Politica monetaria

La Fed aprirà la strada con 4 tagli dei tassi, la Bce seguirà a ruota con 3 tagli

Secondo Axel Botte, head of Market strategy di Ostrum AM, affiliata di Natixis IM, le decisioni delle due principali banche centrali adotteranno un atteggiamento più dovish in seguito a condizioni economiche in miglioramento

di Annalisa Lospinuso 12 Gennaio 2024 13:30

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Stati Uniti e Europa saranno legate nei destini economici ma non senza differenze. E queste si ripercuoteranno sul comportamento delle rispettive banche centrali. Come sottolineato da Axel Botte, head of Market strategy di Ostrum AM, affiliata di Natixis IM, l’economia statunitense sarà soggetta sarà molto condizionata dalle elezioni presidenziali, ma la buona salute finanziaria di famiglie e imprese consentirà una crescita di circa il 2%. La disinflazione, insieme al recente allentamento delle condizioni finanziarie, riducono, inoltre, il rischio di recessione.

EUROPA IN LENTA RIPRESA


In Eurozona, secondo Ostrum AM, l’economia sta lentamente uscendo da una fase di stagnazione, paradossalmente senza un impatto negativo sull’occupazione. “La ripresa dei consumi delle famiglie genererà una modesta ripresa intorno allo 0,5%”, dice Botte. In Cina, la priorità economica del governo è ancora una volta la produzione industriale, dopo il deludente rimbalzo dei consumi. Gli ostacoli strutturali alla crescita stanno causando un rallentamento di lungo periodo.

FED E BCE VERSO IL TAGLIO DEI TASSI


Sulla base di queste prospettive di crescita e di inflazione, secondo Ostrum AM la Fed taglierà i tassi 4 volte nel 2024 e la Bce seguirà la stessa strada con 3 riduzioni di 25 punti base. “Sarà difficile tagliare i tassi e al tempo stesso attuare una policy di Quantitative Tightening – specifica Axel Botte – infatti, in caso di difficoltà finanziarie, la Fed abbandonerà rapidamente il QT. Le pressioni sulla Bce potrebbero essere tanto forti da indurla ad adottare la stessa linea della Fed. Per quanto riguarda il Giappone, invece, un abbandono dai tassi negativi rimane ipotetico”.

L'IMPATTO SUI MERCATI


Le decisioni delle banche centrali continueranno a condizionare l’andamento dei mercati. In particolar modo, una Fed più dovish impatterà sui rendimenti obbligazionari statunitensi che dovrebbero rimanere bloccati. Nell’Eurozona, il calendario delle emissioni costituisce un rischio di rialzo per gli spread sovrani dopo il forte restringimento dell’autunno. “Il credito appare ben posizionato per il 2024 – conclude Axel Botte – grazie alla bassa volatilità degli spread. Le valutazioni dell’high yield hanno acquistato valore, cosa che sta già riducendo le performance potenziali nel 2024, nonostante il basso livello di default. Ai titoli europei manca un catalizzatore in grado di rilanciare i flussi internazionali. Il lento ribasso dei margini sarà comunque compensato dall’aumento dei multipli”.

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