L'analisi

AllianzGI: il made in China non sarà più sinonimo di bassa qualità

Per inquadrare la Cina non bisogna soffermarsi soltanto sul rallentamento economico e sulla deflazione, ma occorre analizzare settori come tecnologie verdi, hardware-software-AI e la sanità che le conferiranno una leadership tecnologica

di Annalisa Lospinuso 16 Gennaio 2024 19:00

financialounge -  Alex Jiang auto elettriche cina economia green technology Marco Yau Pechino sanità
La Cina in deflazione. La Cina rallenta nella crescita economica. Sono dati macroeconomici esatti ma che non descrivono approfonditamente il quadro molto più complesso dell’economia del Dragone. Alex Jiang e Marco Yau, Portfolio manager di Allianz Global Investors invitano ad andare oltre la debolezza manifestata dalle ultime letture del Pil, al di sotto dell’obiettivo di crescita fissato al 5% da Pechino nel 2023, concentrandosi maggiormente su tre settori strategici come le tecnologie verdi, l’hardware-software-AI e la sanità. “Come è accaduto in passato a Germania, Giappone e Corea del Sud, presto la Cina e il made in China non saranno più associati a prodotti a basso costo, bensì a qualità e leadership tecnologica”, aggiungono.

IL FUTURO DELLA CINA COME SUPERPOTENZA TECNOLOGICA


Probabilmente bisogna archiviare i ritmi di crescita degli ultimi anni, e cominciare a pensare a una Cina con tassi più vicini alle altre economie sviluppate. Il futuro della Cina, sottolinea AllianzGI, risiede in alcuni settori chiave sui quali Pechino sta investendo molto. “Considerando la leadership tecnologica della Cina e il suo desiderio di diventare una potenza economica in grado di tenere testa agli Stati Uniti – scrivono Yau e Jiang – oltre al fatto che la Cina fissa con sempre maggior frequenza nuovi standard tecnologici globali, probabilmente tra non molto avremo due superpotenze tecnologiche contrapposte e con ecosistemi diversi. Imparare a destreggiarsi in questo panorama nuovo e mutevole dovrebbe essere una priorità per gli investitori”.

L'ACCELERAZIONE DELLE AUTO VERDI


Alcuni settori, infatti, registrano una crescita eccezionale. “Ad esempio, di recente la Cina ha scalzato il Giappone – scrivono Yau e Jiang – dal primo posto nella classifica mondiale di esportatori di auto, essenzialmente grazie alla posizione di leader sul mercato dei veicoli elettrici. E la traiettoria delle esportazioni di veicoli a motore rispetto a settori a maggiore intensità di manodopera illustra bene i cambiamenti in atto nell’economia cinese”.

LA GREEN TECHNOLOGY


La green technology, che comprende veicoli elettrici ed energie da fonti rinnovabili, è una delle aree in cui le aziende cinesi fanno concorrenza alle controparti occidentali. Il 64% della produzione globale di veicoli alimentati da energie nuove nel 2022 si deve alla Cina, che oltretutto rappresenta anche il 59% delle vendite globali di tali veicoli. Detiene anche la leadership nella catena di fornitura automobilistica. Nel solare la Cina possiede già una capacità superiore a quella del resto del mondo e, probabilmente, entro il 2025 raddoppierà la produzione di energia eolica e solare, raggiungendo con cinque anni di anticipo l’obiettivo fissato per il 2030.

HARDWARE-SOFTWARE-AI


La Cina continua a fare passi da gigante anche nel settore dell’hardware, grazie alla produzione di semiconduttori che eleva il livello di attenzione per tutte le implicazioni geopolitiche. Proprio le tensioni con le altre superpotenze a livello strategico e commerciale hanno portato Pechino a diventare autosufficiente anche nel software, sottraendo quote di mercato alle concorrenti estere. Oggi anche l’AI è un settore di grande competizione, nel quale il Dragone procede a passi da gigante. Se nel 2016 solo il 19% degli unicorni legati all’AI era cinese, nel 2022 la percentuale è salita al 51% (mentre nello stesso periodo la quota degli Usa è passata dall’81% al 41%). Inoltre, è stato già lanciato il competitor cinese, Ernie Bot di Baidu, a ChatGPT.

LA SANITÀ


Ultimo settore che merita attenzione, sottolinea AllianzGI, è quello della sanità. Al momento la spesa sanitaria in Cina è relativamente bassa, ma aumenta molto in fretta e il trend non dovrebbe esaurirsi, dato che la popolazione cinese invecchia rapidamente. Le società cinesi iniziano a imporsi come leader di settore anziché come produttori di generici a buon mercato e si moltiplicano le aziende biotecnologiche cinesi che concedono licenze di brevetto, non solo a Paesi emergenti, ma anche a giganti consolidati della scena mondiale.

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