Aria di crisi nel settore

Le Borse mollano le sneakers

Adidas e Puma in forte ribasso dopo il taglio delle stime per il 2024 da parte di Nike, che nel pre-market cede oltre l’11% a Wall Street. Il colosso americano parla di “atteggiamento più cauto dei consumatori”

di Antonio Cardarelli 22 Dicembre 2023 11:19

financialounge
Suona il campanello d’allarme per il settore dell’abbigliamento sportivo. La revisione al ribasso delle stime da parte di Nike ha mandato al tappeto anche le rivali Adidas e Puma. Il colosso americano ha deluso le attese sui conti del secondo trimestre fiscale, principalmente a causa della frenata nelle vendite all’ingrosso nel Nord America, dove è stato registrato un calo del 2% per un valore di circa 7 miliardi di dollari. Negli scambi pre-market Nike ha segnato una perdita dell’11%, trascinando così al ribasso anche Adida e Puma, che segnano perdite superiori al 5% in Borsa.

I NUMERI DI NIKE


La debolezza della domanda in Cina non ha aiutato Nike nel trimestre. I numeri parlano di un trimestre con profitti per 1,58 miliardi di dollari, 1,03 dollari per azione e meglio degli 84 centesimi attesi dagli analisti, ma con ricavi per 13,39 miliardi, contro i 13,32 miliardi dello stesso periodo dell'anno precedente e sotto i 13,43 miliardi attesi dal consensus. Ma è stata la revisione delle stime al ribasso sui ricavi del 2024 a destare preoccupazione, con il Cfo Matthew Friend che ha parlato di “atteggiamento più cauto dei consumatori”.

MENO PRODOTTI E TAGLIO DEI COSTI


Nike ha quindi annunciato tagli dei costi per 2 miliardi di dollari nell'arco dei prossimi tre anni, da realizzare migliorando la supply chain, semplificando l'assortimento di sneaker, aumentando l'automatizzazione e riducendo la forza lavoro. La società ha quindi messo in conto oneri di ristrutturazione per 400-450 milioni di dollari nel trimestre in corso, principalmente associati appunto ai tagli di personale. "Nike sta pensando di ridurre il numero di prodotti. Forse l'azienda ritiene che ci siano troppi prodotti che non sono ad alto margine e non generano vendite significative", hanno commentato gli analisti di Morningstar. Secondo quanto emerso, Nike ha intenzione di aumentare gli investimenti nel marchio Jordan, ormai in procinto di diventare il secondo per vendite nell’America del Nord.

SEGNALE NEGATIVO PER IL SETTORE


“Il taglio della guidance di Nike sui ricavi per l'esercizio 2024 riflette una domanda dei consumatori peggiore del previsto in tutti i mercati, che sarà probabilmente interpretata come un segnale negativo per i concorrenti e i rivenditori. Nel trimestre, la dirigenza di Nike ha sottolineato la debolezza delle tendenze del direct-to-consumer al di fuori dei periodi di vendita chiave e la più ampia debolezza delle operazioni digitali”, ha commentato Piral Dadhania, analista di RBC Capital Markets.

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