La novità

Rabbit, l’intelligenza artificiale portatile vuole pensionare gli smartphone

Presentato al CES di Las Vegas, l'R1 è un dispositivo portatile di intelligenza artificiale che non ha bisogno di app. Arriverà in primavera e costerà 199 dollari

di Stefano Silvestri 11 Gennaio 2024 14:54

financialounge -  intelligenza artificiale Next Rabbit smartphone
Correva il 29 giugno del 2007 quando venne commercializzato il primo iPhone e da allora il mondo non fu più lo stesso. Il dispositivo che non c’era, creato da una Apple ancora capace di innovare, nell’arco di pochissimo tempo soppiantò i cellulari come li conoscevamo, coi loro piccoli schermi e i tasti in rilievo. L'App Store di Apple, per strano che possa sembrare oggi, venne lanciato oltre un anno dopo, il 10 luglio 2008. L’offerta iniziale era di 500 applicazioni, oggi sono oltre 2,2 milioni. Ed è questo il problema di un sistema ormai così radicato da sembrare immutabile: la scelta è eccessiva, frammentata. Il risultato è che si installano bene o male sempre le solite app, mentre quelle nuove faticano a ritagliarsi un posto al sole. E noi stessi ne abbiamo installate così tante che spesso non ci ricordiamo neppure di averle.

LA RIVOLUZIONE


Serve una rivoluzione copernicana, qualcosa capace di affrontare il problema da un altro punto di vista. E quel qualcosa potrebbe essere il Rabbit R1, appena presentato al CES 2024 di Las Vegas dal visionario Jesse Lyu, che prima di salire sul palco si dev’essere imparato a memoria tutte le presentazioni di Steve Jobs. L’R1 è un dispositivo portatile di intelligenza artificiale, la materializzazione di ChatGPT, e vuole diventare il nostro concierge o, per dirla come va di moda negli USA, il nostro “agent”. Non ha bisogno di alcuna app, perché la sua IA, con tempi di risposta apparentemente molto più veloci di quella di Sam Altman, provvede alla soluzione di qualsiasi problema in tempo reale.

COSA PUÒ FARE


Che si tratti di prenotare un aereo, ordinare una cena o chiamare un taxi, basta chiederlo all’R1 e lui magicamente provvede al resto, senza la necessità di installare le app di Expedia, Deliveroo o Uber, per fare degli esempi pratici. Il dispositivo ha un design retrò che ricorda le console degli anni '90 ma nasconde una tecnologia all'avanguardia. È dotato di un touchscreen da 2,88 pollici, di una fotocamera rotante attraverso cui guardare e decifrare il mondo, e di un'interfaccia utente che include una rotellina/pulsante di scorrimento. Progettato in collaborazione con lo studio di design Teenage Engineering, questo intelligentissimo tamagotchi combina un'estetica piacevole con una grande potenza. È infatti equipaggiato con un processore MediaTek da 2,3 GHz, 4 GB di memoria e 128 GB di spazio di archiviazione.

L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE


Il fulcro dell'R1 è il suo sistema operativo, il Rabbit OS, alimentato da una tecnologia AI rivoluzionaria. Che il marketing di Rabbit definisce Large Action Model (LAM), ossia un "modello di azione di grandi dimensioni", in contrapposizione ai più noti Large Language Model (LLM). Della serie: le IA tradizionali sono delle grandi pensatrici, io agisco anche. Il LAM consente all'R1 di comprendere e rispondere alle richieste dell'utente ed è persino in grado di imparare dalle interazioni umane. Il LAM, dichiara Jesse Lyu, è stato ad esempio addestrato dagli esseri umani a utilizzare Spotify e Uber. Ha così imparato come funzionano queste app, qual è l'icona delle Impostazioni o dove si trovano i menu di ricerca. Secondo Lyu, questo comportamento può essere applicato a qualsiasi app grazie a una modalità di allenamento dedicata, che consente agli utenti di insegnare al dispositivo come eseguire qualsiasi azione.

10MILA UNITÀ


L'R1 ha già suscitato grande interesse, con le prime 10.000 unità esaurite e i preordini già aperti per la prossima fornitura. Le prime consegne sono previste per questa primavera e il prezzo di 199 dollari, piuttosto aggressivo, è di quelli che invogliano all’acquisto anche solo per soddisfare la propria curiosità. L'R1 rappresenta dunque un audace passo in avanti nel campo dell'intelligenza artificiale, portando la tecnologia oltre i confini dei dispositivi esistenti. Tuttavia, è ancora presto per dire se avrà successo. Innanzitutto, di dovrà metterlo alla prova quando uscirà, e vedere se tutte le promesse fatte verranno mantenute. E poi bisognerà vedere se la gente avrà voglia di mettersi in tasca un altro dispositivo, oltre allo smartphone.

IL FUTURO


È poi importante notare che la maggior parte di ciò che l'R1 offre può essere già ottenuta oggi sui propri smartphone appoggiandosi all'app di ChatGPT o a Bard. E qualora l’intuizione di Jesse Lyu avesse successo, nulla vieterebbe ad Apple e Google di ripensare i loro dispositivi in modo da cannibalizzare quanto di buono proposto da Rabbit. Magari dopo avergli comprato l’azienda, secondo una prassi sempre più consolidata nel mondo della tecnologia.


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