L'apertura dei mercati
Borsa giapponese ai massimi dal 1990
Spinto dai titoli tech, l’indice Nikkei chiude in rialzo e tocca livelli che non si vedevano da 34 anni. Cresce l’attesa per il dato sull’inflazione americana, produzione industriale tedesca in frenata a novembre
di Antonio Cardarelli 9 Gennaio 2024 09:10
Partenza nel segno della cautela per i listini europei. L’indice Ftse Mib apre intorno alla parità, con il titolo Brunello Cucinelli in evidenza dopo il rialzo delle stime sui ricavi e quello Pirelli che scatta del 3%. Leggermente in rosso, in avvio, la Borsa di Francoforte. Lo spread Btp-Bund apre in lieve salita a 169 punti base con il rendimento del decennale italiano al 3,86%.
La prima buona notizia del 2024 per le Borse arriva dal Giappone, dove la Borsa di Tokyo ha già toccato i massimi degli ultimi 34 anni. Nella seduta di oggi l’indice Nikkei ha guadagnato l’1,16% a quota 33.763 punti, un livello che non si vedeva da marzo 1990. A spingere l’indice sono stati soprattutto i titoli del settore high-tech come SoftBank Group, che ha guadagnato il 2,66% e Sony che è salita dell'1,29%, mentre nel settore semiconduttori da segnalare il +6% di Advantest, fornitori di Nvidia. Bene anche il più ampio indice Topix, che ha guadagnato lo 0,82%. Rimanendo sui mercati asiatici, poco mosse le Borse di Shanghai (chiusura + 0,2%) e Hong Kong, che viaggia poco sopra la parità.
Sui mercati europei la giornata si apre con un deludente dato sulla produzione industriale della Germania, che a novembre ha segnato una flessione dello 0,7% rispetto al mese precedente. Secondo i dati diffusi da Destatis, l'istituto nazionale di statistica tedesco, su base annuale la produzione ha registrato una flessione del 4,8%. Sempre in Europa, occhi puntati sulla Borsa di Parigi dopo le dimissioni della premier francese Elisabeth Borne. Favorito per la successione Gabriel Attal, attuale ministro dell’Educazione.
Negli Usa si avvicina il giorno della pubblicazione dei dati sull’inflazione, che forniranno indicazioni importanti per la Federal Reserve in chiave tassi. Giovedì è previsto l'indice dei prezzi al consumo di dicembre, venerdì l'indice dei prezzi alla produzione. "I dati sull'inflazione potrebbero determinare se la flessione della scorsa settimana è stata solo una fiammata o qualcosa di più ampio", hanno detto gli esperti di E-Trade di Morgan Stanley. Dopo l'ultimo rapporto sull'occupazione, che si è dimostrato più forte del previsto, i trader hanno ridotto le possibilità (al 60,9%) di un primo taglio dei tassi già a marzo, secondo il Cme FedWatch Tool.
Sempre venerdì negli Usa comincia la stagione delle trimestrali, che vedrà esordire UnitedHealth, JpMorgan Chase, Bank of America, Wells Fargo, BlackRock, Citigroup e The Bank Of New York Mellon. Da registrare nuovi sviluppi dopo l’incidente che ha coinvolto un Boeing 737 Max 9. Le compagnie aeree americane United Airlines e Alaska Airlines hanno annunciato di aver trovato componenti mal fissati durante i controlli in seguito al distacco, durante un volo, di un portellone. Nella seduta di ieri a Wall Street il titolo Boeing ha chiuso in calo dell’8%.
Sul valutario, il dollaro è stabile (l'euro vale 1,095, contro 1,0953 alla vigilia). Poco mosso il petrolio dopo i rialzi della vigilia: i contratti febbraio del Wti salgono dello 0,07% a 70,82 dollari al barile, quelli del Brent marzo dello 0,22% a 76,29 dollari. In discesa i prezzi del gas naturale scambiato ad Amsterdam, con i contratti febbraio che, dopo avere segnato una prima posizione a 30,55 euro al megawattora, calano del 2,92% a 30,75 euro.
TOKYO SUI MASSIMI DAL 1990
La prima buona notizia del 2024 per le Borse arriva dal Giappone, dove la Borsa di Tokyo ha già toccato i massimi degli ultimi 34 anni. Nella seduta di oggi l’indice Nikkei ha guadagnato l’1,16% a quota 33.763 punti, un livello che non si vedeva da marzo 1990. A spingere l’indice sono stati soprattutto i titoli del settore high-tech come SoftBank Group, che ha guadagnato il 2,66% e Sony che è salita dell'1,29%, mentre nel settore semiconduttori da segnalare il +6% di Advantest, fornitori di Nvidia. Bene anche il più ampio indice Topix, che ha guadagnato lo 0,82%. Rimanendo sui mercati asiatici, poco mosse le Borse di Shanghai (chiusura + 0,2%) e Hong Kong, che viaggia poco sopra la parità.
DELUDE LA PRODUZIONE INDUSTRIALE TEDESCA
Sui mercati europei la giornata si apre con un deludente dato sulla produzione industriale della Germania, che a novembre ha segnato una flessione dello 0,7% rispetto al mese precedente. Secondo i dati diffusi da Destatis, l'istituto nazionale di statistica tedesco, su base annuale la produzione ha registrato una flessione del 4,8%. Sempre in Europa, occhi puntati sulla Borsa di Parigi dopo le dimissioni della premier francese Elisabeth Borne. Favorito per la successione Gabriel Attal, attuale ministro dell’Educazione.
GIOVEDÌ L’INFLAZIONE USA
Negli Usa si avvicina il giorno della pubblicazione dei dati sull’inflazione, che forniranno indicazioni importanti per la Federal Reserve in chiave tassi. Giovedì è previsto l'indice dei prezzi al consumo di dicembre, venerdì l'indice dei prezzi alla produzione. "I dati sull'inflazione potrebbero determinare se la flessione della scorsa settimana è stata solo una fiammata o qualcosa di più ampio", hanno detto gli esperti di E-Trade di Morgan Stanley. Dopo l'ultimo rapporto sull'occupazione, che si è dimostrato più forte del previsto, i trader hanno ridotto le possibilità (al 60,9%) di un primo taglio dei tassi già a marzo, secondo il Cme FedWatch Tool.
VENERDÌ LE TRIMESTRALI, CROLLO BOEING
Sempre venerdì negli Usa comincia la stagione delle trimestrali, che vedrà esordire UnitedHealth, JpMorgan Chase, Bank of America, Wells Fargo, BlackRock, Citigroup e The Bank Of New York Mellon. Da registrare nuovi sviluppi dopo l’incidente che ha coinvolto un Boeing 737 Max 9. Le compagnie aeree americane United Airlines e Alaska Airlines hanno annunciato di aver trovato componenti mal fissati durante i controlli in seguito al distacco, durante un volo, di un portellone. Nella seduta di ieri a Wall Street il titolo Boeing ha chiuso in calo dell’8%.
VALUTE E PETROLIO
Sul valutario, il dollaro è stabile (l'euro vale 1,095, contro 1,0953 alla vigilia). Poco mosso il petrolio dopo i rialzi della vigilia: i contratti febbraio del Wti salgono dello 0,07% a 70,82 dollari al barile, quelli del Brent marzo dello 0,22% a 76,29 dollari. In discesa i prezzi del gas naturale scambiato ad Amsterdam, con i contratti febbraio che, dopo avere segnato una prima posizione a 30,55 euro al megawattora, calano del 2,92% a 30,75 euro.
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