La bussola
Invesco spiega come comprendere i diversi approcci degli ETF ESG
Gli investitori dovrebbero essere in grado di valutare quale approccio soddisfa i loro obiettivi, finanziari ed ESG e poi trovare un ETF che replichi la performance di quell'indice nel modo più conveniente possibile
di Leo Campagna 22 Dicembre 2023 08:00
Si stima che oltre 310 miliardi di dollari di asset siano investiti in ETF classificati come ambientali, sociali e di corporate governance (ESG). Tuttavia, alla luce della vasta disponibilità di questi fondi in Europa, gli investitori potrebbero chiedersi come identificare quelli più in linea con le proprie esigenze. Vale quindi la pena approfondire quali siano i diversi approcci dei fondi che integrano considerazioni ESG nella loro metodologia di selezione e allocazione dei titoli. Lo sviluppo più recente riguarda gli ETF passivi che seguono indici ESG basati su regole specifiche ma che adottano approcci differenti per obiettivi diversi.
Approccio ESG in base all'AuM
La prima fase della costruzione di qualsiasi indice ESG comporta l'esclusione di tutti i titoli di società coinvolte in attività o settori controversi, che spesso comprendono armi controverse, carbone e tabacco. Un approccio basato sulle esclusioni si propone di solito di ottenere un profilo dell'indice simile a quello dell'indice originario, ma senza titoli considerati del tutto inaccettabili (come definiti dal fornitore nella sua metodologia dell'indice). Tuttavia, più titoli vengono esclusi e più aumentano le probabilità che le performance dell'indice ESG si discostino da quelle dell'indice originario. Inoltre, un approccio agli ETF basato sulle esclusioni, talvolta definito approccio ESG "light touch", esclude uno screening "positivo", ovvero una maggiore ponderazione delle società con punteggi ESG più elevati o che generano entrate green più consistenti.
Un altro approccio ESG, noto come "tilt", si propone di migliorare il punteggio ESG complessivo o altri parametri rilevanti rispetto all'indice principale, come una minore intensità di carbonio o maggiori entrate provenienti da attività rispettose dell'ambiente. Si parte sempre con la rimozione dei titoli dall'indice originario sulla base dell'attività commerciale, per poi passare all’orientamento dei titoli rimanenti in base ai loro punteggi ESG (solitamente in rapporto ai peer). Questo passaggio prevede una maggiore ponderazione ai titoli con punteggi superiori alla media a discapito dei titoli con punteggi inferiori alla media.
Sono invece progettati per concentrarsi sulle società con le migliori caratteristiche ESG nei rispettivi settori gli indici basati su un approccio best in class che prevedono la completa esclusione delle società con le peggiori performance ESG. Una rimozione dei titoli dell'indice originario sulla base dell'attività commerciale e con un punteggio ESG inferiore a una soglia predefinita: il tutto con un ribilanciamento dei titoli rimanenti in conformità con la metodologia dell'indice, ad esempio attraverso l'ottimizzazione o altre misure per ridurre il tracking error, cioè lo scostamento di performance rispetto al suo indice di riferimento.
Gli indici che mirano al raggiungimento di obiettivi climatici generalmente rispettano le normative UE per i fondi di investimento incentrati sul clima. La maggior parte degli indici sono benchmark allineati con gli obiettivi a lungo termine dell'accordo di Parigi sul clima (PAB, ovvero Paris-aligned benchmark). Un indice PAB deve garantire una diminuzione delle emissioni di gas serra di almeno il 50% rispetto all'indice originario e conseguire una riduzione annuale del 7%.
Alcuni indici invece sono benchmark di transizione climatica (CTB, ovvero Climate Transition Benchmark). considerati meno severi degli indici PAB. Ad esempio, un indice CTB applica soglie diverse, come una riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 30% rispetto al suo indice originario (meno del minimo del 50% per gli indici PAB).
Gli indici tematici, infine, seguono strategie diverse da quelle menzionate finora, poiché tendono a rappresentare un piccolo segmento di mercato invece di offrire un'esposizione ampia. Tra questi figurano anche gli indici sull'energia pulita o focalizzati sull'ambiente.
