “falchi” del Nord Europa. L’Italia ha sostanzialmente accettato l’intesa, con il ministro Giorgetti che ha parlato di “cose positive e altre meno”, definendo l’accordo “sostenibile per il nostro Paese”. Nello specifico il nuovo accordo, per il nostro Paese, prevede un piano di riduzione del rapporto tra deficit e Pil (disavanzo annuale tra uscite ed entrate in rapporto al Pil) che poi sarà seguito da quello di riduzione del rapporto debito/Pil (l’ammontare complessivo del debito pubblico in rapporto alla crescita).
In attesa di conoscere i dettagli del nuovo Patto di stabilità, la sensazione è che per i prossimi anni i conti italiani saranno sotto strettissima osservazione da parte di Bruxelles. Attualmente il rapporto debito/Pil dell’Italia è al 144%, contro una media dei Paesi Ue dell’84%. Le regole comunitarie stabiliscono un limite del 60%, per questo motivo l’Italia (che supera anche l’altro tetto del 90%) dovrà cominciare a ridurre il rapporto deficit/Pil per portarlo all’1,5% con tagli minimi dello 0,4% all’anno nei successivi 4 estendibili a 7. Attualmente il rapporto tra deficit e Pil dell’Italia, secondo l’ultimo Nadef varato dal governo, è al 5,3% (dall’8% dello scorso anno). Comunque sopra il 3% imposto dai regolamenti Ue. Dopo aver raggiunto questo primo obiettivo, l’Italia dovrà ridurre il rapporto debito/Pil dell’1% all’anno. Questi tagli, secondo le prime stime, potrebbero costare all’Italia tra i 15 e i 20 miliardi di euro all’anno. Il tutto con l’obbligo di concordare l’uso dei fondi pubblici con la Commissione europea nel rispetto delle traiettorie di riduzione del debito.
La Borsa di Tokyo ha chiuso in rosso la seduta per effetto delle prese di beneficio emerse dopo i recenti rialzi e del rafforzamento dello yen contro dollaro, elemento che indebolisce le grandi blue chip nipponiche esportatrici. L'indice Nikkei dei 225 titoli guida ha perso l'1,59% a 33.140 punti. Tra i titoli spicca lo scivolone di Toyota, che ha perso oltre il 4%, dopo l'annuncio di un richiamo di circa 1 milione di vetture negli Usa a marchio Toyota e Lexus per un problema agli airbag e dopo lo stop alle consegne di tutti i modelli della controllata Daihatsu a seguito di uno scandalo sulla falsificazione dei test di sicurezza dei veicoli.
Sul fronte macro, dagli Usa in programma le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione, l'indice manifatturiero della Fed di Philadelphia di dicembre, la terza stima del Pil del terzo trimestre, il superindice dell'economia di novembre e l'indice manifatturiero della Fed di Kansas City. Sul valutario, l'euro cala a 1,0944 dollari (da 1,0960 ieri in chiusura), il gas viaggia sui 34,5 euro al MWh (+3%). Piatto il petrolio Brent del Mare del Nord a 79,7 dollari al barile.
RAGGIUNTO L’ACCORDO SUL PATTO DI STABILITÀ
In extremis l’Ecofin, la riunione dei ministri dell’Economia dell’Unione europea, ha dato il via libera al nuovo Patto di stabilità, evitando il ritorno alle vecchie regole. L’accordo è stato raggiunto sull’asse Francia-Germania, con il sostegno della Spagna presidente di turno dell’Ue e dei “falchi” del Nord Europa. L’Italia ha sostanzialmente accettato l’intesa, con il ministro Giorgetti che ha parlato di “cose positive e altre meno”, definendo l’accordo “sostenibile per il nostro Paese”. Nello specifico il nuovo accordo, per il nostro Paese, prevede un piano di riduzione del rapporto tra deficit e Pil (disavanzo annuale tra uscite ed entrate in rapporto al Pil) che poi sarà seguito da quello di riduzione del rapporto debito/Pil (l’ammontare complessivo del debito pubblico in rapporto alla crescita).
TAGLI IN VISTA PER IL BILANCIO ITALIANO
In attesa di conoscere i dettagli del nuovo Patto di stabilità, la sensazione è che per i prossimi anni i conti italiani saranno sotto strettissima osservazione da parte di Bruxelles. Attualmente il rapporto debito/Pil dell’Italia è al 144%, contro una media dei Paesi Ue dell’84%. Le regole comunitarie stabiliscono un limite del 60%, per questo motivo l’Italia (che supera anche l’altro tetto del 90%) dovrà cominciare a ridurre il rapporto deficit/Pil per portarlo all’1,5% con tagli minimi dello 0,4% all’anno nei successivi 4 estendibili a 7. Attualmente il rapporto tra deficit e Pil dell’Italia, secondo l’ultimo Nadef varato dal governo, è al 5,3% (dall’8% dello scorso anno). Comunque sopra il 3% imposto dai regolamenti Ue. Dopo aver raggiunto questo primo obiettivo, l’Italia dovrà ridurre il rapporto debito/Pil dell’1% all’anno. Questi tagli, secondo le prime stime, potrebbero costare all’Italia tra i 15 e i 20 miliardi di euro all’anno. Il tutto con l’obbligo di concordare l’uso dei fondi pubblici con la Commissione europea nel rispetto delle traiettorie di riduzione del debito.
A TOKYO SCIVOLA TOYOTA
La Borsa di Tokyo ha chiuso in rosso la seduta per effetto delle prese di beneficio emerse dopo i recenti rialzi e del rafforzamento dello yen contro dollaro, elemento che indebolisce le grandi blue chip nipponiche esportatrici. L'indice Nikkei dei 225 titoli guida ha perso l'1,59% a 33.140 punti. Tra i titoli spicca lo scivolone di Toyota, che ha perso oltre il 4%, dopo l'annuncio di un richiamo di circa 1 milione di vetture negli Usa a marchio Toyota e Lexus per un problema agli airbag e dopo lo stop alle consegne di tutti i modelli della controllata Daihatsu a seguito di uno scandalo sulla falsificazione dei test di sicurezza dei veicoli.
DATI MACRO E MATERIE PRIME
Sul fronte macro, dagli Usa in programma le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione, l'indice manifatturiero della Fed di Philadelphia di dicembre, la terza stima del Pil del terzo trimestre, il superindice dell'economia di novembre e l'indice manifatturiero della Fed di Kansas City. Sul valutario, l'euro cala a 1,0944 dollari (da 1,0960 ieri in chiusura), il gas viaggia sui 34,5 euro al MWh (+3%). Piatto il petrolio Brent del Mare del Nord a 79,7 dollari al barile.
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