Cosa aspettarsi

Mercati e investimenti verso il 2024: ecco gli errori da evitare

La lezione imparata dal 2020 in poi è che le mosse dettate da panico ed emozione si pagano care, ma anche che non serve inseguire l’onda in ritardo

di Stefano Caratelli 27 Dicembre 2023 09:40

financialounge -  mercati Weekly Bulletin
Gli ultimi quattro anni dei mercati finanziari sono un’antologia quasi perfetta dei rischi e delle trappole in cui possono cadere gli investitori in azioni e obbligazioni e delle opportunità che vengono offerte a chi ha la capacità e anche le risorse di liquidità per coglierle. Si comincia con un 2020 partito all’insegna di un moderato e diffuso ottimismo con le Borse dei Paesi Sviluppati reduci da un bel rally alimentato da inflazione assente, tassi bassi e economie in crescita, trainate dagli USA che beneficiano di un potente stimolo fiscale avviato due anni prima. Ci sono le guerre commerciali, a partire da quella di Trump contro la Cina, ma il rischio geopolitico non è in cima alla lista degli investitori. Poi arriva lo tsunami del Covid, che blocca da un giorno all’altro le catene produttive e distributive del mondo, insieme ai trasporti e al movimento di persone e cose, sia da un continente all’altro che da un angolo all’altro del proprio quartiere. Viene giù tutto, e i prezzi degli asset, a partire delle azioni, scendono a livelli da fire sale, le vendite in cui si fa fuori tutto dopo un incendio.


LA CAVALCATA DELL'USCITA DAL COVID


Per chi si è tenuto un po’ di liquidità, tra marzo e aprile di allora è un’occasione d’oro da non mancare, ma in tanti corrono invece a salvare il salvabile a prezzi dimezzati in un clima da fine del mondo. Poi scendono in campo governi e banche centrali, che garantiscono liquidità praticamente illimitata, e la discesa verso l’abisso diventa una ripresa verticale, che nel 2021 si traduce in un ribalzo violento anche delle economie e dei consumi. La corsa a ricomprare quello che si era venduto come spazzatura qualche mese prima tocca il suo picco nella seconda metà di quell’anno, con le Borse globali spinte ai massimi dalle mega cap, soprattutto americane, che hanno saputo cavalcare la ‘stay home economy’ e la rotazione che i lockdown hanno portato negli acquisti e nei consumi di beni e servizi, dall’immobiliare alle tecnologie necessarie per lavorare senza andare in ufficio e intrattenersi senza andare al ristorante o in discoteca.


CORSE A COMPRARE E A VENDERE POCO MOTIVATE


La corsa a comprare, in alcuni casi poco motivata come quella a vendere di qualche mese prima, apre la strada all’anno “orribile” per azioni e obbligazioni, con molti investitori spaventati non più dal Covid ma dall’altro mostro che fa la sua riapparizione dopo mezzo secolo e che si chiama inflazione. Le banche centrali all’inizio – siamo ancora nel 2021 – reagiscono poco e tardi, pensando o sperando che sia una fiammata transitoria causata dalla ripartenza e dalle strozzature post Covid. Ma poi arriva il caro energia indotto dall’attacco russo all’Ucraina e si traduce in benzina sul fuoco dell’inflazione già alta. La stretta monetaria diventa una morsa, giustamente, e ne fanno pesantemente le spese sia le azioni che le obbligazioni, che fino all’ultimo scorcio dello scorso anno si rimangiano tutti i guadagni del 2021. Il 2023 parte benino, è solo l’antipasto di quello che arriverà in corso d’anno, ma anche qui in molti fanno lo stesso errore di due anni prima, salvano il salvabile e si astengono dal prendere posizione.


PREMIATO CHI HA TENUTO LE POSIZIONI STRATEGICHE


Anche stavolta sono premiati quelli ‘bravi’, che non hanno comprato ai massimi ma nemmeno venduto sui minimi, hanno tenuto posizioni decise a suo tempo con strategie di lungo termine, e hanno conservato quella giusta scorta di liquidità per trarre beneficio delle occasioni. I principali indici azionari si preparano a entrare nel 2024 sui massimi di periodo e di sempre, come Wall Street ma anche diverse Borse europee, come Francoforte e Parigi, anche se il DAX di Francoforte è ‘drogato’ dal calcolo del reinvestimento dei dividendi che ne gonfia il valore. Il vecchio adagio del “buy low sell high”, vale a dire compra a prezzi bassi e vendi ai massimi, si conferma valido, anche se alla luce degli ultimi quattro anni, e non solo, andrebbe forse modificato in “buy low and stay the course”, vale a dire approfitta del panico che porta (gli altri) a vendere, ma resta fedele alle scelte strategiche di investimento a lungo termine, quelle che hanno consentito al capitale di crescere nel tempo.


ATTENZIONE AGLI INDICATORI CONTRARIAN


Mentre molti guardano al 2024 che sta per partire con un certo ottimismo, serve forse segnalare che gli indicatori contrarian, che registrano il sentiment della maggioranza degli investitori, suggeriscono qualche cautela. Nella sua ultima rilevazione l’indice Fear & Greed di CNN Business segnala “extreme greed”, disperata voglia di comprare per non perdere il rally in corso, con la sola componente relativa all’appetito per i beni rifugio in territorio “neutral”. E l’ultimo sondaggio dell’American Association of Individual Investors rileva ottimismo ai massimi da 2 anni mezzo, con la percentuale di Tori al 53% contro una media storica del 37,5%, mentre gli Orsi sono appena sotto il 21%, dieci punti sotto la media. A inizio 2023, poi rivelatosi un anno d’oro per l’investimento azionario, quelli che vedevano nero erano sopra il 50%.


BOTTOM LINE


La storia recente insegna che provare a comportarsi da trader è il peggior errore che un investitore che guarda al lungo termine possa fare. Il suo obiettivo non può essere cercare di anticipare il mercato di un minuto o di qualche mese, il suo portafoglio è il risultato di una strategia e di un’analisi basata sui fondamentali, preferibilmente con l’assistenza di un gestore esperto. Rimanervi fedele è la cosa più importante, magari con una scorta ragionevole di liquidità per non perdere le occasioni, che possono essere ghiotte, come negli ultimi quattro anni.

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