Il caso
Tracciamento utenti in incognito, Google pagherà 5 miliardi di dollari di risarcimenti
Il colosso di Mountain View avrebbe violato le leggi federali della California in tema di intercettazioni e privacy
di Stefano Silvestri 29 Dicembre 2023 13:58
“Se preferisci non memorizzare le tue attività in Google Chrome, puoi navigare sul web in privato usando la modalità di navigazione in incognito”. Così dice Google nella guida al proprio browser, che, stando a SimilarWeb, il mese scorso è stato il più usato al mondo (dal 59% degli utenti; seguono Safari al 28% e, da lontano, Edge al 6%). C’è però un “piccolo” dettaglio, che a Google costerà 5 miliardi di dollari.
Il “dettaglio” è che tramite i suoi analytics, cookie e app, Google traccia le attività degli utenti anche durante la navigazione in incognito. Non solo: stando all’accusa, ciò accadrebbe anche selezionando la navigazione privata negli altri browser attualmente presenti sul mercato. Questi fatti sono stati ritenuti più che sufficienti per intentare, nel 2020, una class action volta a tutelare “milioni di utenti” divenuti inconsapevolmente una “fonte incontrollabile di informazioni” per Google, che in questo modo conoscerebbe amicizie, hobby, cibi preferiti, abitudini d’acquisto e “cose potenzialmente imbarazzanti” dei propri utenti. Tutto ciò, stando all’accusa, violerebbe le leggi federali della California in tema di intercettazioni e privacy, con un danno quantificabile in 5mila dollari per utente, a partire dal 1° giugno 2016. Ecco, quindi, come si è giunti al valore complessivo di 5 miliardi di dollari della causa.
Lo scorso agosto il giudice Yvonne Gonzalez Rogers ha respinto il tentativo di Google di archiviare il procedimento, sostenendo che è ancora una questione aperta se Google abbia fatto o meno una promessa legalmente vincolante di non raccogliere i dati degli utenti quando navigano in modalità privata. Il giudice ha poi citato l'informativa sulla privacy di Google e altre dichiarazioni della società che suggeriscono l’esistenza di limiti alle informazioni che possono essere raccolte, e ha quindi fissato la successiva udienza al prossimo 5 febbraio. Data che però è stata sospesa dopo che ieri è stato annunciato il raggiungimento di un’intesa preliminare tra le parti. I termini dell’accordo non sono stati resi pubblici ma gli avvocati hanno confermato di aver redatto una bozza vincolante, che presenteranno al tribunale per l'approvazione entro il 24 febbraio 2024. I fatti di questa notizia arrivano in un momento in cui le autorità di regolamentazione di tutto il mondo stanno intensificando le loro attenzioni sulle pratiche relative alla privacy da parte delle grandi aziende tecnologiche. Le quali, dopo questi sviluppi, saranno costrette a essere più trasparenti e a dare agli utenti un maggiore controllo sui propri dati personali.
LA CAUSA
Il “dettaglio” è che tramite i suoi analytics, cookie e app, Google traccia le attività degli utenti anche durante la navigazione in incognito. Non solo: stando all’accusa, ciò accadrebbe anche selezionando la navigazione privata negli altri browser attualmente presenti sul mercato. Questi fatti sono stati ritenuti più che sufficienti per intentare, nel 2020, una class action volta a tutelare “milioni di utenti” divenuti inconsapevolmente una “fonte incontrollabile di informazioni” per Google, che in questo modo conoscerebbe amicizie, hobby, cibi preferiti, abitudini d’acquisto e “cose potenzialmente imbarazzanti” dei propri utenti. Tutto ciò, stando all’accusa, violerebbe le leggi federali della California in tema di intercettazioni e privacy, con un danno quantificabile in 5mila dollari per utente, a partire dal 1° giugno 2016. Ecco, quindi, come si è giunti al valore complessivo di 5 miliardi di dollari della causa.
ACCORDO PRELIMINARE
Lo scorso agosto il giudice Yvonne Gonzalez Rogers ha respinto il tentativo di Google di archiviare il procedimento, sostenendo che è ancora una questione aperta se Google abbia fatto o meno una promessa legalmente vincolante di non raccogliere i dati degli utenti quando navigano in modalità privata. Il giudice ha poi citato l'informativa sulla privacy di Google e altre dichiarazioni della società che suggeriscono l’esistenza di limiti alle informazioni che possono essere raccolte, e ha quindi fissato la successiva udienza al prossimo 5 febbraio. Data che però è stata sospesa dopo che ieri è stato annunciato il raggiungimento di un’intesa preliminare tra le parti. I termini dell’accordo non sono stati resi pubblici ma gli avvocati hanno confermato di aver redatto una bozza vincolante, che presenteranno al tribunale per l'approvazione entro il 24 febbraio 2024. I fatti di questa notizia arrivano in un momento in cui le autorità di regolamentazione di tutto il mondo stanno intensificando le loro attenzioni sulle pratiche relative alla privacy da parte delle grandi aziende tecnologiche. Le quali, dopo questi sviluppi, saranno costrette a essere più trasparenti e a dare agli utenti un maggiore controllo sui propri dati personali.
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