La previsione

Per Pictet AM atterraggio morbido nel 2024, ma la recessione non è esclusa

Il Senior Investment Manager Marco Piersimoni rileva che anche lo scenario negativo sarebbe gestibile: le eventuali perdite sull’azionario sarebbero infatti compensate da forti guadagni dei titoli di Stato

di Stefano Caratelli 17 Gennaio 2024 14:00

financialounge -  Marco Piersimoni mercati Pictet Asset Management soft landing
Dal 2023 i mercati hanno iniziato un percorso di normalizzazione senza sacrifici per la crescita, con lo scenario più probabile che resta un atterraggio morbido, anche se i rischi geopolitici e la difficile lettura di alcune economie potrebbero portare a riconsiderare anche l’ipotesi recessione. Il ritorno a una correlazione più normale rispetto al 2022-2023 sarà comunque in grado di coprire eventuali perdite sui mercati azionari tramite una corretta diversificazione in portafoglio. E’ l’indicazione di un commento di Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management: archiviato un 2023 più che soddisfacente, gli investitori si chiedono se si potranno riproporre gli stessi temi positivi per il 2024.

MECCANISMI AGGIUSTATI DOPO GLI SHOCK


Il grande regalo del 2023 è senza dubbio la discesa convincente dell’inflazione, più rapida e meno dolorosa rispetto alle attese. Negli Usa, misurata con la metrica preferita dalla Fed, il deflatore della spesa per consumi, è tornata sotto il 2%, pienamente in linea con l’obiettivo. Dinamica simile anche nell’Eurozona, mentre in Asia non è mai stata un grosso problema. La vera sorpresa sta proprio nel fatto che la normalizzazione è stata senza sacrifici della crescita, che, in Usa, è stata poco sopra il potenziale, grazie alla stabilizzazione dell’offerta sulle tre macro-direttrici del mercato dei beni, dei servizi e delle materie prime, con le filiere di produzione e logistica tornate a funzionare correttamente, come in era pre-Covid. Nel complesso, i meccanismi dell’economia globale si sono aggiustati dopo gli shock pandemici e geopolitici.

NEL 2024 POCHI MOVIMENTI SULL’INFLAZIONE


Le Banche centrali hanno avuto un ruolo decisivo, anche se forse non determinante per la riduzione della domanda aggregata. L’aggiustamento ha portato anche una correzione dei mercati finanziari rispetto alla direzionalità, ma non ancora per la combinazione tra attivi rischiosi e sicuri. La narrativa degli ultimi mesi è stata ancora dominata dall’inflazione, ma in senso costruttivo, facendo salire azioni e obbligazioni all’unisono per l’inversione dei toni delle Banche centrali in autunno. Ora secondo Piersimoni è giusto chiedersi se il paradigma possa mantenersi anche nel 2024, anche se è lecito ipotizzare che non ci saranno grandi movimenti dell’inflazione come quelli appena visti da 0 al 10% e ritorno.

SOFT LANDING PREZZATO, MA RESTANO DUBBI


Il quesito rilevante riguarda la crescita. Non sarà più possibile contare sui contributi positivi del “contro-shock” di offerta, come nel 2023. Le dinamiche a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno potranno continuare, ma per i mercati non sarà più una sorpresa positiva. Il sentiment prevalente di istituzioni e osservatori privati è solidamente quello del soft landing, pienamente prezzato dai mercati finanziari, ma rimangono dubbi alimentati soprattutto dal rischio geopolitico che dominerà il 2024, date le molte importanti elezioni che culmineranno con quelle americane a novembre. Non sono poi ancora del tutto evidenti gli effetti della gigantesca stretta monetaria dei trimestri passati.

RIPRESA MANIFATTURIERA IN RITARDO


Non è del tutto chiaro neppure lo stato dell’attività industriale, soprattutto nei Paesi sviluppati, dove la ripresa della manifattura stenta a vedersi, con ancora zone di debolezza già vicine a dinamiche recessive, come l’Europa, o di difficile lettura, come la Cina. Di fronte a dati poco convincenti, i mercati potrebbero riconsiderare la probabilità di recessione, con perdite consistenti sulle Borse.

ANCHE UN QUADRO SFAVOREVOLE SAREBBE PIU’ BILANCIATO


Ma, sottolinea in conclusione l’esperto di Pictet AM, sarà un problema gestibile poiché le eventuali perdite azionarie sarebbero accompagnate da guadagni importanti dei bond governativi, con un ritorno a una correlazione più normale rispetto al 2022-2023. E’ uno scenario che potrebbe sorprendere in negativo nel 2024, rispetto all’ottimismo con si è chiuso l’anno precedente, ma se l’analisi è corretta, per il tipico portafoglio del risparmiatore esiste una soluzione anche di fronte a un quadro meno favorevole di quello ipotizzato.

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