Nessun approccio è migliore o peggiore, perché ognuno ha obiettivi diversi. Gli investitori dovrebbero essere in grado di valutare quale approccio soddisfa i loro obiettivi, sia in termini di performance ESG che finanziaria. Il passo successivo è trovare un ETF che replichi la performance di quell'indice nel modo più conveniente possibile.
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APPROCCIO AD ESCLUSIONE
La prima fase della costruzione di qualsiasi indice ESG comporta l'esclusione di tutti i titoli di società coinvolte in attività o settori controversi, che spesso comprendono armi controverse, carbone e tabacco. Un approccio basato sulle esclusioni si propone di solito di ottenere un profilo dell'indice simile a quello dell'indice originario, ma senza titoli considerati del tutto inaccettabili (come definiti dal fornitore nella sua metodologia dell'indice). Tuttavia, più titoli vengono esclusi e più aumentano le probabilità che le performance dell'indice ESG si discostino da quelle dell'indice originario. Inoltre, un approccio agli ETF basato sulle esclusioni, talvolta definito approccio ESG "light touch", esclude uno screening "positivo", ovvero una maggiore ponderazione delle società con punteggi ESG più elevati o che generano entrate green più consistenti.
APPROCCIO ‘TILT’
Un altro approccio ESG, noto come "tilt", si propone di migliorare il punteggio ESG complessivo o altri parametri rilevanti rispetto all'indice principale, come una minore intensità di carbonio o maggiori entrate provenienti da attività rispettose dell'ambiente. Si parte sempre con la rimozione dei titoli dall'indice originario sulla base dell'attività commerciale, per poi passare all’orientamento dei titoli rimanenti in base ai loro punteggi ESG (solitamente in rapporto ai peer). Questo passaggio prevede una maggiore ponderazione ai titoli con punteggi superiori alla media a discapito dei titoli con punteggi inferiori alla media.
BEST IN CLASS
Sono invece progettati per concentrarsi sulle società con le migliori caratteristiche ESG nei rispettivi settori gli indici basati su un approccio best in class che prevedono la completa esclusione delle società con le peggiori performance ESG. Una rimozione dei titoli dell'indice originario sulla base dell'attività commerciale e con un punteggio ESG inferiore a una soglia predefinita: il tutto con un ribilanciamento dei titoli rimanenti in conformità con la metodologia dell'indice, ad esempio attraverso l'ottimizzazione o altre misure per ridurre il tracking error, cioè lo scostamento di performance rispetto al suo indice di riferimento.
OBIETTIVI CLIMATICI
Gli indici che mirano al raggiungimento di obiettivi climatici generalmente rispettano le normative UE per i fondi di investimento incentrati sul clima. La maggior parte degli indici sono benchmark allineati con gli obiettivi a lungo termine dell'accordo di Parigi sul clima (PAB, ovvero Paris-aligned benchmark). Un indice PAB deve garantire una diminuzione delle emissioni di gas serra di almeno il 50% rispetto all'indice originario e conseguire una riduzione annuale del 7%.
INDICI TEMATICI
Alcuni indici invece sono benchmark di transizione climatica (CTB, ovvero Climate Transition Benchmark). considerati meno severi degli indici PAB. Ad esempio, un indice CTB applica soglie diverse, come una riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 30% rispetto al suo indice originario (meno del minimo del 50% per gli indici PAB).
Gli indici tematici, infine, seguono strategie diverse da quelle menzionate finora, poiché tendono a rappresentare un piccolo segmento di mercato invece di offrire un'esposizione ampia. Tra questi figurano anche gli indici sull'energia pulita o focalizzati sull'ambiente.
REPLICA FEDELE DELL’INDICE NEL MODO PIÙ CONVENIENTE
Nessun approccio è migliore o peggiore, perché ognuno ha obiettivi diversi. Gli investitori dovrebbero essere in grado di valutare quale approccio soddisfa i loro obiettivi, sia in termini di performance ESG che finanziaria. Il passo successivo è trovare un ETF che replichi la performance di quell'indice nel modo più conveniente possibile.
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